Che coraggio, che eroe: si erge solitario contro la perfida UE!
Ah, davvero?
Non è che invece ha letto i dati del crollo dell’export in regioni come Veneto, Piemonte, Emilia Romagna e sa perfettamente che alla prima occasione gli imprenditori, e tutti i loro dipendenti che rischiano il posto di lavoro, voteranno Lega perché, pare, ora voglia uscire dall’Eurozona, creando così moleste tensioni al’interno dell’Unione che i suoi cari colleghi non tarderebbero a fargli notare (e pagare)?
E la crescita a mezzo export non è forse l’impostazione economica favorita dall’insana ideologia neoliberista e obbligata dalla struttura stessa dell’Unione Europea? Allora che export sia! e Renzi ne è un grande sostenitore (alla faccia della sinistra: qualcuno glielo spiega che la ricchezza prodotta dall’export non ha redistribuzione equa nella nazione?) e a chi dovremmo esportare se i tedeschi non comprano ed il resto d’Europa ha le pezze al sedere?
“Capitalism is about sales“! Se distruggi la domanda interna, le aziende sono costrette ad intercettare la domanda interna di qualcun altro per sopravvivere.
Riaprire alla Russia ha l’effetto di distendere le tensioni centrifughe interne e salvare il consenso, oltre a mantenere l’impostazione export oriented e gli imprenditori tranquilli, anestetizzati a dovere, tanto da non sentire la morsa della “competizione elevata” che gli strapperà la pelle al prossimo giro di vite (TTIP).
Renzi si dimostra ancora una volta un servitore indefesso della Governance Europea nella sua corrente più neoliberal e atlantica, il suo vero “Primo Cavaliere”.