Articoli
TRATTO DAL PROGRAMMA ME-MMT DI SALVEZZA ECONOMICA PER L’ITALIA
A. Come spende uno Stato. Il governo di uno Stato con moneta sovrana (che è non convertibile in oro o in altre valute a un tasso fisso, ed è scambiata a tasso variabile) prima spende la propria moneta e solo dopo la ritira tassando o prendendola in prestito. Impossibile che siano le tasse o i prestiti dei privati a finanziare lo Stato, perché lo Stato ha l’esclusiva nell’emissione di moneta, ne ha il monopolio. Si pensi ad esempio: chi emette in esclusiva i biglietti per uno spettacolo, deve prima distribuirli e solo poi li può ritirare. Impossibile il contrario. Ne consegue che lo Stato sovrano non necessita affatto di tasse e prestiti al fine di spendere per la Funzione Pubblica. Colui che ha il monopolio nell’emissione di qualcosa, non deve prenderla in prestito da altri.
Non si deve infatti confondere la condizione dello Stato che emette la propria moneta sovrana con quella dello Stato che usa una moneta altrui, come è oggi l’Italia nell’Eurozona.
È solo nel secondo caso che lo Stato è costretto a spendere tassando prima i cittadini o facendosi prestare i
fondi. Lo Stato a moneta sovrana ha come unici limiti di spesa l’ideologia economica vigente, non fattori obiettivi. Infatti è corretto dire che, poiché questo tipo di Stato ha l’esclusiva nell’emissione di moneta dal nulla, per esso la spesa e gli introiti sono solamente abitudini contabili, non ricchezza vera che entra o esce. Quindi preoccuparsi del fatto che lo Stato a moneta sovrana possa esaurirla, cioè fallire, è come pensare che un professore di matematica possa esaurire i numeri. Ne consegue infine che questo Stato non avrà mai problemi di solvibilità del proprio debito, sia che esso appartenga a creditori italiani che esteri.
B. La Piena Occupazione di Stato non costa troppo. Il governo di uno Stato con moneta sovrana può e deve finanziare senza limiti la Piena Occupazione, poiché essa rappresenta la ricchezza indistruttibile dell’economia nazionale. Non è mai vero che questa spesa pubblica penalizzi i conti dello Stato, né che crei inflazione. Al contrario, essa invariabilmente li migliora e li risana in termini di ricchezza reale creata per il Paese, poiché la Piena Occupazione è il massimo motore economico esistente.
C. Il default. È impossibile che uno Stato con moneta sovrana possa essere costretto al default. Questo perché essendo egli il detentore della propria moneta, ha capacità illimitata di onorare il suo debito puntuale e sempre. I mercati non possono mai in questo caso aggredire l’economia dello Stato.
D. Il debito ‘pubblico’ non è il debito dei cittadini. Lo Stato non è una famiglia. Il governo di uno Stato con moneta sovrana spende accreditando conti correnti, o emettendo titoli che costituiscono, fra le altre funzioni, il risparmio degli acquirenti. Quindi, non dovendo lo Stato prendere in prestito dai privati prima di spendere, è chiaro che il debito (la spesa) dello Stato con moneta sovrana è precisamente l’attivo dei cittadini (settore non-governativo).
Non è mai il debito di cittadini, delle aziende o dei nostri figli/nipoti. La regola secondo cui un buono Stato deve spendere come una brava famiglia è falsa e dannosa. Questo Stato si indebita solo con se stesso, il suo debito è solo una figura contabile denominata nel denaro che esso crea dal nulla. La famiglia, al contrario, non può inventare il suo denaro, e ha ben altri limiti di spesa.
E. La spesa a deficit dello Stato è il nostro risparmio. Ne risulta che se lo Stato spende per noi più di quanto ci tassa (deficit), esso ci lascia beni finanziari che sono esattamente il nostro attivo e il nostro risparmio al netto. Se lo Stato spende per noi tanto quanto ci tassa (pareggio di bilancio), esso ci lascerà nulla, e questo ci impoverisce impedendoci proprio il risparmio. Non si dimentichi che nessuno nel settore non-governativo di cittadini e aziende può creare il denaro dello Stato e con esso arricchirci al netto (le banche creano prestiti ma anche debiti). Se lo Stato poi spende per noi meno di quanto ci tassi (surplus di bilancio) il nostro impoverimento sarà ancora più estremo.
F. Le tasse. Contrariamente a quando si crede, uno Stato con moneta sovrana non usa le tasse per finanziarsi (punto A.). Le tasse servono in primo luogo per imporre al settore non-governativo la valuta dello Stato, che altrimenti sarebbe senza valore. Se infatti il settore non-governativo non fosse costretto a pagare le tasse in quella moneta, esso potrebbe rifiutarla o non accettarla in pagamento per i beni e i servizi che vende allo Stato. In secondo luogo le tasse servono allo Stato come regolatrici dell’economia. Si alzano per calmare un’economia che corre troppo, si abbassano per dare alimento a un’economia stagnante. Soprattutto, esse devono essere sempre a un livello che garantisca la Piena Occupazione.
G. Il Deficit Positivo è un dovere dello Stato. Poiché lo Stato con moneta sovrana ha il potere di imporci di lavorare per guadagnare la sua moneta al fine di pagare le sue tasse, ne consegue che è dovere imprescindibile di questo Stato far sì che vi sia lavoro sufficiente affinché tutti i cittadini possano pagare le loro tasse, vivere dignitosamente, e anche risparmiare. Ergo: la spesa dello Stato deve essere sufficientemente a deficit per garantirci quanto sopra (Deficit Positivo). Lo Stato che, al contrario, ci impone di lavorare per pagargli le tasse nella sua moneta ma non ce ne fornisce a sufficienza per appunto pagare le tasse e per vivere decorosamente, è tiranno, poiché ci costringe a lavorare interamente per lui senza altra possibilità di crescita.
H. Le esportazioni sono un costo, le importazioni sono vera ricchezza per il Paese. Il principio fondante di un’economia funzionale al bene del 99% dei cittadini è il seguente: la vera ricchezza sono i beni e i servizi prodotti internamente, più quelli che il resto del mondo ci invia. Questo principio è supportato non solo dall’evidenza logica, ma anche dall’analisi veritiera delle economie dei Paesi che si sono gettati sull’export, in primo luogo Cina, Giappone e Germania. Contrariamente a quanto di solito detto dai media genericisti, questi Paesi soffrono disfunzioni interne gravi, come il crollo dei consumi, cali significativi dei redditi reali, aumenti esasperanti dei ritmi lavorativi. Gli Stati Uniti, al contrario, sono e rimangono la prima potenza economica del mondo, e non per nulla dedicano alle esportazioni una quota minore dell’economia, che è all’89% domestica e basata sulle importazioni. Si deve comprendere che la corsa all’export implica la dedizione al lavoro di masse di lavoratori e di mezzi per produrre beni e servizi che saranno goduti da altri fuori dall’Italia, e non da noi. In cambio ne riceviamo beni finanziari, che non solo sono assai precari, ma che finiscono sempre nel basket dei profitti delle corporation e sono solo in minima parte re-distribuiti ai cittadini. Inoltre, la corsa all’export nell’economia globalizzata impone tagli al costo del lavoro sempre più esasperati, con conseguente calo dello standard di vita dei lavoratori italiani.
Non solo: la corsa all’export impone al governo di scoraggiare i consumi domestici il più possibile, per favorire l’esportazione dei beni prodotti dai lavoratori di casa. Anche questo danneggia l’economia.
Il principio fondante di cui sopra si può formulare anche nel seguente modo: un governo sovrano che mantenga sempre le Piena Occupazione interna deve permettere solo le esportazioni necessarie ad acquisire importazioni. La Piena Occupazione garantisce sempre un’economia domestica stabile, e le importazioni aggiungono ricchezza reale (real terms of trade). Le esportazioni sottraggono economia reale.
I. Il settore bancario e finanziario. Uno Stato pienamente sovrano deve regolamentare il settore bancario nell’ esclusivo Interesse Pubblico. Primo: eliminare interamente il settore finanziario che è parassita. Secondo: si eliminino tutte le funzioni bancarie che esulano dal pubblico interesse. Terzo: si elimini l’emissione di titoli del Tesoro, che con i moderni sistemi monetari sovrani sono del tutto anacronistici e che costano allo Stato cifre immense in interessi e parcelle di intermediari finanziari.
J. Uscire dall’Eurozona non basta. Ma si badi bene: se, come ci auguriamo, l’Italia tornerà alla sua sovranità monetaria abbandonando l’Eurozona, ma poi non applicherà il principio della Spesa a Deficit Positivo per la Piena Occupazione e per il rilancio di tutto il settore di cittadini e aziende, poco o nulla migliorerà, come infatti accade a Stati come gli USA o la GB che pur avendo sovranità monetaria non applicano la Spesa a Deficit Positivo.