“La modern money theory è un insieme di idee che si sviluppano
partendo da ciò che io definisco le regole base della macroeconomia, le stesse regole che oggi sembra siano state dimenticate”.
La modern money theory è per bocca di chi ne ha coniato il nome, una riscoperta prima di tutto delle regole immutabili che governano l’interazione fra i vari soggetti economici pubblici e privati.
Bil Mitchell ci sta dicendo che (specialmente qui in Europa) noi esseri umani non siamo più in grado di coniugare la logica all’economia.
Correndo sempre più veloci verso una ricerca insaziabile di profitto ci siamo dimenticati che
“ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria”
Ci siamo dimenticati, ad esempio, che per ogni debito corrisponde un credito e puntualmente ci meravigliamo che in paesi con alto debito pubblico ci sia anche un alto risparmio privato.
Rimaniamo sbalorditi delle crisi derivanti da alto indebitamento privato (crisi 2008) senza renderci conto che sono frutto dell’accanimento contro il debito pubblico.
Lasciamo bellamente lo sviluppo delle nostre economie all’ingegneria finanziaria privata odiando la politica con l’illusione che un mondo migliore possa essere gestito da un gruppo di amministratori delegati.
I dibattiti TV sono polarizzati, estremizzati, al 99% senza senso e c’è chi si accapiglia per “far salvare le banche agli investitori e ai correntisti” e chi vorrebbe salvarle con “le tasse degli italiani”, nessuno che pensi ad utilizzare le dotazioni finanziarie illimitate delle banche centrali in quanto uffici di Stato creati a questo specifico scopo.
Tempo fa avevo letto un libro di Mauro Corona intitolato “La fine del mondo storto” oggi mi domando quanto sia lontana questa fine, perché arriverà pure un momento in cui la finiremo con tutta questa insensatezza, riacquistando un minimo di buon senso e di responsabilità verso le future generazioni.