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LA FURBIZIA DI BRIGHELLA.
Un’analisi di Chiara Zoccarato sull’iniziativa di Macro Regione Alpina EUSALP promossa dal Presidente del Consiglio Regionale del Veneto Roberto Ciambetti.

 

Leggo ora della nuova iniziativa di Macro Regione Alpina EUSALP, “straordinario” esempio di Governance Multilivello.
Prime osservazioni, puramente formali e politiche. La Lega a livello nazionale dice di volere l’uscita dell’Italia dall’eurozona, ma poi si attiva per l’istituzione di queste “macroregioni” che hanno ragione di esistere solo ed esclusivamente all’interno dell’Unione Europea. La contraddizione è palese. Fatemi capire! La seconda è il piano B nel caso il piano A fallisca, oppure il piano B è quello che volete veramente e il piano A vi serve per raccogliere voti? Oppure la confusione è grande nel partito e non capite fino in fondo nessuno dei due? Forse addirittura credete che si possa uscire dall’euro e restare in Europa, godendo di lira e macroregioni insieme?
Torniamo al merito dell’iniziativa.
Non mi soffermo sul fatto che stare nell’Unione Europea significa dire addio a democrazia, diritti civili e interesse pubblico. Ne abbiamo già parlato ampiamente. Diciamo che in questo modo qualche imprenditore ci può guadagnare. E certo, la base elettorale locale è quella. Ma l’imprenditore non irrora sistematicamente il tessuto sociale circostante con i suoi guadagni, paga il minimo stipendio possibile ai dipendenti, se gli conviene sposta la produzione altrove (tempo fa andavano di moda Carinzia e Slovenia, ovviamente nella prospettiva della macroregione resta tutto in famiglia…ma che dire all’operaio di Casier?), e non è detto che saranno quelli nostrani ad usufruire di questa macroregione. Il trattato TTIP prevede la massima libertà di concorrenza. Il Veneto sarà un crocevia su cui pianteranno i paletti multinazionali straniere. Facendo fallire le nostre pmi. Di che ricchezza parliamo? Ci danno lavoro? A quanto? Uno stipendio da fame nel deserto che ci ritroviamo con la perdita del welfare?
E’ il settore pubblico quello preposto al benessere e alla cura dei cittadini, che eroga servizi, prestazioni a salvaguardia del reddito (maternità, malattia, disoccupazione o infinitamente meglio il PLG), infrastrutture, quello che l’unione europea comprime e svilisce per promuovere il privato. E che nessuna Governance Multilivello può sostituire.
Finiamola di credere e far credere queste tre cose a cittadini ed elettori:
– i servizi fatti dai privati sono migliori
– gli imprenditori pagano le tasse quindi finanziano il settore pubblico
– i fondi europei sono una risorsa
Punto uno:
Il privato non può erogare prestazioni in perdita: non c’è guadagno nella cura di malati terminali, tossico dipendenti, anziani con reddito minimo. Non c’è guadagno nel fornire trasporti pubblici in zone e orari poco frequentati. Non c’è guadagno a fornire istruzione a bambini poveri, magari apparentemente poco brillanti, stranieri, con problemi fisici e mentali. Chi lo farà? Fare debiti è un problema per i privati, MA PER UNO STATO SOVRANO CHE EMETTE LA PROPRIA VALUTA, NON LO E’ AFFATTO….può arrivare a fare deficit stellari finchè non raggiunge la piena occupazione e la piena capacità produttiva! E siamo lontani anni luce.
Quindi questa cosa che il privato è preferibile perchè sa gestire le risorse al meglio è solo fare i conti della serva…Miglioriamo efficienza, organizzazione e controllo, ma lasciamo che resti pubblico, con accesso a risorse ILLIMITATE, senza dover contare gli spiccioli nei cassetti.
La meravigliosa Governance Multilivello regala scarsità e insegna che devi fare il bravo bottegaio, non il bravo POLITICO! La furbizia di Brighella.
Punto due:
Le tasse in eurozona non finanziano affatto i servizi ai cittadini, ma servono a pagare le quote dei vari fondi europei Salvastati di cui nemmeno usufruiamo (per fortuna aggiungo subito! essendo vere e proprie ghigliottine), eventuali prestiti (vedi caso greco), gli interessi sul debito pubblico e a contribuire al raggiungimento del pareggio di bilancio, aumentando le entrate. Quest’ultimo punto è chiarissimo proprio nel vostro caso, cari enti locali, il Patto di Stabilità ve lo dice nero su bianco. Scordatevi l’idea di poter prima o poi ottenere l’autonomia e tenervi le tasse locali in casa. La modifica dell’articolo 119 della Costituzione lo dice chiaramente che gli enti locali oramai esistono per il solo scopo di contribuire agli obiettivi di bilancio dello Stato nell’osservanza dei vincoli derivanti dall’ordinamento dell’Unione Europea. E temo che presto se ne accorgeranno anche gli enti a statuto speciale.
Punto 3:
I fondi europei sono di due tipi. Il primo, sono fondi costituiti con i soldi degli stati membri stessi, solo che le quote erogate non corrispondono in modo proporzionale alle somme che riceviamo da investire sul suolo nazionale, belli i fondi europei! L’Italia (fonte Censis) è il terzo contributore netto, diamo 100 ma ci arriva 60. Siamo in perdita, cifre e conti alla mano. Ok, mettendovi insieme ne intercettate 150? Ma dovrete condividere e siamo al punto di prima. Il secondo tipo è da farsa, come quello in arrivo chiamato Piano Junker o fondi FEIS, basati su schema Ponzi. Da mettersi le mani nei capelli.
In soldoni, per contribuire ai fondi europei, lo stato dà 100 per farti avere 60, ma ti tassa di 100. Inoltre trasferisce meno fondi alle regioni a causa del patto di stabilità, che allora chiederanno più fondi all’Europa che chiederà più soldi allo Stato che poi chiederà più tasse ai cittadini (tutti, compresi quelli della macroregione!!) e sacrifici agli enti locali che saranno costretti a tagliare ulteriormente servizi, privatizzare (vedi punto uno), svendere beni demaniali (pubblici!)…
Insomma, state dicendo che avete trovato il modo di portare più acqua con un secchio bucato?
Ma il boom imprenditoriale e artigianale del Veneto non risale agli anni ’80, con la nascita e lo sviluppo di aziende straordinarie: distretto dello scarpone e abbigliamento sportivo, elettrodomestici, occhialeria? Periodo in cui non c’era federalismo fiscale e la cassa del mezzogiorno pompava soldi a sud a manetta. Non è che per caso c’è qualcosa di sbagliato nella narrativa politica attuale? se poi andiamo ancora più indietro, ai tempi della Serenissima, su ruolo dello Stato, regolamentazione del mercato e debito pubblico c’è da parlare per ore.
Si può far meglio di così. Ci sono soluzioni che possono fare felici gli imprenditori (tutti, non solo alcuni!), i lavoratori, le famiglie, i pensionati, i cittadini di questa regione e di tutte le regioni d’Italia senza rivalità. Ne abbiamo parlato, parliamone ancora.

In uno spazio di privazione materiale, di disoccupazione e di sotto-occupazione di massa, di assenza di servizi essenziali di qualità, di contrazione sempre maggiore dei diritti della nostra oramai defunta Carta Costituzionale, l’immigrazione non è altro che uno strumento di cui il capitalismo scriteriato si serve per poter esercitare pressione al ribasso sui salari

Mosler: “Se le banche hanno crediti a rischio (o sofferenze bancarie), la soluzione non dovrebbe essere chiedere alle banche più requisiti di capitale, come si sta facendo oggi; ma fare in modo che quei crediti non siano più rischiosi. E questo è possibile solo se i debitori avranno più reddito a disposizione e l’economia ripartirà. Il che necessità in questa fase più deficit da parte dei governi europei o nazionali”

Il 24 maggio tappa veneta con relazioni di Marco Cavedon, Chiara Zoccarato e Warren Mosler. Appello del presidente regionale Cavedon alle personalità presenti del mondo politico e istituzionale, con esposizione delle informazioni della Me-Mmt nei media e non solo

Il 27 maggio a Perugia Me-Mmt ed Epic, il 30 maggio a Pesaro Giulio Betti del Comitato Operativo Me-Mmt illustrerà la struttura istituzionale dell’Unione Europea e come queste abbiano una essenza autoritaria e in contrasto con la nostra Costituzione

Incontro a Buccino con i sindaci, ad Agropoli con politici ed economisti, all’Università di Salerno con docenti e studenti: semi di Me-Mmt che promettono ulteriori e positivi sviluppi

Durante il convegno di Agropoli del #MoslerTour il segretario Marco Craxi ha elogiato il padre fondatore della Teoria della Moneta Moderna: “Condividiamo l’impostazione delle misure anticicliche suggerite da Mosler e vogliamo riunire le forze socialiste, riformiste, democratiche e liberari”

Su invito del professor Guglielmo Forges Davanzati Lecce ha ospitato l’economista della MMT. Riguarda tutta la lezione e la discussione col pubblico

 

 

TRENTO – Nella mattina di mercoledì 7 maggio il Dipartimento di Economia dell’Università di Trento ha ospitato la prima lezione dell’economista statunitense Warren Mosler, padre fondatore della scuola di pensiero economico post-keynesiano della Modern Money Theory (MMT), a Trento come Visiting Professor dell’ateneo tridentino.

 

Durante le due ore dell’incontro Mosler ha descritto i meccanismi di compensazione del sistema bancario europeo, per poi rivisitare il rapporto che c’è tra deficit di spesa pubblica, ricchezza del settore privato e disoccupazione, descrivendo in maniera approfondita perché la sola politica di riduzione dei tassi di interesse non è riuscita
nell’intento di riattivare la crescita economica.

 

Particolare interesse ha destato il passaggio in cui ha evidenziato come per sette volte nella storia degli USA un surplus di bilancio pubblico sia stata la molla capace di innescare una depressione economica. Nell’ultima parte della sua esposizione, Warren Mosler ha evidenziato quali sono i difetti strutturali dell’eurozona, la cui causa principale può essere riconducibile al quadro normativo che l’Unione Europea si è data, quadro che paradossalmente vieta di intraprendere quelle misure che sarebbero davvero necessarie.

 

È stata quindi la volta delle proposte di Mosler e della MMT: aumentare il deficit di spesa governativo per innescare una spirale positiva, iniziare un piano di lavoro garantito che consenta la transizione degli inoccupati verso lavori stabili nel settore privato. Largo spazio è stato dato alle domande da parte del pubblico composto da cittadini venuti a Trento proprio per ascoltare Mosler, da alcuni membri dell’ordine dei Dottori Commercialisti della provincia di Trento e da numerosi studenti – invitati dalla professoressa Elisabetta De Antoni – che durante il dibattito conclusivo hanno dimostrato una vivacità intellettuale che lascia davvero ben sperare per il futuro.

 

I prossimi incontri di Mosler a Trento sono previsti giovedì 15 maggio sempre al Dipartimento di Economia (aula 2°, via Inama 5), nel quale l’economista illustrerà il tema “Come funziona un hedge fund”, e quindi il 16 maggio un evento che avrà rilevanza internazionale: oltre a Mosler sarà presente, assieme al professore dell’Università di Bergamo Riccardo Bellofiore, anche Randall Wray, insieme a Mosler punto di riferimento mondiale per la MMT.

Per informazioni: www.trentinommt.itsegreteria@trentinommt.itcell. 3406859310 (Presidente Trentino MMT), www.mmtitalia.info.

calendario mosler tour definitivo

All’interno della trasmissione Nemico Pubblico ideata dal maestro di satira Giorgio Montanini, in cui si propongono delle candid camera che sono dei veri e propri esperimenti sociali, ne è stata realizzata una in cui si mettono di fronte i cittadini ad un finto e clamoroso movimento per l’abolizione delle pensioni. Perché gli anziani, secondo canoni economici strettamente neo-liberisti, “sono un costo per la società”.

È interessante notare come i cittadini, posti di fronte alla manifestazione palese delle idee – che è necessario ammettere circolano realmente nella nostra società oggigiorno messa alle strette dalle difficoltà economiche – reagiscano ribattendo con fermezza che “la pensione che mi viene erogata l’ho pagata io lavorando per 62 anni”. Ovvio dire che circoscrivendo il dibattito ai principi dell’economia mainstream che è quella che afferma che le tasse paghino la spesa pubblica, le pensioni siano un reale costo per la società. Mentre chi conosce la Teoria Monetaria Moderna sa che ciò non è assolutamente vero per uno Stato che è monopolista della moneta il quale non ha assolutamente bisogno dei soldi dei cittadini per erogare questo servizio e diritto, le cui forme dovrebbero tener conto di parametri ben diversi come ad esempio la dignità di una pensione di 300 euro (come afferma il terzo anzian0 intervistato).

Questo esperimento sociale mostra tutta la violenza di un paradigma economico ideato ad appannaggio di detentori di rendita che hanno tutto l’interesse affinché le classi subalterne combattano tra loro, chiusi come siamo in un vero e proprio circuito mentale, senza alcuna via di uscita, e pronti ad accettare veri e propri sacrifici umani in nome delle leggi del mercato e del darwinismo economico.

Per questo esiste il movimento Mmt: non solo per ridare dignità all’etica che vede nei diritti alla persona il naturale approdo del progresso civile e umano, ma anche per un cambiamento di paradigma che sia un reale strumento per tutte le classi lavoratrici e imprenditori al fine di ritrovare la libertà di pensare un futuro migliore con più diritti, piuttosto che un mero e disperato mantenimento dei pochi che abbiamo, chiediamoci piuttosto se una pensione di 300 euro come detto dalla candid possa considerarsi in linea con la nostra Costituzione.

E mentre nella candid l’abolizione delle pensioni è per fortuna un puro scherzo (che ci fa riflettere), l’Europa “della competitività e della piena occupazione” ci fa sapere che un eventuale erogazione delle rivalutazioni pensionistiche, oggi finalmente possiamo dire illegalmente bloccati dalla norma Fornero contenuta nel decreto “Salva Italia” di Monti grazie alla sentenza della Consulta, dovrà essere controbilanciata da nuovi sacrifici ed austerità. Non è uno scherzo. Sono vite umane.