Il nuovo sottosegretario all’Economia del governo Renzi, Tommaso Nannicini, dichiara in una intervista rilasciata a “Linkiesta”:
“L’attuale divergenza di vedute con la Commissione Europea si rintraccia nella stima degli effetti sulla crescita del Pil potenziale delle riforme strutturali. Nel suo schema interpretativo, i maggiori margini di flessibilità sarebbero stati concessi grazie alle riforme che permetteranno nel futuro di aumentare la crescita del nostro prodotto potenziale, stagnante da 20 anni, non da ieri, e dunque, difficilmente riconducibile a fattori di domanda, stando alla teoria economica prevalente”.
Ci sta dicendo che la teoria economica prevalente in Ue considera necessario intervenire sul lato delle riforme ponendo per cui in secondo piano l’intervento sul lato della domanda. Chiaramente quanto appena detto è stato già smentito da un numero infinito di economisti e da alcuni dati empirici incontrovertibili: per maggiori info basta digitare su qualsiasi motore di ricerca “Italia, crisi di domanda aggregata” così da farvi una Vostra idea dell’inconsistenza della visione prevalente degli organi di governo europeo.
Ma al di là di tale concetto, che è oramai scontato per tutte le persone capaci di digitare su un motore di ricerca “Italia, crisi di domanda aggregata”, la cosa veramente interessante è che per bocca di un sottosegretario alle politiche economiche sentiamo nominare la parola “prevalente”.
In pratica sta ammettendo che in Europa chi ci governa crede in un mondo economico che semplicemente non esiste e non esiste non perché lo dice qualche economista spaesato ma perché, in pratica, ce lo sta dicendo tutto il resto del mondo avanzato, mondo che se ne infischia delle assurde superstizioni economiche di un manipolo di conservatori, nostalgici dell’
Basta aprire gli occhi e vedere cosa sta facendo il resto del mondo per capire questa colossale deriva di pensiero dell’Europa conservatrice, abilmente mascherata dietro l’abito socialdemocratico.
Tutti, tutti i paesi sviluppati del globo sono usciti dalla recessione dovuta dalla crisi del 2008 con più deficit pubblico e domanda aggregata, quasi tutti lo hanno fatto alla luce del sole, mentre la Germania lo ha fatto un po’ all’italiana diciamo, di nascosto, seguendo la sua ideologia di “Frega-il-Tuo-Vicino”. Detto in breve: chiunque abbia fatto il contrario di quanto suggerito dalla UE oggi è in una situazione economica migliore rispetto alla nostra.
Addirittura c’è chi Oltre Oceano fa campagne elettorali con lo slogan aumentiamo il deficit e vincono già le elezioni e paesi europei che sulla politica di stimolo alla domanda fanno l’opposto di quello che è il pensiero prevalente europeo, l’Irlanda ormai è un caso più che conclamato.
Rimaniamo noi e la Grecia a rispettare i dogmi europei, che per qualche assurdo motivo continuiamo a rispettare pedissequamente le insensatezze economiche europee. Il motivo non so sinceramente quale sia, magari è perché ci siamo dimenticati come funziona la partita doppia?, (tra l’altro inventata proprio in Italia) o perché non vogliamo unirci per avere l’ultima parola sulle decisioni politiche? Lascio ad ognuno libera interpretazione a riguardo.
Sta di fatto che il mondo sviluppato è diviso da chi ha capito come relazionarsi con l’economia e dai conservatori che fanno tutto e il contrario di tutto vivendo in un mondo immaginifico.
Il susseguirsi degli ultimi governi italiani ci fa capire all’istante da quale parte del mondo siamo sempre stati: il governo in carica fino ad oggi non ha spostato la rotta di un millimetro rispetto al pensiero prevalente ed in fondo questo è anche naturale per un paese che rimane conservatore nell’anima a prescindere da quale casacca decida di indossare.
Vedremo cosa farà il nuovo segretario all’Economia, anche se le basi di partenza non sono per nulla buone.