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La settimana scorsa ho avuto modo di parlare della stessa questione all’Ordine dei Gesuiti a Parigi, quindi parlando degli austriaci mi concentrerò su Hayek, Von Hayek, ma non quello della Teoria pura del capitale, di quello post 1948, il teorizzatore della Costituzione del diritto e dell’economia.
Nel 1948 Hayek scrive un’opera sulla teoria del mercato, appunto pubblicata nel 1988 dalla University of Chicago Press. Egli scrive: “E’ evidentemente impossibile dimostrare l’esistenza del mercato, i vantaggi della concorrenza; il semplice fatto di dubitarne o cercare di giustificarsi vuol dire negare l’esistenza del mercato come valore supremo. Il mercato è un atto di fede”.
Questo è il motivo per cui Hayek entra in rotta con Friedman e con i liberisti americani; infatti questi ha detto no, non esiste prova tangibile dei vantaggi dell’esistenza del mercato. I mercato non riuscirà a garantire il benessere di tutti, ma solo il trionfo dei meritevoli. Da qui trae il concetto dell’Ordine Supremo, cfr. dall’opera del 1948 pg. 14, “contrariamente a quanto si possa credere io sono a favore di uno stato minimo, ma anche a favore di uno stato che sia un despota, uno stato che imporrà le leggi eterne dell’ordine ad un popolo ignorante”. In un libro del 1960, “La teoria generale della Costituzione”, Hayek è ancora in merito più specifico, infatti a pagina 28, 29 dice: “Odio il modello economico e sociale degli Stati Uniti perché da quando costituiti dai padri fondatori essi non hanno fatto altro che andare in declino”, e questo appunto a causa del potere massonico (lui odiava i massoni ed era un cattolico fanatico). Ed ancora, aggiunge in modo ancora più netto: “qual è per me l’ideale di stato futuro? È quello che ho conosciuto in gioventù, ovvero la monarchia, ovvero l’Impero austro-ungarico in cui tutti obbedivano a tutti, bambini ai genitori, operai al padrone, il popolo alla nobiltà e la nobiltà al rappresentante di Dio in terra”.
Quindi Hayek emigra in Inghilterra perché dopo la caduta della Monarchia, dato che apparteneva al partito fascista austriaco, viene espulso dall’Austria per approdare in Inghilterra.
Quale era la visione dell’Europa di Hayek? Quella fondata sulla Santa Alleanza del Congresso di Vienna. Per lui era una ideologia, un ordine, come intendeva Metternich, per annientare ogni forza progressista, sia questa di sindacati, partito socialista, diritti umani, diritti sociali, repubblica (…). Hayek dal 1960 nei tre volumi di 600 pagine della Costituzione della Teoria generale del diritto, giunge a una conclusione: non amava l’Europa, non ci credeva, non ravvedendo appunto affinità culturali e sociali fra un paese civilizzato come può essere la Francia o la Germania rispetto all’Italia, per esempio. Non credeva all’esistenza di un sentimento, di un sentire europeo (NDR: “e nemmeno io”, dice Parguez,”e posso essere attaccato su questo punto“), comunque, lo scopo di Hayek sarebbe stato raggiunto solo attraverso la distruzione dello Stato Moderno, questo Stato che proveniva dal Risorgimento. Hayek non amava gli italiani, non amava il protestantesimo, non amava i massoni, né la repubblica, quindi per lui bisognava assolutamente distruggere lo stato quale mezzo che consenta al popolo ed agli ignoranti di accedere al potere. Su questo punto è veramente molto esplicito e questo è anche il motivo per cui egli odiava anche lo stesso Milton Fredman.
E’ inutile spiegare, perché appunto nelle conclusioni di questo suo libro che è praticamente illeggibile (Teoria pura del capitale, 1941) Hayek dice: “c’è qualcuno che odio, perché questo qualcuno ha osato aggredire le fondamenta dell’ordine economico. Questo qualcuno, è Keynes. Egli ha osato proporre una società in cui è possibile l’abbondanza, sopprimendo gli elementi fondamentali di governo che sono appunto il vincolo, la scarsità e quindi il sacrificio”. Sempre a chiarire questo concetto, nel 1984 egli aggiunge in un altro libro Collected to says: “confesso di essermi rallegrato nel sapere della morte di Keynes, nemico dell’economia e della morale in quanto omosessuale”.
Hayek aveva anche un altro sogno, quello di fondare questo Ordine; questo Ordine con la O maiuscola era la società ideale, società ideale sottoposta alle leggi eterne della ragione pura (era discepolo di Sant’Agostino). Come distruggere lo Stato? Distruggendo ogni possibilità, ogni mezzo di accesso da parte dello Stato alla moneta. Per permettere ciò occorre distruggere ogni forma di spesa pubblica e riportare lo Sato al rango di semplice azienda. Poiché lo Stato non serve a nulla tranne che ad eliminare i nemici dal mercato, bisogna assolutamente separare lo Stato dalla Moneta. Hayek ha anche avuto modo di dire: “mai ho incontrato persona più favorevole al lassez faire, che credeva così tanto alle virtù del mercato come Pinochet.
Paolo mi ha fatto una domanda, mi ha chiesto di parlarvi degli austriaci, ma parlarvi degli austriaci significa grosso modo parlarvi di Hayek perché nessuno oggi si ricorda degli altri come Von Mises o Von Wieser , anche loro straordinari.
Quindi per quale motivo dobbiamo parlare oggi degli austriaci e soprattutto di Hayek? Perché questi è molto popolare a due livelli: soprattutto a livello europeo e anche presso alcuni dei nostri amici della MMT. Come ho già avuto modo di dire rapidamente è ovvio che l’Unione Monetaria Europea è sicuramente il sogno di Hayek, e tutti gli economisti che sono artefici dell’origine di questa creazione, da Perroux a Rueff a Delors, tutti erano seguaci di Friedrich Hayek. Quindi che cosa è questa Unione Europea? Essa è esattamente il sogno di Metternich, un sistema finalizzato ad instaurare in modo dittatoriale l’ordine supremo, consistente nell’eliminazione totale di ogni forza che va contro il mercato, quindi spese di ordine sociale, educazione, ecc.. Come lo si può fare? Ancora una volta ripeto: annientando il potere dello Stato, quindi creando una Banca centrale che è totalmente indipendente e denazionalizzando la moneta. Infatti, nel suo ultimo libro del 1978, intitolato appunto “La denazionalizzazione della moneta”, egli spiega in modo esplicito che ciò porterà alla scomparsa dello Stato.
Mi ricordo che l’unica volta che lo incontrai fu quando fu invitato a Parigi nel 1978.
Concluse il suo intervento dicendoci: “voi, voi realizzerete il sogno della mia infanzia: la monarchia austro-ungarica” . Il che viene anche ripreso poi dall’Opus Dei, che ha un sito ed anche vari notiziari. In uno di questi, nel 1982, si dice che: lo Stato deve scomparire ed il mercato deve regnare soprattutto in quanto esso è opera divina. Contrariamente a quanto hanno fatto gli accademici economisti americani, Hayek ed i suoi discepoli hanno cominciato una vera crociata politica a favore delle élite reazionarie in Europa, per cui non si può pensare appunto che l’Unione Europea possa essere Keynesianizzata, o modificata, o cambiata, né si può pensare che la Chiesa cattolica possa esserlo, appunto.
Giunti a questo punto, vi parlerò dell’influenza degli austriaci su alcuni rappresentati della MMT. Sono popolari presso la classe dirigente francese perché appunto Hayek è colui che ha giustificato il potere assoluto monarchico e totalmente reazionario a nome della ragione, a nome dell’ordine economico, e perché Hayek mai ha abbandonato questo suo punto di vista. Per lui la politica deflattiva deve essere mantenuta per sempre e mai e poi mai si deve giungere alla piena occupazione. E’ un po’ quello che è successo quando è stato convertito l’Impero Romano al cattolicesimo.
Hayek non era contro il gold standard. E per quale motivo? Ciò era scritto nelle sue opere già nel 1948; lo scrive e poi lo riscrive anche nella Teoria della costituzione: “lo standard aureo non è mai stato un ostacolo alla crescita della spesa pubblica, mai un ostacolo per lo sviluppo dell’intervento statale”. Nel suo libro sulla “denazionalizzazione della moneta” aggiunge anche che bisogna fare un super gold standard in modo, appunto, che si paralizzi per sempre ogni possibilità che avrà lo Stato di svolgere una qualsiasi politica progressista.