Di Giacomo Bracci.
Nella sua relazione presso la Commissione
Finanze del Parlamento Italiano, il vice direttore di Banca d’Italia Fabio Panetta ha dichiarato che
In molti Paesi esteri gli interventi dello Stato a sostegno del sistema bancario hanno determinato per la finanza pubblica e per i cittadini oneri assai cospicui, pari al 5% del Pil in Spagna, al 5,5% nei Paesi Bassi, all’8,2% in Germania e a oltre il 22% in Grecia e Irlanda e che a titolo di esempio, è possibile calcolare che se in Italia fossero stati effettuati interventi in rapporto al Pil pari a quelli della Germania, l’onere a carico delle nostre finanze pubbliche sarebbe ammontato
a 140 miliardi di euro.
Uno sguardo ai saldi settoriali relativi alla Germania, ad esempio, mostra come attraverso gli interventi pubblici dello Stato soprattutto nel 2009 e nel 2010 si è impedito che il costo della ricapitalizzazione del sistema bancario gravasse sulle spalle del settore privato.
Quello che l’affermazione di Panetta suggerisce, anche se ciò è assente dal dibattito politico italiano, è che quei 140 miliardi di euro sono oneri effettivamente sostenuti dal settore privato italiano. Il rispetto delle regole europee ha impedito che fosse il governo italiano a farsi carico di questi costi, nel qual caso “i cittadini” non avrebbero sostenuto un costo ma avrebbero goduto di un beneficio.
Altri governi, come quello tedesco, hanno deciso di non rispettare quelle regole. E hanno fatto bene.
Faremmo bene anche noi a non rispettare le stesse regole a cui anche la Germania ci invita a sottostare.