Carlo Cottarelli, mister “spending review” fortunatamente allontanato dal governo italiano senza, per altro, una reale inversione nel programma di austerità voluto dall’Unione Europea per l’Italia, ha pubblicato un libro per la Feltrinelli (il che, ai tempi andati, sarebbe già stato paradossale) dal titolo eloquente: “Il macigno. Perché il debito pubblico ci schiaccia e come si fa a liberarsene”.
Ebbene, a volte la verità, seppur infilata come polvere al di sotto di mille tappeti, risbuca all’improvviso quando meno ce lo si aspetta. La verità sulla natura del macigno, e perché questo ci pesa e non lascia dormire sereno Carlo Cottarelli, lo stesso Cottarelli la sa. E ce la spiega persino nel paragrafo Debito Pubblico e Moneta.
Il “debito pubblico” è un “macigno” perché e solo perché “è espresso in moneta estera”: il nostro debito pubblico italiano infatti “è denominato in euro, la nostra moneta, ma anche una moneta che non possiamo stampare a piacere. Quindi è come se il debito fosse denominato in valuta estera”.
Buongiorno Cottarelli.
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Per favore, se leggete questo articolo e restate portatori d’acqua passivi e coscienti, in futuro non elogiate più Berlinguer, o i partigiani, o magari parenti che in passato hanno combattuto il fascismo. Per favore, o fate della vostra presenza un atto, non dico di coraggio, ma di verità, oppure evitate di infastidire la riflessione sull’Italia di oggi con la retorica romantica di quel che è stato ed oggi non è