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Un Presidente del Consiglio degno di questo nome non passerebbe il tempo a fare degli show con Bruno Vespa o nella sua Firenze. Un Presidente del Consiglio degno della nostra Costituzione invierebbe al commissario ai Servizi Finanziari Jonathan Hill, ex lobbista londinese, l’articolo 47 della nostra Costituzione e si rifiuterebbe di obbedire a questo genere di folli ordini. Che altra motivazione non possono avere se non quello di esperimenti sociali sulla pelle degli italiani.

Poniamo doveste combattere una guerra. Di quelle vere, come abbiamo conosciuto nella storia. Un esercito da una parte della trincea, un esercito di fronte. Fucili, cannoni, aereoplani, mine, filo spinato.
Ad un certo punto uno dei due eserciti viene privato di tutte le armi. Può combattere soltanto dei corpo a corpo con i coltelli e arnesi da cucina. L’altro esercito invece progredisce negli armamenti tecnologici.
Il generale dell’esercito disarmato vi farà un po’ pena. Sposta le truppe, studia le mappe, la configurazione del terreno, i punti deboli dell’avversario, i tempi dei rifornimenti di cibo e acqua. Ma non potrà vincere mai quella guerra.
Il generale dell’esercito disarmato, non ha il coraggio di ordinare il rompete le righe. Deve diffondere tra i soldati la convinzione che le cose stiano andando meglio, e che riusciranno comunque a battere il nemico.
Tuttavia se fosse onesto, il generale dell’esercito disarmato dovrebbe dire ai soldati e alla sua nazione: “Non possiamo combattere né difendere il nostro suolo. Senza armi sarà impossibile ricacciare i nemici oltre i confini”.
La colpa principale, e grave, del generale è l’omissione della verità. L’esito finale della sua omissione sarà una carneficina tra le sue truppe. Così sarà ricordato dalla storia.
Matteo Renzi è l’ultimo generale dell’esercito disarmato chiamato Italia. La miccia accesa alla bomba è in mano sua, da quasi due anni. Non può fare nulla, e infatti nulla fa, se non spostamenti di truppe, ranci girati un po’ qua e un po’ là. Il suo esercito è totalmente sottomesso alle decisioni del nemico, che si chiama Mercato Globalizzato e ha un centro direzionale iper-attrezzato di nome Mercato Finanziario Globalizzato.
Nel caso delle “4 banche” CariChieti, CariFerrara, Banca Marche e Banca Etruria, il generale Matteo Renzi può parlare e può studiare. Non può agire come sarebbe previsto dalla nostra Costituzione. Parla e dice: “Il Governo italiano quando ha visto che quattro banche rischiavano di chiudere e rischiavano di perdere migliaia di posti di lavoro e i soldi dei contribuenti è intervenuto e sono molto lieto delle misure che ha preso perché ha salvato i soldi dei conti correnti e i posti di lavoro
(fonte Huffington Post).
Può studiare: “Matteo Renzi dice sì all’apertura di una commissione di inchiesta parlamentare su ciò che è avvenuto nel sistema bancario italiano ed europeo negli ultimi 15 anni“. Ma non ha le armi per agire.
Le armi sono saldamente in pugno di un esercito del nemico non democratico, infatti i generali rispondono al nome di Commissari e non di Ministri. Il generale che ha di fronte Renzi si chiama Jonathan Hill. Nonostante sia a capo di un potere immenso, avendo il “Commissariato” più potente, quello ai Servizi Finanziari, nessuno nell’esercito di Renzi e nella popolazione da lui difesa sa quale sia il suo volto, figuriamoci la sua storia. La distanza è Potere.
Jonathan Hill si può permettere di irridere una nazione intera perché non ha alcun rapporto con i governati da Renzi, e infatti dice che le banche “vendevano alla gente prodotti inadatti” e questo ha avuto “conseguenze personali per alcune persone in Italia”, e ancora: “Hill non ci gira intorno: è il governo italiano a essere alla guida” del processo di salvataggio delle 4 banche italiane “ed ha la responsabilità per questo“. “Il governo ha discusso a lungo con la Commissione, in particolare con la Direzione generale concorrenza” che ha “ritenuto che le misure prese erano compatibili con la legislazione Ue” sui salvataggi bancari.
Fine della guerra.
Jonathan Hill è un politico conservatore inglese fondatore di una società di lobbying Quiller Consultants, nel 1998. Qui alcune informazioni sintetizzate da Filippo Abbate di Me-Mmt.

Tutti coloro che vi parlano di libero mercato, di responsabilità individuale dei piccoli risparmiatori, di aiuti di Stato, va bene, sono tutte cose buone. Ma omettono di dire che anche questa è una guerra, combattuta con strumenti sofisticatissimi, dove i Matteo Renzi di turno fanno sistematicamente la figura dei pagliacci (meritandosela in pieno, sia detto). Nessuna società si regge a lungo sui libri di testo, perché l’umanità è sempre più complessa del più illuminante dei saggi, e i libri di testo di chi è oggi al comando sono pura astrazione matematica chiamata economia. Qualcosa esattamente speculare al socialismo reale, quando si riteneva che l’umanità potesse conformarsi a rigidi modelli intellettuali. 
Qui alcune risposte:
Video, Ben Bernanke, capo della Fed, Banca Centrale Usa, spiega che il salvataggio delle banche americane è avvenuto senza chiedere un centesimo di tasse ai cittadini: Le tasse non pagano la spesa pubblica

Articolo di Giacomo Bracci, Quanto ci costa (non) salvare le banche, 22 ottobre 2015.
Articolo di David Lisetti, La Germania salva i suoi risparmiatori. L’Italia offre il loro scalpo alla Ue, 10 dicembre 2015.
Video della conferenza “Lasciateli Fare”, registrato a Recanati sabato 5 dicembre 2015, si ascolti dopo 1 ora e 20 il trader e blogger Giovanni Zibordi su questioni bancarie:

Fonte: Riviera Oggi