Ecco il sondaggio sull’economia andato in onda in una recente puntata di Ballarò, sulla tv pubblica: “Tagliare sprechi e spesa pubblica” vuol dire ridurre in ogni caso i soldi in circolazione.
Sono politiche restrittive di austerità: mi spiegate quale sarebbe la differenza con l’opzione “proseguire con l’austerità”, Ballarò?
E poi fateci caso. Anche tassare i patrimoni corrisponde ad una sottrazione di denaro dal settore di famiglie e imprese, lo vediamo ogni giorno con la supertassazione che ci impongono dal 1994 ad oggi per soddisfare i parametri europei, con una serie di avanzi primari di bilancio senza precedenti (ovvero ci tassano più di quanto ci danno con la spesa pubblica).
Mentre “Vendere il patrimonio pubblico” consiste nella svendita di tutti quei beni o aziende dello stato che fanno registrare introiti per le casse statali, ogni anno. Privarsene significa rinunciare a questi ultimi, e mettere nelle mani dei privati molti servizi pubblici essenziali, con conseguente aumento delle tariffe (il privato punta al massimo profitto) per una popolazione già in ginocchio economicamente.
Dunque, in definitiva, le opzioni “Vendere il patrimonio pubblico” e “Tassare i patrimoni” sono assimilabili alla categoria “Proseguire con l’austerità“. Mi chiedo: perché fare un sondaggio con cinque opzioni, quando si poteva semplicemente far scegliere tra “Proseguire con l’austerità” e “Uscire dall’euro e aumentare il deficit”?
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Durante la trasmissione “Ballarò” l’eurodeputata dei Verdi ammette: “Perderemmo milioni di posti di lavoro perché nessuno comprerebbe più i costosissimi prodotti tedeschi”.
Questo Enrico Giovannini è il presidente dell’Istat, ed è uno dei dieci “saggi” nominati da Napolitano tre settimane fa, nominati non si è capito bene per far cosa. Da qualche tempo gli danno molto spazio sui media, forse perché è una faccia rassicurante e ancora non usurata, la gente non lo conosce bene e lo sta a sentire incuriosita. Così lo mandano dappertutto: sui giornali, in radio la mattina presto, l’altra sera era ospite a Ballarò su Rai 3, e in prima serata spiegava che “il pareggio strutturale di bilancio è l’unico modo di proteggere il risparmio degli Italiani“.
Si può rivedere qui: http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-43266bb3-2c4c-45b0-9731-a3b538a1d7de.html
Questa che racconta Giovannini è una mistificazione mortale perché il pareggio strutturale di bilancio è il fattore principale di distruzione del risparmio privato degli Italiani.
Se il settore Governativo (lo Stato) fa il “pareggio strutturale” (cioè non spende in spesa pubblica più di quanto incassa come tasse), il settore privato non può risparmiare, a meno che questo accumulo non provenga dal settore “Estero”. Ogni volta che lo Stato ha un bilancio che si avvicina al pareggio, il risparmio privato tende ad azzerarsi:
Quindi è l’esatto contrario di quello che dice Giovannini, e la verità è che il pareggio strutturale di bilancio è l’unico modo sicuro per ridurre il risparmio degli Italiani.
Le politiche di austerità di Monti orientate al “pareggio strutturale” infatti come è noto ormai anche ai sassi stanno distruggendo le capacità sia di consumo che di risparmio delle famiglie italiane.
Questo è chiaro anche nei documenti ISTAT, per cui sembrerebbe quasi che Giovannini diriga l’ISTAT ma non legga le statistiche che pubblica: http://www.istat.it/it/archivio/87199
L’ISTAT in particolare dice che:
“Nel 2012 la propensione al risparmio delle famiglie consumatrici è pari all’8,2%, con una diminuzione di 0,5 punti percentuali rispetto all’anno precedente.
Tenuto conto dell’inflazione, il potere di acquisto delle famiglie consumatrici nel 2012 è diminuito del 4,8%.”
Ma Giovannini non è distratto, queste cose le sa benissimo, visto che a fine 2012 ha tenuto anche un’audizione in Commissione Bilancio e Tesoro proprio sul pareggio di bilancio, si può leggere qui: http://www.istat.it/it/archivio/76499.
E ha detto, tra le altre cose, che:
“Se si considera che, in periodi di grave recessione economica o in presenza di una crisi finanziaria, gli effetti delle politiche fiscali restrittive sull’economia possono risultare particolarmente negativi, il rispetto sia della regola sul saldo sia di quella sulla riduzione del debito potrebbero comportare seri rischi di avvitamento, con un peggioramento anche delle condizioni di finanza pubblica.”
Ovvero, in sequenza:
Fine 2012: Il Presidente dell’ISTAT dichiara di essere consapevole che le politiche di austerity probabilmente creeranno un disastro, cioè milioni di disoccupati, fallimenti, suicidi, etc, e lo mette per iscritto in documenti ufficiali.
Aprile 2013: I dati rilevati dall’ISTAT mostrano che è vero: le politiche di Monti orientate al “pareggio strutturale” stanno facendo diventare l’Italia un Paese povero, distruggendo il risparmio e l’economia
Aprile 2013: il Presidente dell’ISTAT va in TV a dire che il “pareggio strutturale protegge il risparmio”, cioè smentisce se stesso e mente per proteggere le politiche che stanno devastando l’economia italiana per conto terzi.
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Ecco, avete appena visto come lavorano i tecnocrati. E come lui ce ne sono centinaia, forse anche peggiori.