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Tre serate organizzate a Caorso, in Emilia Romagna, dal gruppo territoriale Me-Mmt Emilia Romagna. Tema degli incontri (ingresso libero): “Capire la crisi economica e soluzioni per uscirne”. Gli appuntamenti si svolgeranno alle ore 21 per tre venerdì consecutivi, l’8 aprile, il 22 aprile e il 6 maggio. Relatori saranno Daniele Morandi e Giuseppe Nasone. Nel manifesto seguente i dettagli dei tre incontri.

San Marino, Venerdì 29 Gennaio e 12 Febbraio ore 20.15 conferenze Capire la crisi economica e le soluzioni per uscirne, presso Serravalle (RSM) via Benedetto di Giovanni 9.

Come insegna la MMT, i limiti di bilancio di una nazione sono solo e sempre frutto di una scelta politica. Così la Commissione Europea non conteggerà le spese per la lotta al terrorismo, come quelle in precedenza per l’emergenza emigrazione. Nessuna deroga, invece, per disoccupazione, welfare, istruzione. Come ricorda il Pontefice. Guarda il video

Locandina-Ue-e-Piena-Dis-Occupazionejpgda Economia per i cittadiniSabato 28 novembre alle ore 17 presso la sala consiliare del quartiere Porto di Bologna in via dello Scalo n. 21 si svolgerà il convegno sul tema del lavoro e della disoccupazione organizzato dall’associazione Economia Per I Cittadini (Epic).

Relatori dell’evento saranno Giorgio Cremaschi del Forum Diritti del Lavoro, il professor Claudio Sardoni dell’Università La Sapienza di Roma e l’associazione Epic nella persona di Giacomo Bracci. L’associazione Me-Mmt Italia e gli attivisti emiliano-romagnoli della Me-Mmt hanno il piacere di divulgare l’evento e di invitare chi lo voglia a parteciparvi, considerata la comunanza di obiettivi e la reciproca collaborazione da tempo avviata.

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Punto focale della discussione sarà il tema del lavoro unitamente al problema della disoccupazione. Il convegno mira ad evidenziare il netto contrasto tra l’attuale situazione occupazionale dell’Unione Europea, caratterizzata, secondo rilevazioni Eurostat, da un tasso di disoccupazione superiore al 10%, e la proposta dell’associazione Epic e di tutto il movimento MMT italiano di attuare dei “programmi di lavoro garantito” (Job Guarantee) al fine di raggiungere la piena occupazione ed assicurare un nuovo sistema di welfare. Corroborata dagli studi condotti dalla scuola neo-cartalista, e più precisamente dagli esponenti della Modern Money Theory, tale proposta si fonda sull’assunto che, nel caso in cui il settore privato non sia in grado di creare sufficiente lavoro, debba essere il settore pubblico a sanare la situazione assumendo direttamente chiunque voglia e possa lavorare.

La chiusura dell’impianto di Portovesme da parte della multinazionale Alcoa, il numero di esuberi della Indesit e la vicenda Omsa non sono certo casi isolati nel panorama attuale; rappresentano l’immagine emblematica di una condizione diffusa, che attraversa aree geografiche disparate da sud a nord.

Riportando parte di un’affermazione di Cremaschi a proposito dell’Ilva, “quando la nocività produce morti su morti, fuori e dentro la fabbrica, e i bambini di dieci anni del quartiere Tamburi hanno nei polmoni l’equivalente di quaranta sigarette al giorno”, si assiste ad una drammatica contrapposizione tra il diritto alla salute e il diritto al lavoro, due diritti parimenti meritevoli di tutela, l’affermazione di uno dei quali non dovrebbe escludere il godimento dell’altro.

L’Ilva, assieme agli altri casi già citati, impone anche una riflessione sul ruolo dei sindacati, sul meccanismo della concertazione e sul processo che li ha portati all’accettazione della riduzione dei diritti e dei salari dei loro rappresentati per ottenere, come contropartita, il riconoscimento e l’istituzionalizzazione dei sindacati stessi. A tal proposito, chi meglio di Cremaschi, il quale ha recentemente restituito la tessera della Cgil dopo 44 anni “perché non vedo nei gruppi dirigenti alcuna volontà di cogliere il disastro in cui è precipitato il mondo del lavoro e le responsabilità sindacali in esso”, può esprimere delle valutazioni sull’accaduto?

Altrettanto rilevante ai fini dell’analisi delle ragioni di tale presente è il contributo del professor Sardoni, le cui considerazioni non portano ad escludere che, tra i tanti fattori all’origine della scarsa dinamicità dell’Unione Monetaria Europea, l’attuale assetto dell’Unione e i vincoli posti dal Patto di stabilità e crescita abbiano un effetto depressivo. “In altre parole, con l’esperienza dell’euro è stato scisso il legame storicamente sempre esistente fra moneta e autorità statale, che esercita la propria sovranità tramite il fisco e la moneta”. Se la Bce ha come unica finalità quella di controllare l’inflazione esercitando la sua funzione di garante della stabilità dei prezzi, d’altro canto non vi è la possibilità di attuare una adeguata politica fiscale, che controbilanci gli effetti potenzialmente depressivi di una rigorosa politica antinflazionistica. In una fase di recessione, i vincoli del Patto di stabilità impongono ai governi l’intervento con misure restrittive (minori spese e/o maggiori entrate), quando invece sarebbero necessarie misure espansive di politica fiscale. Da queste misure restrittive risulterà un’ulteriore contrazione dei redditi, che determinerà a sua volta un peggioramento dei conti.

“C’è una lotta di classe in corso, e i lavoratori non stanno vincendo“. (Bill Mitchell, economista) “C’è una lotta di classe, è vero, ma è la mia classe che sta facendo la guerra, e stiamo vincendo“. (W.Buffett, magnate finanziario)

Due prospettive differenti, una constatazione univoca.

da Me-Mmt Emilia Romagna. La gestione della ristrutturazione di un debito pubbico è più pressante che mai. Il sistema attuale ripone una fiducia eccessiva nelle virtù del mercato, con inutili conflitti e costosi ritardi nell’affrontare i problemi. Gli esempi sono molti: in Argentina lo scontro tra le autorità e un numero ristretto di “investitori” (fondi avvoltoio/hedge fund) […]

Di Me-MMT Emilia romagna.
Anche per i dipendenti della Mondadori di Villa Verucchio in provincia di Rimini, una messa in mobilità potrebbe essere un fisiologico evento della propria vita lavorativa anziché un dramma personale e familiare.
L’ennesima vicenda di una riorganizzazione aziendale che si ripercuote sui lavoratori, costretti a una scelta ingrata: o accettare il trasferimento a centinaia di chilometri da casa propria o restare a casa senza più lavoro.
Tentativi di mediazione dell’amministrazione comunale, approccio dei sindacati probabilmente teso a ridurre un impatto negativo dato in pratica per inevitabile, sui lavoratori.
 
Come abituarsi a queste storie di ordinaria crisi che in Italia spuntano come funghi da sette anni a questa parte?
Chi come il sottoscritto ha vissuto in prima persona una “riorganizzazione aziendale” del suo datore di lavoro sa fin troppo bene che per nove famiglie di Villa Verucchio si apre un periodo di angosciosa e tragica incertezza. Piena solidarietà e l’augurio che l’azienda abbia un ripensamento sulla sua decisione.
Eppure, in casi come questi continuo a pensare alla stessa cosa: lo scenario potrebbe essere radicalmente diverso se l’Italia applicasse la Modern Money Theory e i suoi schemi di piena occupazione garantita dai PLG, i Programmi di Lavoro Garantito.
Ipotizziamo il caso di un’azienda che si riorganizza e propone al lavoratore un trasferimento in una sede di altra regione.
In una situazione come l’attuale, con la crisi che obbliga a tenersi stretto qualsiasi lavoro uno abbia, il lavoratore è sotto ricatto (sia o non sia questo l’intento dell’azienda). Possiamo immaginare le sue notti insonni con il cervello in subbuglio, tormentato dal dubbio sul da farsi, eventualmente anche il peso della responsabilità di una famiglia sulle spalle…
Applicando la MMT, le cose cambiano di molto.
Alla “richiesta” di trasferimento da parte dell’azienda, il lavoratore risponde: no grazie. L’azienda a questo punto potrebbe essere costretta a licenziare.
Il lavoratore risponde: arrivederci e grazie.
La sera cena sereno con la famiglia. Il giorno seguente, dopo un buon sonno, si alza, fa colazione, si prepara ed esce. Si presenta presso l’ufficio di collocamento o altra agenzia del lavoro predisposta dallo Stato italiano e formalizza la sua iscrizione a uno dei Programmi di Lavoro Garantito. Caratteristiche del PLG: lavoro di tipo entry level da svolgersi nell’ambito comunale in cui il lavoratore risiede (disponibili anche programmi di formazione per incrementare il proprio curriculum). Tipo di trattamento retributivo: salario minimo di dignità (in accordo a quanto sancito dalla nostra Costituzione ex art. 36 I comma), ferie, permessi retribuiti, malattia retribuita, benefit vari (per esempio asilo pubblico gratuito per figli delle lavoratrici). I lavori, finanziati dallo Stato, sono scelti sulla base delle esigenze emerse dalla comunità locale e raccolte dalla municipalità per esempio su segnalazione di onlus appositamente costituite. Chi partecipa al PLG ha, oltre a quella del lavoro, la certezza di rendere un servizio vero e concretamente utile alla comunità in cui vive. Tra l’altro, trattandosi di attività a bassa profittabilità, come tale non appetibile per il privato, non ci sarebbe altro modo per la comunità di beneficiare di quel servizio.
Mentre si trova nel PLG, il lavoratore guarda le offerte di lavoro nel settore privato, manda curriculum, fa colloqui. Può anche produrre al datore di lavoro privato una lettera di referenze del supervisore del PLG. Quando trova quello che fa per lui, abbandona il lavoro transitorio e comincia la nuova esperienza lavorativa.
Insomma, il passaggio da un lavoro a un altro è sostenuto dallo Stato italiano che dà al disoccupato la possibilità di non essere tale (a meno che non sia una sua libera scelta). Né appigli per ricatti aziendali, né angosce e insicurezze sul futuro, né preoccupazioni delle amministrazioni comunali per le ricadute in ambito locale derivanti dal licenziamento o trasferimento, né battaglie contro i mulini a vento per i sindacalisti territoriali.
Solo una transizione, una normale transizione in un contesto di piena occupazione e piena produzione.
Il diritto al lavoro realizzato come da Costituzione italiana.
Queste sono alcune delle applicazioni e dei benefici dei PLG predisposti dagli economisti della Modern Money Theory e applicabili, con contenuti, specifiche, e varianti da noi voluti, in Italia.
Il compito degli attivisti italiani della MMT (così come di quelli statunitensi, cileni, spagnoli, bulgari, polacchi…): fare capire ai propri connazionali che una nuova e migliore economia è possibile, a partire dalle condizioni di lavoro.
Caro Lettore, se vuole, ci dia una mano a raggiungere più persone possibili e a farle partecipare ai nostri incontri divulgativi pubblici gratuiti.
In un mondo di disinformazione e propagandismo, Lei può fare la differenza.

Appuntamento alle ore 15 di lunedì 18 maggio presso la sede dell’Università di Bologna, distaccamento di Rimini, in via Quirino Sella 13.

Non solo #MoslerTour a maggio. Gli attivisti italiani della Modern Money Theory sono altresì impegnati in varie zone d’Italia.

Il gruppo Me-Mmt Emilia-Romagna “L’economia per la gente” sarà impegnato con Giuseppe Nasone e Domenico Viola a Ravenna, giovedì 7 maggio alle ore 20,30, presso la Sala D’Attorre Casa Melandri, in via Ponte Marino 2.

La conferenza ha per titolo “Capire la macroeconomia per comprendere la crisi – Analizzare la crisi dell’Eurozona con gli strumenti della Modern Money Theory”mmt insideAl termine della presentazione seguirà dibattito con il pubblico.

Giacomo Bracci di Epic e Giuseppe Nasone del gruppo Me-mmt Emilia Romagna terranno una conferenza mercoledì 29 aprile alle ore 21 in collaborazione con il circolo locale di Santarcangelo