Riceviamo gentilmente da Warren Mosler una breve, semplice e incisiva analisi, rivolta ai contenuti della quarta Relazione Trimestrale della Commissione Europea 2013, pubblicata poche settimane fa.
L’intervento di Paolo Barnard all’ultima puntata del programma televisivo “La Gabbia” (22 gennaio 2014), condotto da Gianluigi Paragone su LA7, è stato da alcuni “tacciato” di parzialità per aver concesso una incompleta esposizione di ciò che è riportato nel suddetto rapporto trimestrale, circa il tasso di crescita nella zona Euro nei prossimi 10 anni. Apparentemente avrebbe omesso la menzione delle riforme accennate nella relazione stessa, le quali potrebbero, secondo chi ha stilato il rapporto, correggere la tendenza negativa prevista per la prossima decade. Nel dibattito che ha seguito l’intervento di Barnard, su suggerimento dello stesso, Paragone ha ricordato che le riforme proposte dalla Commissione come rimedio al crollo della crescita economica, siano le stesse che l’hanno causato. Questa sarebbe già una risposta concisa ed esaustiva. Risposta che ci trova pienamente d’accordo.
In ogni caso, nelle righe che seguono Warren ci spiega il perché tale menzione comunque non sarebbe stata rilevante.
Buona lettura. dp
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Dopo un’attenta lettura, la Relazione Trimestrale delle Commissione Europea è prevedibilmente chiara: le prospettive di crescita dell’Eurozona sono alquanto cupe. Sono assolutamente in accordo con essa. Non sono tuttavia d’accordo sull’enfasi riposta sulle riforme strutturali per l’ottenimento di un tasso di crescita più elevato.
È chiaro: gli investimenti sono bassi, concordo. E concordo anche, quindi, sul fatto che esista un palese problema di investimenti. Inoltre i dati e le analisi, derivanti dalla corrente politica fiscale adottata nell’Eurozona, dimostrano l’inadeguatezza e l’inefficienza della stessa per ovviare e correggere tale tendenza.
Visibilmente assente, e questo non mi sorprende, è qualsiasi riferimento alla domanda aggregata. Credo questo sia parzialmente dovuto a un problema concettuale, a una differenza ideologica: infatti, la sola menzione delle parole “domanda aggregata” bollerebbe qualsiasi analisi come keynesiana e, implicitamente, indicherebbe l’incremento della spesa in deficit dello Stato oltre i limiti permessi dai Trattati Europei. E di conseguenza, apparentemente, tale menzione in questo rapporto è considerata tabù.
In conclusione, nella quarta Relazione Trimestrale delle Commissione Europea 2013, è pertanto omessa la discussione concernente la dimensione e lo scopo delle perdite strutturali della domanda (quindi del reddito non speso) incorporate nella stessa struttura istituzionale dell’Unione Europea che, se non compensate da altri agenti che spendano sufficientemente più del loro reddito (spesa in deficit), si traducono in una persistente e pericolosa disoccupazione di massa.
Così, mentre la relazione individua correttamente la mancanza di espansione del credito interno, come elemento vincolante della crescita, e la mancanza di domanda da parte del settore estero, a spendere più Euro di quanto ne guadagna, non arriva poi ad un’ovvia conclusione: senza il settore pubblico che aumenta la sua spesa in deficit, è assai probabile che le perdite di domanda continueranno ad avere il sopravvento in quanto limitano la crescita e l’occupazione.
Warren Mosler
www.moslereconomics.com
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Paolo Barnard a la Gabbia
Quarterly Report on the Euro Area: http://ec.europa.eu/economy_finance/publications/qr_euro_area/2013/pdf/qrea4_en.pdf