Tanta propaganda ma i dati presenti nel Def non lasciano dubbi: tra maggiore imposizione fiscale e minore spesa pubblica anche Padoan sarà re dell’austerità. Avanzo Primario a 40 miliardi.
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Pareggio di bilancio, avanzo primario, monopolio della moneta, titoli di stato, crisi del debito privato: piccola guida
Un documento che sposa la linea post-keynesiana della Modern Money Theory: “sono i prestiti che creano i depositi”; “la Banca Centrale presiede l’ordine legale che fa in modo che la valuta sia accettata per il pagamento delle tasse”; “nessuna spesa pubblica svuota le tasche al settore privato: è l’opposto”
Il capo economista del colosso finanziario, in una intervista a bussinessinsider.com, mostra come la lettura dei saldi settoriali, cuore della Modern Money Theory, sia una prassi per la sua analisi
Dopo aver sbagliato, negli anni passati, tutte le previsioni di natura macroeconomica riguardanti il nostro paese, i due inseparabili ci deliziano con una serie di proposte. Noi rispondiamo.
L’economista Mmt americano: “L’inflazione è un problema solo se si è in piena occupazione (nulla che ci possa preoccupare per ora). Grossi deficit e debiti non sono la causa di alti tassi d’interesse (vai alla tua banca a controllare il tasso di riferimento corrente). I deficit creati dal governo creano i surplus nel settore privato.”
L’esponente della Modern Money Theory Mike Norman ironizza sul credo conservatore della “responsabilità fiscale”: “Volete sapere cosa intendo per responsabilità fiscale? Un governo che spende e tassa per garantire la piena occupazione”. “In una nazione con la propria moneta, dove la spesa non è finanziata dalle tasse, si deve spendere abbastanza per far sì che tutti stiano lavorando” aggiunge.
Riceviamo gentilmente da Warren Mosler una breve, semplice e incisiva analisi, rivolta ai contenuti della quarta Relazione Trimestrale della Commissione Europea 2013, pubblicata poche settimane fa.
L’intervento di Paolo Barnard all’ultima puntata del programma televisivo “La Gabbia” (22 gennaio 2014), condotto da Gianluigi Paragone su LA7, è stato da alcuni “tacciato” di parzialità per aver concesso una incompleta esposizione di ciò che è riportato nel suddetto rapporto trimestrale, circa il tasso di crescita nella zona Euro nei prossimi 10 anni. Apparentemente avrebbe omesso la menzione delle riforme accennate nella relazione stessa, le quali potrebbero, secondo chi ha stilato il rapporto, correggere la tendenza negativa prevista per la prossima decade. Nel dibattito che ha seguito l’intervento di Barnard, su suggerimento dello stesso, Paragone ha ricordato che le riforme proposte dalla Commissione come rimedio al crollo della crescita economica, siano le stesse che l’hanno causato. Questa sarebbe già una risposta concisa ed esaustiva. Risposta che ci trova pienamente d’accordo.
In ogni caso, nelle righe che seguono Warren ci spiega il perché tale menzione comunque non sarebbe stata rilevante.
Buona lettura. dp
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Dopo un’attenta lettura, la Relazione Trimestrale delle Commissione Europea è prevedibilmente chiara: le prospettive di crescita dell’Eurozona sono alquanto cupe. Sono assolutamente in accordo con essa. Non sono tuttavia d’accordo sull’enfasi riposta sulle riforme strutturali per l’ottenimento di un tasso di crescita più elevato.
È chiaro: gli investimenti sono bassi, concordo. E concordo anche, quindi, sul fatto che esista un palese problema di investimenti. Inoltre i dati e le analisi, derivanti dalla corrente politica fiscale adottata nell’Eurozona, dimostrano l’inadeguatezza e l’inefficienza della stessa per ovviare e correggere tale tendenza.
Visibilmente assente, e questo non mi sorprende, è qualsiasi riferimento alla domanda aggregata. Credo questo sia parzialmente dovuto a un problema concettuale, a una differenza ideologica: infatti, la sola menzione delle parole “domanda aggregata” bollerebbe qualsiasi analisi come keynesiana e, implicitamente, indicherebbe l’incremento della spesa in deficit dello Stato oltre i limiti permessi dai Trattati Europei. E di conseguenza, apparentemente, tale menzione in questo rapporto è considerata tabù.
In conclusione, nella quarta Relazione Trimestrale delle Commissione Europea 2013, è pertanto omessa la discussione concernente la dimensione e lo scopo delle perdite strutturali della domanda (quindi del reddito non speso) incorporate nella stessa struttura istituzionale dell’Unione Europea che, se non compensate da altri agenti che spendano sufficientemente più del loro reddito (spesa in deficit), si traducono in una persistente e pericolosa disoccupazione di massa.
Così, mentre la relazione individua correttamente la mancanza di espansione del credito interno, come elemento vincolante della crescita, e la mancanza di domanda da parte del settore estero, a spendere più Euro di quanto ne guadagna, non arriva poi ad un’ovvia conclusione: senza il settore pubblico che aumenta la sua spesa in deficit, è assai probabile che le perdite di domanda continueranno ad avere il sopravvento in quanto limitano la crescita e l’occupazione.
Warren Mosler
www.moslereconomics.com
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Paolo Barnard a la Gabbia
Quarterly Report on the Euro Area: http://ec.europa.eu/economy_finance/publications/qr_euro_area/2013/pdf/qrea4_en.pdf
La ME-MMT promuove la sostituzione dell’economia programmata per l’1% della popolazione con misure di spesa finalizzate al perseguimento dell’interesse pubblico
Confesercenti sforna ricette economiche che procurano diarrea acuta. Il problema odierno non è una spesa pubblica eccessiva bensì un deficit troppo esiguo. Imprenditori, spiegateglielo