Un testo scritto dai due professori MMT che fornisce chiavi di comprensione tra le relazioni macroeconomiche e come la produzione e l’occupazione dipendano dalla spesa totale. E allora come può funzionare l’austerità?

Di Marco Cattaneo.
E’ uno dei tanti concetti dell’economia che vanno contro l’intuizione comune. Eppure le ragioni non sono così difficili da comprendere.
Per inflazione s’intende, qui, una tendenza forte e persistente all’aumento del livello medio dei prezzi.
Che cosa provoca l’incremento dei prezzi ? il fatto che la domanda dei beni superi l’offerta.
Immaginiamo che a un determinato livello di prezzo mille persone siano in grado di comprare un’auto. Ma fisicamente è possibile produrne solo novecento.
Allora i prezzi salgono e agiscono come un meccanismo di razionamento.
I prezzi aumentano fino al punto in cui solo novecento persone sono in grado di pagare il maggior prezzo: novecento auto vengono vendute e cento persone rimangono senz’auto.
Bene. Immaginiamo invece una situazione diversa, opposta. Novecento persone sono in grado di comprare un’auto ai prezzi attuali, e ci sono impianti, manodopera e materiali sufficienti per produrne mille.
Vogliamo fare in modo che vengano prodotte e vendute mille auto, cioè che le risorse produttive vengano interamente utilizzate.
Prima ipotesi: la banca centrale stampa più moneta. Ma non la mette a disposizione del pubblico. La dà alle banche, acquistando titoli (per esempio titoli di stato) da esse posseduti. Questo è il cosiddetto “quantitative easing”, che dovrebbe servire da stimolo alla domanda.
Ma il clima generale è di pessimismo, e le banche non utilizzano questa moneta per finanziare consumatori e imprese: la lasciano depositata presso la banca centrale.
La domanda, la produzione e i prezzi delle auto aumentano? No. Non è cambiato nulla né nella domanda di auto, né nella capacità di produrle.
Seconda ipotesi. La banca centrale stampa moneta e la mette a disposizione del governo, il quale in parte la spende e in parte riduce le tasse ai cittadini.
Aumenta il deficit dello stato, inteso come differenza tra spesa statale e incassi fiscali: il che significa che più potere d’acquisto viene messo a disposizione del settore privato.
Tuttavia, come abbiamo visto, la domanda di auto era pari, prima dell’intervento statale, a novecento unità. Ma ci sono impianti, manodopera e materiali per produrne mille. Si parte, quindi, da un alto livello di disoccupazione: non solo disoccupazione della manodopera, ma disoccupazione delle risorse produttive in generale.
La domanda viene incrementata per l’equivalente di cento auto. Le risorse inutilizzate vengono messe al lavoro e vengono prodotte cento auto in più. Aumentano i prezzi ? No, perché non c’è bisogno di razionare le risorse. Si riattivano risorse che in precedenza non venivano sfruttate.
I prezzi aumentano solo quando la domanda supera la capacità produttiva. Stampare moneta è un modo per finanziare l’incremento della domanda. Ma:
Se la moneta viene data alle banche e queste la lasciano depositata presso la banca centrale, non c’è incremento di domanda (né tanto meno di prezzi).
Se la moneta va a incrementare la domanda, ma non la spinge al di sopra della capacità produttiva, non c’è incremento di prezzi.
Se invece la domanda è già pari alla capacità produttiva, allora aumentandola c’è incremento dei prezzi. Ma la causa è la crescita della domanda oltre il livello della capacità, non il fatto (in sé) di aver stampato moneta.
Allora riassumendo:
Caso 1: stampo moneta ma non incremento la domanda. Non c’è inflazione.
Caso 2: stampo moneta, incremento la domanda che però rimane al di sotto della capacità produttiva (o comunque non la supera). Non c’è inflazione.
Caso 3: stampo moneta, incremento la domanda e la porto a livelli superiori alla capacità produttiva. C’è inflazione.
Come vedete, l’unico caso in cui c’è inflazione è quello in cui la domanda supera la capacità produttiva: il caso 3. L’inflazione è causata dalla domanda che eccede l’offerta, non dall’aver stampato moneta.
In situazioni in cui (come oggi) c’è un fortissimo sottoutilizzo delle risorse produttive (leggi alta disoccupazione) non c’è, non ci può essere alta inflazione.
Stati Uniti, Regno Unito, Giappone hanno stampato enormi quantità di moneta, ma non hanno incrementato la domanda al punto da superare la capacità produttiva delle rispettive economie. E non c’è stata inflazione.
Allo stesso modo (anzi a maggior ragione) nell’Eurozona è oggi possibile incrementare fortemente la domanda (finanziando la maggior domanda con moneta di nuova emissione) senza alcun significativo rischio di inflazione.

L’economista Mmt, che aveva criticato le vicende di Tsipras fin dagli esordi, osserva con sguardo diverso quanto avvenuto nel paese iberico con le recenti elezioni che hanno premiato il Bloco de Ezquerda

Un anno fa il nostro Presidente del Consiglio riusciva a dire: “La Legge di Stabilità è il più grande taglio di tasse della storia repubblicana in un anno”. Nel frattempo, nel mondo reale, le aumentava di 11 miliardi portando la pressione fiscale stimata dal 43,4 al 43,7%. Oggi altri pesci abboccano

Tre appuntamenti organizzati dall’Università Popolare di Siena: si inizia lunedì 26 ottobre quindi mercoledì 28 ottobre e mercoledì 4 novembre. Relatore Filippo Abbate della Me-Mmt Toscana

Altri governi, come quello tedesco, hanno deciso di non rispettare quelle regole. E hanno fatto bene.
Faremmo bene anche noi a non rispettare le stesse regole a cui anche la Germania ci invita a sottostare.

13 lezioni con 10 docenti per 29 allievi; un percorso conoscitivo che consente di apprendere le basi della Modern Money Theory e diventare divulgatori competenti per cambiare la cultura economica e politica del nostro Paese

Il canale regionale Tvrs ha realizzato un servizio di 11 minuti con interviste ai relatori Tiziano Tanari, presidente Me-Mmt Marche, Pier Paolo Flammini, referente regionale Me-Mmt e l’avvocato Marco Mori di Riscossa Italiana

Dietro la propaganda: nel 2015 le tasse saranno di 788 miliardi con un incremento di 11 miliardi rispetto al 2014. E per il 2016 tasse come minimo per 804 miliardi, 26 miliardi in più che nel 2015. Il deficit al 2,2% è il più “austero” degli ultimi anni, e l’avanzo primario continua ad aumentare


Continuano a Macerata gli appuntamenti che consentono di approfondire e capire le dinamiche economiche e finanziarie, ma anche storiche e culturali, dell’attuale crisi del sistema Italia e dell’Eurozona tutta. Nuovo incontro, con ospiti di eccezione, sabato 17 ottobre alle ore 17 all’incontro intitolato “Nuovi modelli economici: che ne sarà del capitalismo?”. Organizzato dall’associazione culturale Azilut presso l’hotel Claudiani in via Ulissi 8, in collaborazione con l’associazione Me-Mmt Marche e Modilaut, interverranno Antonino Galloni, allievo del grande economista Federico Caffè e in passato direttore del Ministero dell’Economia e Finanze. Autore di diversi saggi economici imperniati sulle politiche monetarie e sulle cause della deindustrializzazione italiana, Galloni fornirà un contributo importante per trovare soluzioni durature ai problemi occupazionali ed economici attuali.
Assieme a Galloni interverrà Pier Paolo Flammini, referente economico regionale dell’associazione Me-Mmt, Teoria della Moneta Moderna che deriva dall’insegnamento di Keynes e vede tra i massimi esponenti mondiali l’economista statunitense Warren Mosler, in stretto contatto con l’associazione. Tra i temi in analisi, spiegati in maniera semplice e con alcuni esempi a tutti comprensibili, la sovranità monetaria, le differenze tra euro e moneta sovrana, i problemi connessi all’euro e come rilanciare l’economia italiana e il lavoro.
Data la notevole attualità di questi argomenti è auspicabile una grande partecipazione del pubblico (ingresso libero). Info: 334.3396485.