Sono in coda per pagare la spesa alla cassa di un supermercato. Sento di fronte a me due persone lamentarsi dei loro stipendi. Le loro recriminazioni vertono sul fatto che le paghe non vengono aumentate da anni, e ristagnano. Trovandomi lì in fila, scopro nel corso della discussione che i due interlocutori sono lavoratori dipendenti dello stesso supermercato in cui stanno facendo la spesa. Uno dei due è il rappresentante sindacale dei dipendenti.
Ad un certo punto il sindacalista dice all’altro: “Sai qual è il problema? E’ che sto chiedendo degli aumenti ai vertici da molto tempo, ma rispondono che oggi in Europa siamo in deflazione, i guadagni non permettono di fare aumenti, così dicono. Il problema è proprio quello: non posso manco invocare l’inflazione per chiedere un aumento, come si poteva fare una volta, no? Mi ripetono sempre che oggi c’è deflazione, la gente compra meno, si incassa meno e lo stipendio rimane quello. Che fregatura!”
A quel punto sento il dovere di intromettermi nella discussione: “Ma la bassa inflazione non era una manna dal cielo secondo i migliori economisti? Ma l’inflazione un po’ più alta non era quella che avrebbe distrutto gli stipendi? Benvenuti in Eurozona!”, dico a tutti e due.
Non c’è stato bisogno di dire altro. Appena pronunciate queste parole, il sindacalista in particolare mi esprime tutto il suo disprezzo verso le istituzioni comunitarie europee, in maniera piuttosto accalorata e colorita.
Evidentemente è un sindacalista populista, uno dei peggiori nazionalisti xenofobi. Vergogna.
Viva la stabilità dei prezzi. Lunga vita alla BCE. Giannino lo dice sempre.