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Le balle dell’economia mainstream si scontrano con i fatti. Capire il funzionamento reale dell’attuale sistema monetario fa rima con democrazia
Un testo semplice per conoscere chi sono gli uomini che hanno pensato l’economia del mondo, saperlo ti permette di capire perché oggi hai un calo di fatturato, di reddito, devi licenziare, e soprattutto ti permette di agire per salvarti
Premessa:
Lollo, capire chi sono gli uomini che hanno pensato l’economia del mondo ti permette di capire perché oggi hai un calo di fatturato, di reddito, devi licenziare, e soprattutto ti permette di agire per salvarti il sedere. Se no rimani un cittadino coglione che tutti possono prendere per il deretano. Ok Lollo? Dai, mettiti d’impegno.
Lollo, ho visto che nel bagno del bar usi l’Amuchina, e fai bene. Pensando ai batteri, ti informo che ci fu un’epoca molti milioni di anni fa in cui l’intero pianeta Terra fu avvolto da una specie di brodo biologico dove proliferarono trilioni di trilioni di batteri, al punto da soffocare qualsiasi altra forma vivente. La Terra era un unico brodo batterico da cima a fondo. Bè, più o meno la stessa cosa avvenne all’economia sulla Terra dal 1980 circa in poi. A quel punto Marx era solo una macchietta ricordata da 4 intellettuali che si rifiutavano di morire, Keynes pure, e così altri grandi nomi dell’economia che sosteneva il primato dell’interesse sociale, come Joan Robinson, Abba Lerner, Piero Sraffa, Dugger o Garagnani. Le nuove star del firmamento economico a senso unico, cioè quel brodo batterico che avrebbe presto dominato tutto il mondo, stavano nascendo.
Vediamole. Primo fra tutti un tal Milton Friedman, americano, fondatore della Scuola di Chicago, che oggi significa Neoliberismo puro, quel Neoliberismo accanito e impenitente nonostante abbia portato devastazioni addirittura grottesche in ogni singolo Paese che ha toccato, inclusa la nostra Eurozona. Poi Karl Brunner, e poi Gerard Debreu, Kenneth Arrow, Frank Hahn (i Neoclassici), poi Alan Greenspan, con Mankiw, Rogoff, e infine gli esponenti della scuola austriaca come Friedrich Hayek e Ludwig von Mises, cioè Neoliberisti e Neoclassici di partenza, ma mooooolto mooooolto più estremisti. Ho già detto che tutti questi, rappresentanti delle relative scuole di economia pro-elite al 350%, avevano, grazie al lavoro delle Think Tanks e dei relativi finanziamenti, infiltrato praticamente tutte le università che contano al mondo, tutti i Ministeri che contano, tutte le Banche Centrali che contano. Insomma, avevano già vinto 30 anni fa, praticamente. Immagina oggi.
Ma nel 1958, in una capanna al freddo, nasceva il vendicatore dell’umanità, colui che vi salverà tutti… My name is Barnard, Paolo Barnard!…………… Ehhh nnnnooooo Lollo, idiota!!!!! Questa l’hai mollata che puzza da vomitare!… ma che cazzz mangi uomo? Daiiiiiiiiiii….. che schifo!
Ok, torno serio. Tu ricordi che una delle caratteristiche dei Neoclassici e dei Neoliberisti fu di convincere quasi tutti che lo Stato è ingombrante, che mette le mani dappertutto e che rovina tutto come un pachiderma in una cristalleria; che se l’economia fosse stata lasciata al Libero Mercato, cioè quel mercato che secondo i Neoclassici si regola da solo per il bene di tutti, ogni cosa sarebbe andata a posto. Nota che, come già spiegato prima, questi ultimi passarono quasi cent’anni a sputacchiare formule matematiche astruse per provare che avevano ragione, ma senza successo. Poi alla fine, in accordo col famoso detto di un fisico americano secondo cui “se prendi i dati e li torturi abbastanza, alla fine confessano”, proclamarono di aver avuto ragione. Ma la cosa straordinaria dei Neoclassici è che non contemplavano mai nelle loro formule che vi fosse il denaro! Ma veramente, il denaro non esisteva per loro. Tutto funzionava a domande e offerte di prodotti e servizi che si bilanciavano. Basta.
Ma si arrivò in un’epoca, anni ’70-’80, dove negare il denaro era diventato ridicolo. Ecco che allora arrivano i Monetaristi. E chi sono? Bè, sono cugini dei Neoclassici, sono fratelli dei Neoliberisti, ma si occupano del denaro, eccome. Numero uno: il già citato Milton Friedman. Una carogna di uomo come pochi al mondo, pensa Lollo che fu amico intimo di due Vampiri assassini come Margaret Thatcher (quella che distrusse le vite di metà degli inglesi e che armava Pol Pot in Cambogia, quella che definì Nelson Mandela un terrorista- sic!) e di Augusto Pinochet (quello che in Cile si divertiva a fare i campi di concentramento dove si torturavano i bambini di 11 anni davanti ai loro genitori, colpevoli di chiedere democrazia). Friedman (scusa Lollo, pausa vomito), fu il padre del monetarismo moderno. Lui accettò che il denaro emesso dallo Stato in effetti contava, ma si accorse che poteva essere speso bene per l’interesse pubblico, come aveva detto Keynes. Non sia mai! Vade retro Satana. E dunque Friedman s’inventò un paio di cosette che ancora oggi dominano le nostre vite, ovviamente in peggio. Eccole:
– Ok, il denaro c’è. Troppo poco denaro in circolo causa depressione economica, ma troppo causa inflazione. L’inflazione è il male di tutti i mali esistenti nell’universo, per cui va combattuta controllando l’emissione di denaro da parte dei governi.
– Ogni Paese ha la disoccupazione, ma se i relativi governi usano l’emissione di moneta per ridurre la disoccupazione sotto un “livello naturale”, allora si avrà l’esplosione dell’inflazione a livelli galattici, fuori controllo.
– Ovviamente tutto ciò che è regolamentazione statale è inefficiente, fallimentare e va abolita. Il Libero Mercato è una creatura meravigliosa, cui va data briglia sciolta dal Canada al Burkina Faso, dalla Lituania alla Korea, dagli USA alle isole Pago Pago.
Ok, due parole su ciascun punto. Che l’inflazione sia il male di tutti i mali se l’era inventato lui. Intanto sappi Lollo che nel 1980, proprio mentre Friedman spadroneggiava, l’Italia aveva il… 21% di inflazione! (oggi il 4%), ma aveva anche il più ricco risparmio delle famiglie del mondo! (25%), più del Giappone. Oggi col 4% d’inflazione siamo ridotti ai Maiali-PIIGS d’Europa. Poi fu un banchiere centrale americano della presidenza Carter a dare retta a Friedman, un tal Volcker, che pur di combattere l’inflazione USA portò i tassi d’interesse sul denaro al… al….?? al 21% Lollo! Praticamente il denaro in America costava così tanto che conveniva pagare in denti d’oro… Risultato? L’economia collassò, per questo Carter fu spazzato via da Reagan, ma Friedman rimase un eroe. Certo, come Prodi qui da noi: ci ha dato l’Eurozona, siamo tutti alla canna del gas, ma lo vogliono fare presidente della Repubblica. Ok…
Friedman parlò di un “livello naturale di disoccupazione”. Fermo: hai idea di cosa significhi non poter lavorare? In USA significa essere messi peggio dei sudanesi, perché là se non lavori praticamente non hai neppure diritto a un cerotto al pronto soccorso. Ma anche qui da noi, significa devastazione familiare, costi sociali tremendi e sprecati, suicidi ecc. Ma per sto bastardo di Friedman un po’ di sto orrore era giusto, non doveva essere curato. E’ come se un famoso sociologo avesse detto che ci deve essere un “livello naturale di stupri”… Yes! Perché no? Fra l’altro la storia recente ha dimostrato che con la piena occupazione (quasi) l’inflazione può rimanere bassissima, vedi gli USA della fine degli anni ’90, quando praticamente i disoccupati erano a zero e l’inflazione pure.
La favoletta secondo cui tutto ciò che è Stato e regolamentazione pubblica vada abolita nel nome del Libero Mercato è forse la peggiore. Sai che significa? Questo: far fare ai Vampiri di Wall Street e delle multinazionali quel cavolo che gli pare, tanto la gente è massa informe e possono crepare. Poi però quando sono le elite dei Vampiri a finire nella cacca fin sopra i capelli… HAAA! Allora quelli come Friedman scoprono che dopo tutto lo Stato ci deve essere, certo! a salvargli il deretano. Ma se lo Stato fa la stessa cosa con una comunità di lavoratori sardi… HAAA! No! Quello è ingombro statale, vecchio, parassitario statalismo! ecc. L’intellettuale dissidente americano Noam Chomsky ha chiamato questa mentalità così: “Socialismo al limone, cioè Capitalismo per i poveri e Socialismo per i ricchi”. Altro non aggiungo.
Poi, mentre sto signor Friedman furoreggiava al punto da beccarsi un Nobel (vabbè, l’hanno dato a Kissinger che ha più morti sulla coscienza di Adolf Eichmann), e mentre i Neoliberisti crescevano come funghi, nella stanza di fianco lavoravano gli economisti della scuola Austriaca, come Friedrich Hayek e Ludwig von Mises. Guarda Lollo, questi sono talmente disgustosi da essere quasi simpatici. Perché erano dei maniaci da legare, veramente, studiosi che avanzavano con idee talmente grottesche e antisociali da sembrare una farsa dei Monty Python. Ora ti dico due cose sull’idea che aveva per esempio Hayek di giustizia sociale:
“una formula vuota… strettamente e interamente vuota e senza significato… una superstizione… un incubo che oggi rende bei sentimenti come strumenti per la distruzione di tutti i valori della civiltà libera… un’insinuazione disonesta di cui gli intellettuali onesti dovrebbero vergognarsi…”
Fra l’altro Hayek arrivò anche a dire che un’Unione Monetaria Europea come quella che abbiamo oggi, cioè sta tragedia senza fine per famiglie e aziende, era sbagliata, ma non perché avrebbe distrutto le sovranità degli Stati, al contrario, perché avrebbe lasciato troppa sovranità agli Stati, mentre nel suo sogno doveva esistere solo un ordine gestito dal puro mercato delle banche in competizione fra loro.
Gli economisti ‘Austriaci’ ebbero però almeno il merito di criticare i Neoclassici nella loro assurda pretesa di sostenere che il Libero Mercato si equilibra sempre da solo. Hayek e Mises dissero no, in effetti ci saranno sempre sbilanciamenti, ma in ogni caso se si deve scegliere fra crisi economiche da disequlibrio e la perdita delle libertà individuali dovute alle regolamentazioni governative, sono meglio le prime. Per gli ‘Austriaci’, Lollo, ogni persona è praticamente il proprio Stato, ma così dicendo hanno poi creato le aberrazioni estreme degli USA, dove veramente esistono comunità che non riconoscono neppure di essere americani, tanto odiano l’idea dello Stato federale.
Ultima cosa su sti ‘cranks’, ovvero fuori di testa come si dice in inglese: vogliono a tutti i costi che i governi tornino allo standard aureo. Ricordi Lollo? Era quella regola morta nel 1971 per cui ogni singola moneta emessa da un governo doveva sempre essere garantita da altrettanto oro che quel governo doveva procurarsi. Cioè: come rendere la spesa di Stato una specie di gimcana angosciante. Loro dicono che questo servirebbe a contenere i deficit statali, ma come sempre non capiscono che i deficit statali sono precisamente la ricchezza dei cittadini e delle aziende di quella nazione. Ignoranti? Bè, sì, anche, ma di peggio.
Infatti pensa un attimo a cosa hanno in comune sia i Neoclassici, che i Neoliberisti, che i Monetaristi, che gli ‘Austriaci’. Bè, ovvio: tutti e quattro in qualche modo vogliono legare le mani dello Stato dietro la schiena in tutto, ma in particolare quando si tratta di… spendere. E, ripeto, questo è mooooooolto sospetto Lollone, perché se è vero, ed E’ VERO, che la spesa dello Stato a deficit è la ricchezza dei cittadini e delle aziende, allora si capisce il disegno pro-elite di tutti sti trionfatori dell’economia moderna: fottere l’Interesse Pubblico, a favore delle speculazioni delle banche e delle loro elite. Alè.
(Lollo si china verso di me e mi dice: “Sai chi sono i veri monetaristi? Noi che facciamo 230 caffè al giorno e diventiamo scemi con ste monetine per il resto…” Ok, domani lo uccido. PB)
FONTE: www.paolobarnard.info
Premessa:
Lollo, capire chi sono gli uomini che hanno pensato l’economia del mondo ti permette di capire perché oggi hai un calo di fatturato, di reddito, devi licenziare, e soprattutto ti permette di agire per salvarti il sedere. Se no rimani un cittadino coglione che tutti possono prendere per il deretano. Ok Lollo? Dai, mettiti d’impegno.
Hai presente Lollo quando un ‘grande’ sparisce dalla circolazione e un’intera epoca muore? Ecco, lo hai detto, proprio tipo quando Michael Jordan se n’è andato dai Chicago Bulls, ma nel caso di John Maynard Keynes le cose se mi permetti furono un pelino più gravi. Devi capire che la morte di Keynes di fatto è stata un po’ come la morte di Freud, nel senso che senza di lui la sua dottrina è stata molto diluita, e ha perduto tutta la genialità.
Lollo devi immaginare com’era il mondo dopo la seconda guerra mondiale. Sul piatto da gioco c’era, non esagero, la più colossale torta economica da spartirsi della storia umana. Prima cosa, tutto il business della ricostruzione, poi la spartizione della aree geografiche più ricche di risorse di tutto il pianeta. Poi ancora le prospettive per il Big Business di creare enormi masse di consumatori che negli anni si sarebbero infettati sempre di più di quel virus che io chiamo “L’Esistenza Commerciale”, oliando macchine di profitti inimmaginabili fino ad allora. Non ci scordiamo il neo-imperialismo USA e Sovietico, che soppiantava il vecchio colonialismo in decadenza di Gran Bretagna, Spagna e Portogallo. Insomma, un tesoro di fronte al quale Atlantide è un gratta&vinci da 50 euro. Ora, il problema fu che le elite dei parassiti, quelle man mano sconfitte dal socialismo, dal comunismo, e dalle democrazie occidentali, si organizzarono furiosamente per recuperare il terreno perduto fra la fine dell’800 e la metà del ‘900. La colossale torta se la volevano pappare loro, ok? Non se ne parlava di permettere alla gente di veramente controllare quella torta, manco per il cavolo. Alla gente doveva essere riservata l’ILLUSIONE di controllare qualcosa, non di più.
Se Keynes fosse vissuto 20 anni di più, non sarebbe stato tanto semplice per i parassiti Neoclassici papparsi il bottino. Ma così non fu. E ci abbiamo rimesso tutti, noi occidentali, per non parlare dei poveri del Sud.
Attento a una cosa: il processo di fagocitazione dei sistemi economici da parte dei Neoclassici non avvenne però nell’arco di un attimo. Anzi, al contrario. Infatti se uno guarda la storia dei nostri Paesi dal 1948 al 1975 circa, cosa vede? Un trionfo di sistemi sociali preziosi, a iniziare dal famoso Welfare inventato dagli inglesi, cioè lo Stato Sociale, per poi proseguire con la crescita esponenziale dei sindacati, delle legislazioni di protezione del lavoro (quella italiana fu la n.1 al mondo), l’istruzione per tutti, e anche una certa quota residua di Keynesismo nelle politiche economiche di molti Paesi. Ma cosa accadeva sotto la copertina? Accadeva che queste elite Neoclassiche lavoravano come pazzi per arrivare a sovvertire tutta questa impostazione. E come lavoravano?
Qui Lollo devi capire una cosa: la differenza fra i ‘buoni’ – che definiamo come coloro che tengono a una società dove le persone comuni sono al centro di tutto, e i ‘cattivi’ – quelli che pensano che le persone siano poco più che mandrie da mungere per controllarne ogni bene, sta nel fatto che i primi sono al 98% delle ‘belle anime’ sbandate che non capiscono niente di come funziona la Macchina infernale del Vero Potere, né accettano che essa va noiosamente studiata per anni. No, loro fanno i cortei colorati, i V-day, i centri sociali, Twitter, o spaccano vetrine, roba idiota. Mentre i secondi sono quella Macchina e sono di una bravura infernale.
Primo, già a 18 anni sono pronti, studiano solo, e non li vedi mai agli Spritz in piazzetta o ai concerti; poi sono finanziati con somme senza limiti, entrano nei club esclusivi dei tecnocrati poco dopo i 20 anni, sono svuotati di qualsiasi umanità già a questo punto, vengono fatti sentire ‘I Padroni dell’Universo’ (J. Meriwether), cioè gli lavano il cervello al punto da convincerli che essi sono razza eletta, non misera gente, con un diritto quasi divino di comandare. Ci sono organizzazioni potentissime che si chiamano Think Tanks (serbatoi di pensiero) che furono create già dagli anni ’50 e poi molto negli anni ’70 (Mont Pèlerin Society, CUOA, Adam Smith Institute, Heritage Foundation, Cato ecc) da finanzieri Neoclassici elitisti le quali, in collusione con noti economisti accademici internazionali sempre Neoclassici o Neoliberisti (Brunner, Meltzer, Friedman, Lucas, Alesina, ecc.) allevarono e allevano schiere di questi giovani per destinarli quatti quatti a infiltrare tutte le strutture chiave del Vero Potere, che non sono i parlamenti o i governi Lollo, ma i quadri medi dei ministeri dell’economia, o le dirigenze delle grandi banche, per non parlare dei posti decisionali nella Commissione Europea, nel Fondo Monetario Internazionale, e infine le docenze universitarie nei migliori atenei. E’ così che nel silenzio dei media e dietro le quinte degli inutili starnazzamenti della politica della Casta, quella gente arrivò entro la metà degli anni ’70 a occupare la cosiddetta ‘stanza dei bottoni’ del Vero Potere, quello sovranazionale, cioè quello più potente degli Stati sovrani.
Ecco che fu in quell’epoca che noi poveracci sentivamo distrattamente parlare al TG di “Europa Unita”, “La Moneta Unica per contrastare il Dollaro”, “Trattati europei per la modernizzazione”, tutto fumo negli occhi che nascondeva nella realtà il fatto che tutti costoro già posizionati nella stanza dei bottoni avevano completato il loro piano finale: sottrarre agli Stati stessi (!) ogni reale potere, soprattutto quello di emettere moneta (Europa Unita della Commissione Europea con creazione Eurozona), ottenere da questi Stati ignoranti la firma per una delega in bianco data a queste elite per la gestione di quasi tutto il potere reale (i Trattati europei per la ‘modernizzazione’), e convincerli che la strada della prosperità si chiama economia Neoclassica, quella truffa pro elite di cui abbiamo già parlato in precedenza (il ‘Rigore dei conti dello Stato’).
L’accelerazione del piano avviene proprio fra l’inizio degli anni ’70 e la fine della decade successiva. Qui Lollo devi notare una cosa fondamentale. Domanda: quali sono in Occidente i Paesi più potenti? Sono USA, Gran Bretagna, Germania e Francia. Bè, il lavoro delle elite, delle Think Tanks e dei loro ‘automi’ lavati nel cervello (ma abilissimi) posizionati nei posti chiave fu in grado praticamente nell’arco di un paio d’anni di piazzare alla guida di questo poker di super potenze quattro politici totalmente nelle loro mani: Ronald Reagan in USA, Margaret Thatcher in GB, Helmut Kohl in Germania e Francois Mitterrand in Francia. E’ quello che io ho chiamato “Il Poker Neoliberista”.
Sì’ sì, lo so Lollo, è la seconda volta che nomino sti Neoliberisti, e tu da bravo scolaro mi hai appena chiesto “ancora n’altro Neodéstoccazz?”. Ok, ti spiego la differenza fra i Neoclassici e i Neoliberisti. In breve: i primi sono un vero movimento di teoria economica accademica nato come ti dissi in reazione a Marx. I secondi sono un movimento ideologico politico soprattutto, più che economico. Nacquero nel corso di una conferenza tenuta, sembra, da Karl Brunner a inizio anni ‘70, e condividono quasi tutte le idee dei Neoclassici, ma a queste hanno aggiunto i dogmi di “smaller governments, and hands off”. Cioè loro iniziarono a strombazzare che i governi dovevano rimpicciolirsi, levarsi dalle balle, e non mettere le loro mani in pasta praticamente da nessuna parte nella società, che andava lasciata libera di arrangiarsi secondo la solita stupidaggine Neoclassica che il Libero Mercato si autoregola (però quando si tratta di salvare il culo a loro, a quel punto i Neoliberisti invocano lo Stato!!!!!… ma dai?). Reagan, Thatcher, Mitterran e Kohl erano Neoliberisti D.O.P., anche se per esempio Mitterrand fingeva di non esserlo. Ma di fatto, a quel punto, il top della potenza mondiale era nelle mani dei Neoliberisti/Neoclassici, il poker era fatto.
Guarda Lollo che quanto ti sto dicendo è di una importanza non solo fondamentale, ma tragica direi. Perché con un Poker simile fu ancora più facile per le elite parassite spazzar via dalla memoria, dai libri di testo, e dalle stanze della politica qualsiasi traccia di economia keynesiana per l’Interesse Pubblico. Letteralmente fu dal ventennio ’70-’80 che il mondo cambiò in modo sconvolgente per loro mano: collasso indecoroso dei sindacati, politiche di privatizzazioni-truffa a tutto spiano per arricchire pochi parassiti (le fischiano le orecchie On. D’Alema, uomo delle privatizzazioni italiane record in UE dal 1997-1999?), distruzione della certezza e del diritto del lavoro, diluizione delle leggi a difesa dei diritti civili, dell’ambiente, esplosione dei media come strumenti di idiozia di massa, e soprattutto la nascita dei “Fantasmi del debito pubblico e dell’Inflazione” proprio per paralizzare la funzione primaria dello Stato di proteggere e aiutare i suoi cittadini. Più tanto altro, che qui non ci sta. Ultima cosa Lollone, prima che stappi la varechina… Non dobbiamo dimenticare le lobby. No, no, non dire corbellerie, non sto parlando dei film di Hollywood. La parola lobby è stata abusata per decenni da ogni sorta di fantasioso cretino, fino alle chiacchiere da bar. No. Le lobby esistono e sono formidabili macchine da guerra esattamente come le Think Tanks, e fra l’altro gestite sempre dalla solita risma di rapaci elites. La faccio breve: fu un giovane conservatore americano negli ultimi anni ’60 che fece la pensata micidiale. Si chiamava Ed Feulner, stava a Washington D.C., e si rese conto che i parlamentari erano troppo ignoranti per sapere tutto quello su cui erano chiamati a decidere: cose che andavano dalla regolazione degli strumenti finanziari, alla farmaceutica, all’immigrazione, la sanità, i diritti civili, le guerre, i commerci, la infrastrutture, l’istruzione ecc. Ecco che a sto Ed si accende la lampadina, e dice: “Questi decisori devono avere dei tecnici a disposizione che dall’Hotel al parlamento, letteralmente nella durata del viaggio in auto blu, gli spiattelleranno dei rapporti BREVI, SEMPLICI DA LEGGERE, sul tema in votazione in quella giornata, così questi si presentano in aula e fanno la bella figura”. Alè.
Ed Feulner fonda una Think Tank che diverrà un vero colosso mondiale, La Heritage Foundation, proprio per fare questo, cioè per creare i lobbisti al servizio dei parlamentari. Naturalmente quei rapporti usa e getta erano poi scritti con tutti gli interessi delle elite dentro, ovvvvvioooooooo! Il successo di quest’idea fu mondiale. Organizzazioni come la sua nacquero come funghi ovunque. Per sottolineare quanto appena detto bastano alcuni dati: Washington è infestata di lobbisti, dai 16 ai 40 mila all’anno a seconda delle sedute del Congresso, con un budget di circa 3 o 4 miliardi di dollari annui. Nella UE, e specificamente nel suo centro di potere di Bruxelles, all’incirca 15-20 mila di questi uomini e donne vagano per i corridoi della Commissione Europea con 1 miliardo di euro da spendere. Negli Stati Uniti alcuni nomi: American Banking Association, Housing Finance Alliance o la Private Investor Coalition e la US Chamber of Commerce. Tutta Wall Street da cima a fondo fa lobbying furiosamente. In Europa invece le lobby si sono organizzate in gruppi registrati, e quelli di gran lunga più potenti sono le lobby finanziarie e di business. Nomi come il Trans Atlantic Business Dialogue, la European Roundtable of Industrialists, il Liberalization of Trade in Services, la European Banking Federation, la European Employers Association, oppure Business Europe e il Group of 30 sono ascoltatissimi a Bruxelles. Anzi, comandano, fidati Lollo. In Italia i nomi più noti sono: La Reti, poi Cattaneo Zanetto & co., VM Relazioni Istituzionali, Burson-Marsteller, Beretta-Di Lorenzo & partners.
Ok, stop. Come hai capito questa epoca che ci porta agli anni ’80 fu segnata dal trionfo di questa pianificazione ferratissima, ferocissima, finanziatissima, efficientissima, da parte delle elite Neoclassiche e Neoliberiste, che cambiò tutto il nostro mondo… in peggio, mentre noi ‘belle anime’ facevamo le feste di piazza colorate, i sit-in, e i concerti per un mondo migliore, ma studiare come loro… nooooooo. La catastrofe dell’Eurozona di oggi non sarebbe stata possibile senza quella pianificazione.
(Lollo è già a metà della bottiglia di varechina, ma lui è uno tosto, se la caverà…)
Fonte: www.paolobarnard.info
Il grande messaggio di John Maynard Keynes fu che nel momento del bisogno (come oggi!) e per evitare sofferenze sociali tragiche (come oggi!), lo Stato può curare l’economia con sufficienti iniezioni di investimenti a deficit, certo, a deficit!, fino a raggiungere la prosperità
Premessa:
Lollo, capire chi sono gli uomini che hanno pensato l’economia del mondo ti permette di capire perché oggi hai un calo di fatturato, di reddito, devi licenziare, e soprattutto ti permette di agire per salvarti il sedere. Se no rimani un cittadino coglione che tutti possono prendere per il deretano. Ok Lollo? Dai, mettiti d’impegno.
E adesso Lollone mio andiamo dentro al genio di Keynes e qui la fatica la faccio io, non tu, perché semplificare l’opera di questo uomo, che è poi soprattutto la celeberrima Teoria Generale, è un casino della malora. Ma siccome sono al quarto Pinot mi sa che ce la faccio. Pronti, via.
Keynes si pone un problema, cioè: cosa fa girare bene l’economia? Un’economia gira bene se c’è ‘domanda’, osserva. Allora cosa crea la domanda ‘effettiva’, che significa, cosa crea le condizioni perché ci sia richiesta (domanda) di beni e servizi e produzione? Infatti se c’è questa domanda ci saranno posti di lavoro per produrre, investimenti, redditi, e prosperità. Allora Keynes individua due componenti fondamentali per avere la domanda ‘effettiva’.
A) LA FUNZIONE DEL CONSUMO. Significa il meccanismo secondo cui un soggetto decide quanto spendere per consumare prodotti e servizi. Keynes dice che va studiato questo meccanismo per capire se ci saranno soldi che girano.
B) LA DECISIONE DI INVESTIRE. Significa che cosa spinge un soggetto a investire nell’economia. Keynes pensa soprattutto agli investitori, che potrebbero decidere di aprire fabbriche, aziende, ecc. Anche questo va studiato bene.
Allora, il punto A). Keynes ci dice che secondo lui la gente comune tende a spendere 90 centesimi per ogni dollaro che guadagna (uso dollaro come esempio). Ma ci sono delle variabili. Per esempio un professionista ricco spende meno di 90 centesimi per ogni dollaro, perché si può permettere di risparmiare più di un impiegato. Poi spesso le classi basse addirittura sono costrette a spendere di più di 100 centesimi per ogni dollaro guadagnano, e vanno a debito. Quindi, conclude Keynes, la FUNZIONE DEL CONSUMO dipende strettamente dal tipo di reddito che uno ha. Ma comunque in media la gente spende il 90% di quello che guadagna, ok? Allora Keynes ne deduce che ci sarà un 10% di cose prodotte che rimangono sempre invendute, e questo è male, è un problema per l’economia.
A questo punto Keynes dice che l’unica cosa che può riempire questo buco è l’investimento nell’economia, la DECISIONE DI INVERSTIRE. Ma cosa spinge qualcuno a investire? Eh già, questo è un problema fondamentale anche oggi Lollo, dove siamo tutti speranzosi di avere investitori che creano posti di lavoro. Keynes qui afferma una cosa drastica e verissima: uno investe SOLO SE E’ OTTIMISTA sul futuro dell’economia. Infatti l’investimento non dipende, come i consumi, dal reddito. Dipende dalle aspettative che un investitore ha di farci un ricavo. Magari l’investitore ha anche un bel gruzzolo, ma è inutile, se non è ottimista sulle prospettive dell’economia non investirà un cavolo, conclude Keynes. Addirittura, se invece c’è ottimismo sull’economia gli investitori investiranno anche se non hanno soldi (prestiti).
Ora attttttentoooooo!
Questo è un punto crucialissimissimissssssimo. Vedi cosa succede oggi? Oggi l’Eurozona ha stabilito regole economiche che di per sé distruggono l’economie dei Paesi membri. Keynes aveva previsto che in una situazione depressa gli investitori non avrebbero mai investito, e infatti da noi è proprio così. Non investe nessuno, non si creano posti di lavoro e redditi. Ma questo ci impoverisce ancora di più, e allora l’investitore teme sempre di più e investirà sempre di meno… e così via come un cane che si morde la coda. Capisci Lollo che razza di disastro hanno creato quelli che W l’euro!, W le regole del rigore! Stocazzo. E’ una condanna senza via d’uscita. E infatti anche quelle operazioni che fa Draghi alla Banca Centrale Europea sono del tutto idiote, come disse Keynes. Draghi si è inventato il LTRO, cioè pompa soldi a tassi bassissimi nelle banche europee credendo che poi queste torneranno a investire o prestare alle famiglie e aziende. Ma non lo fanno! Proprio per quello che disse Keynes: nessuna banca apre i rubinetti se è pessimista sull’economia, Cristo! Ma ci vuole molto a capirlo?
Ma Keynes era un genio, e predisse anche un’altra cosa nel capitolo 17 della Teoria Generale. La faccio semplice: se gli investitori si trovano appunto in un’economia che va sempre più in depressione, sai cosa faranno? Decideranno, disse Keynes, di investire solo in beni finanziari (beni liquidi), cioè speculazione che non crea nessun posto di lavoro né vera economia. Disastro. Infatti, gli investitori per investire invece in beni reali e posti di lavoro (beni illiquidi) pretenderanno degli interessi altissimi per coprirsi dai rischi. Ecco Lollo, eccoti esattamente la situazione catastrofica e distruttiva di oggi, Cristo!, dove gli investitori non stanno aprendo aziende, anzi, falliscono in massa, e dove quindi la spirale negativa dell’economia va sempre più in basso con la disoccupazione sempre più in alto, come predisse Keynes. Mentre dall’altra parte hai investimenti folli in speculazione.
Per finire questa tappa Keynesiana, arrivo alla ricetta che Keynes diede per rimediare al disastro sopra descritto. E indovina cosa disse? Disse che in quelle condizioni di pessimismo generale e di depressione SOLO lo Stato è in grado di intervenire a stimolare l’economia con i suoi investimenti. E DEVE farlo, ci dice Keynes. Riassumo: gli investitori investiranno e creeranno posti di lavoro solo se sono in un’economia che promette bene; gli investitori non assumeranno MAI e poi mai neppure se sti tecnocrati Neoclassici delinquenti (Fornero) abbassano gli stipendi come in Kosovo, sempre perché sono pessimisti sull’economia; questo significa che il Mercato da solo non eliminerà mai la disoccupazione; infatti meno redditi ci sono meno la gente spende meno gli investitori guadagnano e meno investono. A questo punto solo lo Stato può intervenire a stimolare l’economia coi suoi soldi.
Ma Lollo, te lo sto dicendo da 9 puntate: oggi TUTTI GLI ECONOMISTI al potere e tutti i Trattati europei sovranazionali (+potenti dello Stato) ci impongono che lo Stato NON SPENDA ASSOLUTAMENTE, anzi, deve risparmiare. Immagina, adesso che conosci Keynes, come diavolo se ne esce. Ed è un disastro epocale che paghiamo sulla pelle di milioni di famiglie.
Soluzioni Lollo?
(Lollo alza il braccio destro e lo pone su un magnum di Vodka… mi sembra di capire cosa mi sta dicendo)
FONTE: www.paolobarnard.info
1. La Storia dell’Economia (che ti dà da mangiare) spiegata a Lollo del mio bar-Adam Smith
2. La Storia dell’Economia (che ti dà da mangiare) spiegata a Lollo del mio bar-Thomas Robert Malthus
3. La Storia dell’Economia (che ti dà da mangiare) spiegata a Lollo del mio bar-David Ricardo
4. La Storia dell’Economia (che dà da mangiare) spiegata a Lollo del mio bar-Karl Marx (prima parte)
5. La Storia dell’Economia (che ti dà da mangiare) spiegata a Lollo del mio bar-Karl Marx (seconda parte)
6. La Storia dell’Economia (che ti dà da mangiare) spiegata a Lollo del mio bar-Karl Marx (terza parte)
7. La Storia dell’Economia (che ti dà da mangiare) spiegata a Lollo del mio bar-Dall’Anarchismo a Weimar
. La Storia dell’Economia (che ti dà da mangiare) spiegata a Lollo del mio bar-John Maynard Keynes (prima parte)
9. La Storia dell’Economia (che ti dà da mangiare) spiegata a Lollo del mio bar-John Maynard Keynes (seconda parte)
Premessa:
Lollo, capire chi sono gli uomini che hanno pensato l’economia del mondo ti permette di capire perché oggi hai un calo di fatturato, di reddito, devi licenziare, e soprattutto ti permette di agire per salvarti il sedere. Se no rimani un cittadino coglione che tutti possono prendere per il deretano. Ok Lollo? Dai, mettiti d’impegno.
Lollo, sai quando nasce un genio? Hai presente? No, non quello che domenica ti ha fatto beccare Cassano-primo goal e incassare 500 euro di scommessa… dicevo qualcosina di un po’ meno importante, ma comunque sempre un genio. Parlo del tuo John Maynard “ecchiccazzoè?” Keynes, dai ricordi? Ecco. Quell’economista a mio parere era un genio, e oltre tutto era uno di quei tizi che mentre con una mano studiava tutto lo scibile del mondo, con l’altra lo cambiava pure, poi faceva anche il resto.
L’importanza di Keynes sta soprattutto in una cosa: fu colui che prese il meglio di tutta l’economia sociale, quella pro-gente, la codificò cento volte meglio di chiunque fosse venuto prima, e cambiò per sempre il modo di pensare alla gestione economica di una nazione. Infatti sconvolse tutti, e fece infuriare in modo inaudito i nemici dell’economia sociale, i famosi Neoclassici di cui abbiamo parlato. Se Marx era stato fino a quel momento un muro da abbattere per le elite finanziarie dei predatori neoclassici, Keynes divenne la muraglia cinese da abbattere. Fu dopo di lui che la battaglia fra economisti pro-Stato e pro-gente, e quelli anti-Stato e anti-gente si trasformò in una carneficina, altro che battaglia. Con ferocia. Pensa che ancora oggi se si nomina Keynes alla Bocconi di Milano, noto covo di Neoclassici, tutti tirano fuori aglio, crocifisso, martello e paletti acuminati…
Allora, cosa disse sto Keynes, Lollo? Oddio, non è che lo possiamo riassumere in una puntata, abbi pazienza. Ma ok. Devi sempre ricordare che fin dai tempi di David Ricardo (‘700) la fondamentale divisione dell’economia fu fra due convinzioni:
CONVINZIONE 1 (Ricardo e poi tutti i Neoclassici) – PRIMA SI DEVE RISPARMIARE, POI SI POTRA’ SPENDERE/INVESTIRE PER PRODURRE E TORNARE A RISPARMIARE
CONVINZIONE 2 (Marx e i suoi discendenti) – PRIMA SI DEVE SPENDERE/INVESTIRE, POI SI POTRA’ PRODURRE E RISPARMIARE
E guarda che ancora oggi è la stessa storia, ancora oggi i campi di guerra sono questi. Quindi arriva Keynes e dice: inutile insistere, se prima non ti arrivano i soldi è impossibile che chiunque possa risparmiare o produrre (Convinz.2). Se lo Stato non crea e non fa girare i soldi (se risparmia), se gli stipendi non vengono spesi (per risparmiare), le aziende non vendono, licenziano, l’economia va in una spirale che si morde la coda, con sempre meno lavoro, sempre meno stipendi e così daccapo. Ma non solo. Keynes va oltre, e da bravo scolaro che era si prende la briga di studiare tutta la teoria Neoclassica e di smontarla pezzo a pezzo. Provo a farla semplice, eh? Ci provo, dai.
I Neoclassici sostenevano e sostengono che i risparmi e gli investimenti/spesa si equilibrano da soli. Cioè: loro dicono che se la nazione risparmia, nel senso che mette i soldi in titoli di Stato e di soldi ne circolano pochi in giro, allora i tassi d’interesse saranno bassi (+ titoli si comprano + i tassi scendono, e con pochi soldi in giro la Banca Centrale può tenere i tassi d’interesse bassi). Se i tassi sono bassi, continuano i Neoclassici, la gente e le aziende sono incoraggiati a spendere i risparmi in investimenti, proprio perché non conviene tenere risparmi in banca con interessi così bassi. E poi in sto modo le aziende sono incoraggiate a investire, perché prendono in prestito dalle banche a interessi bassi. Mentre se, al contrario, si comprano pochi titoli e si risparmia poco, cioè circolano molti soldi, i tassi saranno alti, e come in una legge naturale di riequilibrio, la gente e le aziende vorranno risparmiare per lucrare sui tassi alti. Violà! Lasciate fare al Mercato, lo Stato non interferisca!
Arriva il nostro Keynes e dice: macché! Questa è tutta teoria dei Puffi, buona solo a parole, ma nella realtà se tutti risparmiano si abbassano i consumi; se si abbassano i consumi si ammazza la produzione, e questo fa crollare i profitti, gli stipendi e l’occupazione, e questo a sua volta fa ovviamente crollare persino i risparmi. Ovvio, dice Keynes, come diavolo si fa risparmiare se l’economia va in depressione proprio a causa della mania di risparmiare? E come diavolo si fa risparmiare se uno deve pescare proprio dai risparmi perché l’economia è in depressione? E’ un paradosso, dice il nostro, e infatti lo chiamò Il Paradosso della Sobrietà. Poi aggiunse: è ovvio che per poter risparmiare qualcuno ti deve prima aver dato i soldi da risparmiare, quindi devi aver avuto un profitto o un reddito, ma se prima ci deve essere stato un profitto o un reddito significa con certezza che prima c’è stato qualcuno che ha investito/speso. Quindi è altrettanto ovvio che è l’investimento/spesa che deve venire prima del risparmio, e non il contrario, come sostengono i Neoclassici. Poi: ricordiamoci, dice il nostro, che il maggior investitore e spenditore è lo Stato, che ha la macchina per stampare soldi suoi teoricamente all’infinito, e quindi in caso di bisogno deve essere sempre lo Stato il primo a investire/spendere.
Insomma, Keynes distrugge l’idea neoclassica secondo cui l’economia si equilibra da sola nel gioco spontaneo fra risparmi e investimenti/spesa, basta che lo Stato si levi di mezzo e tutto venga lasciato nella mani del Mercato. Keynes dice che non esiste un pilota automatico in economia e che l’investimento/spesa dello Stato è in primis il motore certo di tutta l’economia di un Paese. E questo fu rivoluzionario allora, come lo è oggi, dove sti Neoclassici al potere ci stanno distruggendo col pareggio di bilancio (dove lo Stato NON deve spendere e deve risparmiare), infatti guarda com’è conciata l’economia. Capito? Alla prossima maggiori dettagli, và.
(p.s. Lollo è diventato Keynesiano all’istante! Infatti mi ha subito detto: “Fa mò il Keynes anche tu e spendi, che oggi hai spizzicato gli aperitivi ma non hai cacciato un soldo ancora!”)
FONTE: www.paolobarnard.info
1. La Storia dell’Economia (che ti dà da mangiare) spiegata a Lollo del mio bar-Adam Smith
2. La Storia dell’Economia (che ti dà da mangiare) spiegata a Lollo del mio bar-Thomas Robert Malthus
3. La Storia dell’Economia (che ti dà da mangiare) spiegata a Lollo del mio bar-David Ricardo
4. La Storia dell’Economia (che dà da mangiare) spiegata a Lollo del mio bar-Karl Marx (prima parte)
5. La Storia dell’Economia (che ti dà da mangiare) spiegata a Lollo del mio bar-Karl Marx (seconda parte)
6. La Storia dell’Economia (che ti dà da mangiare) spiegata a Lollo del mio bar-Karl Marx (terza parte)
7. La Storia dell’Economia (che ti dà da mangiare) spiegata a Lollo del mio bar-Dall’Anarchismo a Weimar
8. La Storia dell’Economia (che ti dà da mangiare) spiegata a Lollo del mio bar-John Maynard Keynes (prima parte)
9. La Storia dell’Economia (che ti dà da mangiare) spiegata a Lollo del mio bar-John Maynard Keynes (seconda parte)
Brillante analisi sul falso mito che crede gli USA o altri Paesi con un consistente debito pubblico nella loro valuta a tasso di cambio fluttuante sull’orlo dell’iperinflazione