L’economista americano risponde ad alcune domande riguardanti la presunta “crescita infinita” del modello economico post-keynesiano:
“Non stiamo parlando di più cose da produrre, ma di una vita dignitosa e di istruzione per i propri figli compatibilmente con le risorse ambientali”
SUMMIT MMT RIMINI – La Teoria della Moneta Moderna (MMT, Modern Money Theory) è ambientalmente distruttiva, iper-consumistica, teorica della crescita infinita dei consumi in un ambiente infinito?
Nel video Mathew Forstater, economista tra i curatori del piano argentino Jefes per la piena occupazione a seguito del crac del 2001, risponde alla domanda posta in apertura dell’articolo: la MMT è incompatibile con l’ambiente? Forstater risponde letteramente: “Assolutamente no. Io scrivevo di “lavori verdi” quindi sostenibilità ambientale e piena occupazione da ben prima che l’occupazione verde diventasse così importante e se ne parlasse così diffusamente. Se andate sul mio sito internet, oppure se mettete su Google “green jobs” seguito dal mio nome vedrete come è possibile conciliare il programma di piena occupazione con la tutela e la sostenibilità ambientale. Anzi è molto più sostenibile dal punto di vista ambientale che se cercassimo di creare la piena occupazione attraverso un generico stimolo della domanda aggregata, il che significherebbe che il settore privato dovrebbe espandersi.
Certo, il settore privato dovrebbe utilizzare la tecnologia sporca perché le imprese private devono fare business e competere tra loro. Ma le attività di piena occupazione sono altra cosa rispetto al settore privato, possiamo progettarle in modo che queste forniscano anche dei servizi sociali, e il semplice fatto che si parli di servizi significa che non stiamo utilizzando molte risorse, che non stiamo inquinando granché.
Sono cose che andrebbero fatte, però ci è sempre stato detto che non ce le possiamo permettere, e invece ce lo possiamo permettere e se provate ad immaginare tutti i buoni posti di lavoro che potremmo creare, vedrete che questo va a braccetto anche con il discorso della società dei consumi.
Non stiamo qui a parlare di più cose, di più roba, si tratta di trovare la via attraverso il quale le persone possano avere un modo decoroso e decente per mettere cibo sulla tavola, per fornire una istruzione ai propri figli“.
Fonte: RivieraOggi