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Mosler e Silipo su Corriere.it: "Ecco il piano per la piena occupazione"

Di seguito un articolo del Corriere della Sera pubblicato sulla Digital Smart Edition, a firma di Stefania Tamburello.Qui il link. Mosler si trova a Vibo Valentia per il Festival dell’Economia, invitato dall’associazione Rete Mmt.

Salario minimo e occupazione, finanziati da Bce: l’inedita proposta dell’ex guru di Wall Street

Warren Mosler e l’italiano Damiano Silipo lanciano dal festival dell’Economia di Vibo Valentia un’idea per aiutare la Banca centrale europea ad evitare il rischio deflazione
«Proposta che non richiede la modifica dei trattati»

La Bce ha bisogno di uno strumento in più per sconfiggere il pericolo della deflazione. A dirlo, con in mano una proposta di intervento alternativo che verrà presentata a giorni alla comunità scientifica, sono due economisti, l’italiano Damiano Silipo e lo statunitense Warren Mosler, che hanno scelto il giovane festival dell’economia di Vibo Valentia per anticipare la loro idea. Un’idea che si inserisce nel dibattito attorno agli esiti più lenti del previsto del Quantitative easing, si muove soprattutto nel campo degli euroscettici e segue la scia per esempio dell’Helicopter money che sarebbe in grande sintesi la trasmissione di liquidità da parte delle banche centrali direttamente a cittadini e imprese, saltando le banche.

«Occorre far aumentare l’inflazione»

«La nostra proposta non richiede, come l’Helicopter money, interventi di modifica dei trattati ma si presenta come uno strumento aggiuntivo a disposizione della Bce» sostiene Silipo, docente di economia presso l’Università della Calabria. «Bisogna cambiare strada per fare aumentare l’inflazione e l’obiettivo deve essere la piena occupazione, altrimenti a breve tutti i giovani saranno disoccupati», sostiene Mosler (per leggere le sue teorie e le notizie correlate più interessanti, sfiora l’icona blu e apri il suo sito), già gestore di hedge funds, docente universitario e fondatore della scuola post-keynesiana della Modern Monetary Theory, a cui fa riferimento tra gli altri Stephanie Kelton, la consigliera economica del candidato democratico alla Presidenza degli Stati Uniti, sfidante di Hillary Clinton, Bernie Sanders.

Creare lavoro «di transizione» e dar forza alla ripresa

La proposta punta tutto sul lavoro, e sul creare occupazione per far risalire l’inflazione e dare forza alla ripresa, nell’ambito del mandato della Banca centrale europea di mantenere la stabilità dei prezzi assicurandone la crescita vicino, ma sotto, al 2%. Il punto di partenza sarebbe un grande piano per dare lavoro e salario a chi vuole lavorare, un lavoro di transizione destinato a confluire nel generale sistema privato. Ebbene a finanziarie tale piano, fissando il salario minimo di riferimento, dovrebbe essere la Bce che invece di determinare il livello dei tassi di interesse e dare liquidità alle banche per portare l’Euroarea fuori dal pericolo di deflazione, fisserebbe quello dell’occupazione dando liquidità al lavoro.

35 ore settimanali a 7 euro l’ora

I proponenti costruiscono lo scenario ipotetico: l’offerta di lavori di transizione della Bce sarebbe di 35 ore settimanali con un salario di 7 euro a ora, pagato appunto da Francoforte. Nel mese di ottobre 2015 ci sono stati 17.240 milioni di lavoratori disoccupati nei 19 Paesi della zona euro. Supponendo che tutti i disoccupati avessero optato per un lavoro di transizione al salario minimo previsto, il costo massimo diretto per l’Eurotower sarebbe di 18,14 miliardi euro al mese. Il costo per i Paesi, in termini di contribuzione al capitale della Banca centrale, sarebbe di 2,1 miliardi, ma nel contempo risulterebbe anche un risparmio immediato complessivo di 12,3 miliardi al mese per le mancate spese di sostegno al reddito degli ex disoccupati. Tali somme risparmiate, al netto delle spese di capitale aggiuntivo, sarebbero trasferite, spiega Mosler, alla BCE che in ultima analisi spenderebbe quindi per l’attuazione del programma di lavoro di transazione circa 8 miliardi di euro al mese.

Aumento dei consumi e crescita del Pil nominale

I proponenti indicano anche il vantaggio in termini di aumento del Pil e di ripresa dell’inflazione: nel primo trimestre del 2016 la crescita del Pil nominale sarebbe pari quindi a 24 miliardi di euro, pari all’importo netto necessario per l’attuazione del programma. Nel periodo successivo, ipotizzando una propensione al consumo dello 0,92%, la spesa BCE potrebbe rimanere la stessa, ma il Pil nominale continuerebbe ad aumentare grazie all’effetto moltiplicatore. Quanto al tasso di inflazione — sempre secondo la proposta completa di riflessioni tecniche, pr proiezione e calcoli — toccherebbe un massimo poco superiore al 2% prima di riscendere e di stabilizzarsi all’ 1,65% dopo circa 3 anni. Non ci sarebbe quindi il pericolo di generale inflazione sgradita.

La paga fissa, strumento di stabilità

La fissazione di un salario minimo, così come per esempio è avvenuto nel passato per l’oro, servirebbe da ancoraggio agli altri prezzi e servirebbe da strumento di stabilità e, in pratica, sarebbe «la fonte della definizione del valore dell’euro nella zona euro». Da qui il ruolo della Bce che potrebbe usare il salario come strumento della politica monetaria per guidare il tasso di inflazione.

Meglio del «quantitative easying»

«Il mandato della Banca centrale è solo quello di garantire la stabilità dei prezzi, e questo lo può fare meglio e più rapidamente con il programma dei lavori transitori piuttosto che con quello di Quantitative Easing», taglia corto Mosler sorvolando sulle perplessità che la sua proposta può sollevare in Bce, ma anche nei governi e nei sindacati. Ma avvertendo che “Prendendo tutti gli economisti del mondo non saranno in grado di dare e accordarsi su un’unica soluzione».

3 commenti
    • Simone Garziera
      Simone Garziera dice:

      Ciao Marco,
      forse no, ma le regole si possono sempre cambiare.
      E’ più facile cambiare questa che non i trattati europei…

      Rispondi

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