Sintesi di Stefano Sylos Labini.

 

Nel corso dei prossimi sei mesi, la sinistra del consiglio comunale di Barcellona prevede di implementare una valuta locale in luogo del denaro contante che ha il potenziale per diventare la più grande del suo genere al mondo. L’obiettivo principale del progetto, secondo un portavoce del consiglio, è quello di aumentare le opportunità economiche per le imprese locali e i commercianti e dare maggior potere d’acquisto alle famiglie. L’idea è quella di poter scambiare euro con la nuova moneta alla parità di uno a uno per acquistare prodotti e servizi a prezzo scontato o con altri tipi di incentivi. Ma non finisce qui: la nuova moneta parallela può essere utilizzata anche per pagare determinate sovvenzioni, tasse e servizi locali come i trasporti pubblici, scrive El País. Operatori comunali potrebbero anche ricevere parte del loro stipendio nel nuovo denaro.

 

Yves Smith nota come il piano di Barcellona utilizzi i principi della moderna teoria monetaria (MMT): la moneta ha un valore perché può essere utilizzata per pagare le tasse locali (Taxes driven money).

 

I più grandi esperimenti dell’Europa con valuta locale fino ad oggi sono il Chiemgauer nello stato tedesco della Baviera (importo totale in circolazione: € 521.000), il Eusko nella regione basca della Francia (€ 370.000 €), il WIR in Svizzera, e la Brixton Pound Sud Londra (150.000 €). Il Chiemgauer, come molte valute parallele locali, ha una “perdita del valore” dell ‘8% all’anno – una sorta di inflazione automatica – per indurre la gente a spendere questi soldi il più velocemente possibile, prima che perdano di valore (nello schema proposto da noi i Certificati di Credito Fiscale sono caricati su una carta e se entro un anno non vengono spesi sono annullati). Convertire questo denaro in euro per evitare questa perdita? Nessun problema, basta pagare una penale pari al 5%.

 

La mossa di Barcellona verso l’adozione di una propria moneta rappresenta una proposta molto più estesa. Con una popolazione metropolitana di 3,2 milioni di persone, Barcellona sarebbe di gran lunga il più grande consiglio comunale in Occidente ad adottare un tale regime. Il Consiglio propone inoltre di utilizzare la nuova valuta per pagare alcuni stipendi, prestazioni sociali e dei servizi pubblici, che potrebbero spingere l’importo in circolazione verso milioni, se non miliardi di euro.

 

Com’era prevedibile, l’opposizione di Madrid alla proposta di una moneta parallela è feroce. Nel mese di giugno il vice governatore della Banca di Spagna Fernando Restoy ha dichiarato  che la proposta del sindaco attivista di Barcellona, ​​Ada Colau è “impossibile” e “indesiderabile”. Per lanciare la propria moneta dunque il Comune di Barcellona dovrebbe andare contro la volontà della Banca Centrale e del governo nazionale.

 

Da qui nasce la domanda: potrebbe la valuta locale della città di Barcellona servire come trampolino di lancio per una moneta parallela a livello regionale ? Dopo tutto, se i leader della Catalogna sono davvero intenzionati a rompere con Madrid e a procedere  verso la creazione di un nuovo stato-nazione, avranno bisogno di ridurre drasticamente la dipendenza finanziaria della Catalogna dalla tesoreria del governo centrale, dalla Banca di Spagna e di riflesso dalla Banca centrale europea. E l’unico modo per farlo è quello di lanciare la propria moneta.

 

La grande sfida sarà quella di convincere le famiglie e le imprese locali ad avere fiducia nella nuova forma di denaro, oltre a trovare un istituto finanziario locale disposto a eseguire la conversione con gli euro. In assenza di tutto questo la moneta potrebbe perdere credibilità e senza credibilità e fiducia, questa nuova moneta può perdere di valore molto rapidamente.