Cosa accadrebbe se si perseguisse l’obiettivo ferreo di ridurre il debito pubblico con un avanzo primario del 4% all’anno? Un disastro. L’aumento delle tasse e il taglio della spesa aumenterebbe il numero dei disoccupati, l’economia nazionale crollerebbe, e potrebbero addirittura salire i tassi di interesse sul debito stesso
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Siamo davvero di fronte ad una legislazione che, per la gravità delle conseguenze che porterà, non è affatto seconda a Maastricht. Privati della sovranità e degli strumenti, che la stessa Costituzione imporrebbe per difendere il risparmio nazionale, l’Italia sarà esposta più che mai a crisi sistemiche, che con ogni probabilità ci porteranno alla fine del nostro Stato e all’adesione, apodittica e per ragioni emergenziali, a quegli Stati Uniti d’Europa da tempo invocati coma la fasulla panacea a tutti i mali del mondo. Vivremo giorni terribili, in coscienza, se avete risparmi, non posso che invitarvi a toglierli dalle banche, quantomeno in una parte sufficiente a garantire il vostro mantenimento, qualora l’intero SEBC, con annesse banche commerciali, dovesse fare la fine, che a questo punto è assai facile prevedere.
Crac banche, l’ultimo attacco è al risparmio degli italiani: “Sarà l’ennesimo passo avanti nella disgregazione dell’idea comunitaria e sociale alla base della nostra Costituzione, per favorire invece la responsabilità privata individuale, che altro non è che l’atomizzazione della società, l’eliminazione di ogni rete di protezione sociale e l’applicazione nuda e cruda del capitalismo ultra-finanziario.
Il tuo lavoro sarà sempre più incerto, i tuoi risparmi saranno sempre più incerti, le cure per la tua salute saranno sempre più incerte, le tue relazioni affettive saranno sempre più incerte”
Altri governi, come quello tedesco, hanno deciso di non rispettare quelle regole. E hanno fatto bene.
Faremmo bene anche noi a non rispettare le stesse regole a cui anche la Germania ci invita a sottostare.
Mosler: “Se le banche hanno crediti a rischio (o sofferenze bancarie), la soluzione non dovrebbe essere chiedere alle banche più requisiti di capitale, come si sta facendo oggi; ma fare in modo che quei crediti non siano più rischiosi. E questo è possibile solo se i debitori avranno più reddito a disposizione e l’economia ripartirà. Il che necessità in questa fase più deficit da parte dei governi europei o nazionali”
Come funzionano i tassi di interesse fissi e variabili. Come ha agito la Banca d’Italia dopo il 1981. Il ruolo di Usa e Germania. Come l’uscita dallo Sme ha fatto scendere i tassi di interesse. Cosa avverrebbe con una uscita ordinata dall’Eurozona.
Un’illuminante citazione del Governatore della Banca d’Italia del 1973, Guido Carli, sul ruolo della Banca Centrale come ramo bancario e finanziario del Tesoro
Come si finanziava il governo (cioè come il Tesoro finanziava la propria spesa) prima del divorzio fra Tesoro e Banca d’Italia
Il divorzio tra Banca d’Italia e Tesoro, oltre ad aver privato il governo dello strumento per il controllo diretto del tasso d’interesse, ha determinato il trasferimento di ricchezza dalla collettività nazionale a favore dei detentori dei titoli del debito pubblico
Con il cosiddetto ‘divorzio’ tra Banca d’Italia e Ministero del Tesoro, quest’ultimo rinunciava alla sua sovranità nel definire il livello dei tassi di emissione dei titoli lasciando al mercato la sua definizione. Protagonisti di questo accordo: Andreatta e Ciampi. Ecco cosa è davvero accaduto