Elon Musk è uno degli imprenditori di maggior successo degli ultimi anni, ha creato PayPal, Space X, Tesla Car, Tesla Battery, Solar City e l’innovativo sistema di trasporti collettivo Hyperloop.
Tutti questi grandi progetti lo hanno fatto diventare il simbolo dell’operosità del XXI secolo, i media e i commentatori ne esaltano a reti unificate le grandi doti manageriali
Di solito Musk viene utilizzato dal mainstream economico e televisivo da un lato come esempio da seguire per gli sfaticati giovani italiani e dall’altro utilizzato per glorificare l’imprenditoria privata statunitense, capace di adattarsi alle nuove sfide del mercato internazionale e di superare la crisi.
In pratica il ritratto che viene fuori dalla critica nostrana di Musk è una specie di super uomo dannunziano (ma più tech) che opera in un’economia privata, libera da vincoli e dall’ingombrante peso della macchina burocratica pubblica.
Molte volte quando si amplia lo spettro di analisi per sottolineare quali sono le dinamiche strutturali della gloriosa Sylicon Valley Californiana, che ha dato i natali a Musk e che sforna start-up e super imprenditori a ciclo continuo, ci si focalizza solo sull’economia privata ponendo soprattutto l’accento su come essa sia svincolata dalla pesante burocrazia pubblica e dall’opprimente fiscalità statale.
Dati alla mano, quanto appena descritto spiega solo in parte il miracolo industriale della Sylicon Valley. L’analisi economica classica ci presenta un modello in cui lo Stato è un elemento negativo, come qualcosa che “meno c’è né e meglio è”, un qualcosa da eliminare perché per sua natura genera distorsioni regressive all’interno dell’economia privata. Ma sarà propri così, ne siamo sicuri?
Elon Musk non ha solo un grande talento nell’immaginare nuovi modelli di business, sembra che sia anche molto bravo ad incamerare ingenti fondi governativi, come riporta il Times
Tesla Motors Inc. , SolarCity Corp. e Space Exploration Technologies Corp. , (meglio conosciuta come SpaceX).
Secondo i dati compilati da The Times le aziende sopracitate hanno beneficiato (in aggregato) di $ 4.9 miliardi di dollari di fondi governativi. Il dato sottolinea un trend comune che attraversa tutto il suo impero emergente, il modello di business alla base dello sviluppo delle sue start-up si fonda sul finanziamento pubblico-privato.
“Va sicuramente dove ci sono i soldi del governo”, ha detto Dan Dolev, analista di Jefferies Equity Research .
Avete capito?

Elon Musk
Sussidi pubblici, Musk ha giovato di 4.9 miliardi di sussidi pubblici, secondo voi questo non è un dato significativo?
Non capisco perché molti esperti di marketing, di strategie di impresa e poi giornalisti, economisti, imprenditori, politici si dimenticano di riportare questo macroscopico dato. Molto probabilmente fare presente che il mito imprenditoriale americano in realtà si basa su ciò che loro, in altri contesti, chiamerebbero assistenzialismo di Stato non è molto calzante con la retorica liberista contemporanea e con l’impostazione neomercantilista delle istituzioni europee e più in generale di tutti l’apparato mediatico.
Preciso che lo scopo di questo articolo non è quello di non rendere onore a Musk, io sono in prima persona un suo estimatore, penso solo che sia più utile (anche da un punto di vista imprenditoriale) analizzare la realtà piuttosto che plasmarla per avvalorare le proprie tesi (errate). Inoltre l’obiettivo di una nazione civile non è quello di creare pochi ultra-miliardari, ma di favorire il pieno benessere di tutti i cittadini. Ovviamente in un contesto positivo anche particolari individualità potranno arrivare ad un successo di quel genere.
E se vi dicessi che lo stesso discorso fatto per le aziende di Musk vale anche per la Apple? Lo approfondiremo nel prossimo articolo.