L’ennesima strage di vite innocenti, avvenuta il 22 marzo a Bruxelles, ci impone innanzitutto di esprimere il cordoglio per coloro che hanno perso la vita in maniera così brutale.
Non sta a noi ritrovare cause e motivazioni del clima di terrore globale nel quale oramai viviamo. Ci interessa in questo caso riproporre parte di un commento del professor Francesco Erspamer, e concordare come il terrorismo sia indice del fallimento della globalizzazione neoliberista.
Allo stesso tempo occorre ribadire, qui sì, come in epoca moderna soltanto gli Stati, quali quelli basati sulle Costituzioni democratiche, abbiano rappresentato l’istituzione capace di coniugare progresso economico, sociale e culturale pur in un contesto di mercato aperto agli scambi con l’estero, ma sempre gestiti nell’interesse pubblico dei cittadini.
Per questo gli attivisti MMT sanno che con l’uso della moneta sovrana a favore dei cittadini è possibile regolare i fenomeni globali sempre nell’interesse esclusivo dei cittadini. Sanno che la principale e forse unica vera forma di resistenza è di ridare allo Stato il pieno potere politico per il quale esso è storicamente sorto.
Sanno che l’articolo 1 della Costituzione Italiana recita: “La sovranità appartiene al popolo” e nessuna cessione della stessa è giustificabile pena la cessazione stessa del valore della Costituzione.
Non liberismo finanziario che priva le comunità nazionali del principale strumento di difesa, non terzomondismo astratto: sovranismo democratico e costituzionale.
Qui il post.
Ci si abitua a tutto quando non si può rimediare. E nessuno vuole rimediare. Perché ciò che il terrorismo rivela è il completo fallimento della globalizzazione: sia intesa come rapina da parte delle multinazionali (sostenute dal Pentagono e dai suoi alleati) di tutti i beni comuni e naturali, a cominciare da quelli degli altri; sia come terzomondismo, usato da una sinistra timorosa e confusa per dimenticare e far dimenticare la propria completa resa a quello che dovrebbe essere il suo nemico, il neocapitalismo. Nessuno è pronto ad abbandonare e neppure regolamentare la globalizzazione: piace ovviamente alla plutocrazia che grazie a essa si è arricchita in modo osceno ma fa comodo anche alla classe media occidentale che solo sfruttando l’immigrazione e i lavoratori a bassissimo costo dei paesi poveri può recuperare una parte di ciò che ha ceduto alle corporation rinunciando alla lotta sindacale e all’impegno politico.
Smettiamola di fare gli ipocriti. La realtà è che un iPhone vale bene qualche massacro.