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Dall’€uro si esce così: ecco il percorso verso la Nuova Lira.

Di seguito la sintesi scritta dai nostri Mario Volpi e Filippo Abbate a seguito del convegno “Uscendo dall’Euro” che si è svolto a Castiglione del Lago, in provincia di Perugia, lo scorso 18 luglio. Oltre ai due componenti della Me-Mmt erano presenti, come relatori e per favorire il contraddittorio, il professor Sergio Cesaratto e il professor Ernesto Screpanti, entrambi dell’Università di Pisa, Moreno Pasquini e Leonardo Mazzei dell’associazione “Ora Costituente”.
 
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Ipotizziamo che nel giorno X il governo italiano darà vita al processo di uscita dall’euro ed ipotizziamo che l’euro continuerà ad esistere come valuta di altri Stati europei (tale ipotesi è necessaria poiché, secondo molti analisti, se l’Italia uscisse dall’euro ci sarebbe la deflagrazione dell’intera Eurozona e quindi della moneta unica: se ciò si verificasse verrebbero meno tutte le riflessioni che seguiranno).

L’unico momento in cui il tasso di cambio della Nuova Lira (in seguito NL) sarà fisso è all’inizio del processo; tale cambio sarà di 1 ad 1, quindi 1 euro varrà come 1 NL. Da quel momento in poi il tasso di cambio sarà flessibile e quindi libero di fluttuare. Ciò significa che la BCI potrà comunque intervenire con operazioni di politica monetaria per difendere il valore della NL da eventuali apprezzamenti o deprezzamenti nell’interesse pubblico ma non vincolerà il suo valore a quello di altre valute internazionali attraverso accordi di cambio fisso o semifisso.
Arriva il giorno X:
Lo Stato pagherà stipendi pubblici, commesse pubbliche, pensioni e trasferimenti in NL. Gli stipendi verranno convertiti alla pari e quindi uno stipendio pubblico annuo di 30.000 euro diverrebbe di 30.000 NL.
Lo Stato allo stesso tempo accetterà come valuta per l’estinzione degli obblighi fiscali soltanto le NL (soltanto le NL verranno accettate come mezzo di pagamento per le tasse). Ciò determinerà una crescente domanda di NL anche nel settore privato – dipendenti privati ed imprese chiederanno di essere pagati in NL perché soltanto con queste potranno pagare le tasse. La crescente domanda di NL in una fase in cui questa sarà ancora scarsa nel sistema difenderà il valore della valuta.
Se ricordate, quando abbiamo cambiato valuta ed abbiamo adottato l’euro, cosa è successo al settore privato? Non eravamo obbligati a pagare stipendi in euro, avremmo potuto pagarli in altra valuta (dollari, yen); ma avendo ridenominato tutte le tasse in euro, siamo stati di fatto costretti a spendere e riscuotere in euro. Tutta la monetizzazione del paese in NL potrebbe avvenire nella stessa maniera.
Veniamo ai depositi ed ai prestiti. La nostra proposta prevede di:
Lasciare i depositi bancari esistenti in euro che saranno convertiti soltanto su richiesta del cittadino. Quindi se avete soldi in banca nessuno li denominerà in NL; se avete dei soldi in banca non sarete costretti a convertirli in NL; ma se volete potrete andare presso la banca o altri operatori e farvi cambiare gli euro in NL a prezzi di mercato
Lasciare i prestiti bancari esistenti in euro che saranno denominati in NL soltanto su richiesta del cittadino – vale lo stesso discorso che abbiamo fatto per i depositi. Ovviamente da oggi i nuovi prestiti erogati dal settore bancario saranno in NL
Nel caso in cui i cittadini richiedano la conversione in NL dei depositi e dei prestiti bancari, il governo obbligherà le banche a soddisfare le richieste dei clienti in tempi brevi, al tasso di cambio vigente, attraverso leggi, regolamenti e controlli.
Quanto maggiori saranno le conversioni spontanee da euro a NL tanto più l’operazione avrà successo ed è importante tener presente quali siano gli incentivi a convertire i depositi esistenti:
– Il fatto che tasse, multe, imposte si possono pagare soltanto in NL renderà necessaria la conversione di almeno parte dei risparmi
– Il fatto che lo Stato spenderà in NL determinerà l’apertura di depositi in NL e ciò incentiverà anche la conversione di parte dei depositi in euro
– il fatto che soltanto i depositi in NL saranno garantiti illimitatamente dalla BCI mentre quelli in euro saranno garantiti nei limiti delle norme di legge vigenti
– il fatto che i depositi in NL saranno più economici di quelli in euro (poichè questi ultimi saranno equiparati a depositi in valuta estera e quindi saranno più costosi) sarà un ulteriore incentivo alla conversione
A nostro parere denominare immediatamente depositi e prestiti in NL non è prudente per almeno 8 motivi che elenchiamo di seguito:
1) La ridenominazione immediata dei depositi in NL incentiverebbe la corsa agli sportelli e le fughe di capitali; i cittadini consapevoli che il governo denominerà i depositi bancari in NL, nel timore che la NL si svaluterà rispetto all’euro, potrebbero ritirare contanti o potrebbero spostare presso banche estere i loro risparmi in euro. Questo comportamento, se effettuato in massa, genererebbe problemi al settore bancario (vedere caso greco). Lasciando la scelta di convertire i propri risparmi al cittadino, si ridurrebbero quantomeno tali comportamenti.
2) La ridenominazione immediata dei depositi in NL incentiverebbe il deprezzamento della NL. Cerchiamo di comprendere un meccanismo importante: se noi in massa vendiamo NL per comprare euro, la NL di deprezzerà e l’euro si apprezzerà. Viceversa, se vendiamo euro per comprare NL quest’ultima si apprezzerà e l’euro si deprezzerà. Supponiamo che il 30% degli italiani preferiscano detenere i propri risparmi in NL e l’altro 70% invece in euro (è solo un’ ipotesi ma il ragionamento vale anche cambiando le percentuali). In seguito alla ridenominazione immediata, il 70% che preferisce detenere risparmi in euro potrebbe riconvertire i propri risparmi di nuovo in euro – vendendo NL – generando così il deprezzamento della NL. Se i depositi invece fossero lasciati in euro potrebbe accadere che il 70% (che preferisce detenere i depositi in euro) non porrà in essere alcuna azione mentre il 30% di italiani che vogliono NL – perché devono pagarci le tasse o perché preferiscono detenere depositi nella nuova valuta perché garantita dallo Stato – potrebbero convertire euro in NL sostenendo così il valore della nuova valuta. Tenete inoltre presente che se la NL si apprezza la BCI sarà sempre in grado di contenerne l’ apprezzamento; mentre se la NL si deprezza repentinamente, la BCI potrebbe non essere in grado di contenerne il deprezzamento. Lasciare i depositi in euro sarebbe quindi utile per sostenere il valore della nuova valuta evitando una svalutazione repentina all’inizio del processo e favorendo un deprezzamento graduale e gestibile.
3) Con la ridenominazione immediata dei depositi la NL sarà subito abbondante nel sistema e ciò potrebbe provocare ulteriori pressioni svalutative. Nel caso contrario invece la nuova valuta sarà scarsa e la BCI sarebbe l’unico soggetto ad avere NL da vendere (quantomeno nella fase iniziale); ciò darà alla BCI un certo grado di potere nell’influenzare il tasso di cambio. Sarà soltanto la BCI a disporre di NL e sarà presumibilmente lei a decidere quanti euro ci vogliono per ottenere una unità della nuova valuta, quanto meno inizialmente. Tenete inoltre presente che, oltre alla domanda interna di NL, ci sarà un’ immediata e crescente domanda anche da parte degli operatori finanziari (dealers) che necessitano della nuova valuta per soddisfare le richieste internazionali della stessa (cittadini esteri che vorranno venire in vacanza in Italia, cittadini ed imprese estere che vorranno acquistare merci italiane o che vorranno investire nel nostro paese). La domanda estera si aggiungerà a quella interna e ne sosterrà il valore. In seguito, man mano che l’afflusso derivante dalla domanda di NL diminuisce e le NL aumentano nel sistema in seguito alle conversioni spontanee dei soggetti economici, si potrà verificare un morbido e graduale deprezzamento della NL.
4) Lasciare i depositi in euro permetterebbe alla BCI di accumulare euro man mano che soggetti economici, interni ed esteri, venderanno euro per ottenere NL. La BCI infatti, sarebbe l’unico soggetto economico a poter soddisfare la domanda iniziale di NL potendo così accumulare euro. Gli euro così accumulati potrebbero essere utilizzati dallo Stato per far fronte alle sue passività denominate in euro. Proprio in conseguenza a ciò proponiamo di non ridenominare, quantomeno inizialmente, i TDS esistenti ed attualmente in circolazione. Come detto in precedenza, la forte domanda di NL da parte di soggetti interni ed esteri, non solo ci difenderebbe da una violenta svalutazione iniziale, ma consentirebbe allo Stato di accumulare gli euro necessari a quantomeno ridurre il debito pubblico in euro. Le prime scadenze dei titoli potrebbero essere onorate in tal modo ed in un secondo momento, quando l’afflusso di euro calerà d’intensità, si prenderanno le giuste decisioni nell’interesse pubblico. La denominazione dei depositi in NL al momento dell’uscita dall’euro, non consentirebbe alla BCI di accumulare euro e si perderebbe tale opportunità.
5) Lasciare i depositi in euro permetterebbe una transizione graduale che fornirebbe il tempo necessario per le modifiche degli sportelli automatici e darebbe modo alle NL di entrare nel circuito economico evitando il rischio di penuria di liquidità che invece si potrebbe verificare nel caso in cui, dalla notte al giorno successivo, tutto venisse immediatamente denominato in NL.
6) Con la ridenominazione iniziale dei depositi si presterebbe il fianco ai media che bombarderanno con l’assioma ” se usciamo dall’euro la Nuova Lira si svaluterà enormemente”; in effetti le conseguenze di tale scelta daranno ragione ai media nel senso che la denominazione immediata in NL ne provocherà una svalutazione repentina per i motivi argomentati precedentemente.
7) I cittadini, già vessati dalla crisi e dalle politiche di austerità dei precedenti governi, vedrebbero la ridenominazione iniziale dei depositi in NL come l’ennesima coercizione del governo a loro spese; ciò farebbe perdere consenso politico al governo che si appresterà a compiere questo importante processo. Preferiamo non entrare in riflessioni di natura politica ma crediamo che questo aspetto sia di enorme importanza e non debba essere assolutamente sottovalutato.
8) La ridenominazione immediata dei depositi è una scelta NON REVERSIBILE. Una volta fatta non si torna più indietro. Lasciare i depositi in euro, non solo presenta i vantaggi precedentemente esposti, ma mantiene la possibilità per il governo di poterli convertire in un secondo momento.
Secondo la maggior parte degli economisti, lasciare i depositi in euro sarebbe sconveniente o addirittura impossibile. Ci teniamo a precisare che entrambe le opzioni consentirebbero allo Stato di perseguire politiche anticicliche e quindi di espandere i deficit pubblici nell’interesse dei cittadini. Riconosciamo inoltre che la ridenominazione immediata è per alcuni aspetti più semplice mentre lasciare i depositi in euro richiede un costante monitoraggio delle situazioni che si verranno a creare per poter elaborare di volta in volta la scelta migliore. Infine siamo profondamente consapevoli delle criticità che si potrebbero generare perseguendo la soluzione da noi proposta. Tuttavia siamo altrettanto convinti che lasciare depositi in euro sia più pratico, più vantaggioso e meno traumatico per il sistema economico che comunque si troverebbe a vivere un processo decisamente delicato come quello della sostituzione della valuta di Stato ed, in ogni caso, rimarrebbe sempre l’opportunità di ridenominarli in NL se ciò diventasse vantaggioso o necessario.
NB
· Prima dell’inizio del processo di transizione sopra descritto, cioè nel momento in cui il governo neoeletto che è intenzionato ad uscire dall’euro salirà al potere, potrebbe essere necessario introdurre dei limiti ai quantitativi di prelievi mensili in euro onde evitare la situazione che si è venuta a creare in Grecia. Il limite può essere individuato intorno ai 2.000,00 euro al mese per singolo c/c. Sempre nel periodo precedente al processo di transizione, potrebbe essere vantaggioso accompagnare questa limitazione con l’impossibilità da parte dei correntisti di spostare i propri risparmi su c/c esteri.
· Durante la fase di transizione potrebbe essere vantaggioso impedire il prelievo in contanti di euro: il cittadino potrebbe in ogni caso effettuare pagamenti elettronici in euro ma se necessita di contante potrà prelevare soltanto il controvalore (tasso di cambio vigente) in NL.
· Man mano che l’afflusso di euro alla BCI (in seguito alla domanda di NL parte dei soggetti economici interni ed esteri) diminuisce determinando un aumento di NL nel sistema, la nuova valuta inizierebbe a deprezzarsi. Tale deprezzamento consentirebbe ai cittadini di ottenere più NL per lo stesso controvalore in euro. Ciò costituirebbe un ulteriore incentivo per la conversione dei depositi ancora rimasti in euro».

23 commenti
  1. bruno ganciu
    bruno ganciu dice:

    ottimo ragionamento ,ma la massa del popolo è oggi in grado di seguire il percorso descritto ? O non ci sarà il fuggi fuggi trovando magari espedienti distruttivi?

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  2. Alessio Gennari
    Alessio Gennari dice:

    Aspetto a gloria questo grandioso momento. Nell’attesa mi impegno a informare i cittadini, cosicché siano consapevoli. E poi bisognerà vedere come si comporteranno i media, ma intanto affrontiamo un problema alla volta.

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  3. Pietro Trisciuoglio
    Pietro Trisciuoglio dice:

    Tecnicamente nulla da eccepire. I miei dubbi nascono dalla irrisolta questione morale che è nata nel periodo in cui eravamo ancora Stato Sovrano e stampavano la Vecchia Lira . Stato sovrano, perché popolo sovrano non lo siamo mai stato. Ora chi ci garantisce che la moneta stampata non finirà nelle solite tasche? Secondo quali termini saranno sarà gestita la possibile inflazione? Come sarà gestita la nuova moneta in termini di rapporto Moneta-Stato-Cittadini a quali organi sarà affidata quindi la gestione e la garanzia che di integrità oggi completamente negata dalla classe dirigenziale? Aldilà dei tecnicismi in che rapporto starà questa nuova moneta con i diritti basilari dell’uomo in quanto tale?

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    • Marco Cavedon
      Marco Cavedon dice:

      Il problema iniziale potrebbe essere la svalutazione che si genererebbe se gli euro venissero tutti conveiti in NL. Ad ogni modo, questa ipotetica svalutazione iniziale che si avrebbe non seguendo la strada prospettata da Volpi e Abbate, non costituirebbe necessariamente un problema, in quanto si tratterebbe di una bassa svalutazione, considerando i differenziali di inflazione accumulati dall’ingresso nell’euro rispetta alla Germania (il nostro principale competitor). La svalutazione sarebbe circa del 10%, valore insufficiente per realizzare una significativa inflazione (aumento generalizzato dei prezzi interni alla nostra nazione). Anche svalutazioni dell’80 o del 100% (come successo per la Corea del Sud), hanno infatti comportato un’inflazione interna solo di pochi punti. Inoltre non è affatto detto che dopo la fase iniziale la NL si svaluterà, in quanto uno stato che spede a deficit nell’economia reale e adotta un Piano di Lavoro Garantito di fatto stabilizza il valore della valuta e l’inflazione e inoltre, generando ricchezza al suo interno, continua ad attirare anche gli investitori esteri.

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  4. Gianluca
    Gianluca dice:

    L’unico dubbio è la conversione dei mutui e prestiti, c’è il serio rischio di prendere un salasso.
    per 1 motivo, non abbiamo la certezza assoluta che la Nuova Lira all’inizio si apprezzi, la Finanza per vendetta potrebbe cercare di buttarci giù la Nuova Lira.
    PS. si dovrebbe fare un bel confronto costruttivo tra voi MMT e i prof che preferiscono la conversione forzosa

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    • Marco Cavedon
      Marco Cavedon dice:

      Con la svalutazione è il creditore a perdere, non il debitore. Uno dei punti del nostro programma prevede la possibilità di rifinanziare i prestiti da euro in lire. Se al momento del cambio 1 euro vale 1 lira e, dopo aver chiesto la conversione del prestito in lire, questa si svalutasse anche del 30%, rispetto al valore in euro iniziale restituirò il 30% in meno (perché comunque 1 lira vale sempre una lira). E’ la stessa logica dei rischi di cambio che devono sostenere gli investitori esteri. Comunque con una moneta sovrana c’è sempre la possibilità di attuare tutte quelle politiche a sostegno dei salari reali che certamente sono utili anche per il pagamento dei debiti.
      La certezza assoluta nella vita non esiste, in questo caso quasi esiste. La finanza non potrà svalutare la nuova lira svendendola in massa sul forex, in quanto lasciando i depositi in euro, la lira all’inizio sarà una moneta scarsa di cui tutti avranno bisogno per pagare in primis le tasse e poi per effettuare tutte le altre transazioni, quindi sarà l’euro a essere svenduto per acquisire lire e il governo può anche decidere a che prezzo venderle le nuove lire. Attuando fin da subito politiche di spesa a deficit a sostegno dei PLG, dell’occupazione e dell’economia reale del paese, ciò farà ulteriormente sì che la lira sia richiesta ancora di più, sia dagli attori economici nazionali che internazionali, perché si creerà maggiore domanda aggregata alla quale farà da contraltare una maggiore produzione di beni e servizi.

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    • Domenico
      Domenico dice:

      Infatti.
      I dubbi che tu sollevi, Gianluca, sono più che legittimi.
      Ed anche noi abbiamo sentito il bisogno di avere un confronto costruttivo con chi auspica la conversione forzosa.
      Il confronto costruttivo di cui parli lo abbiamo cercato e lo abbiamo anche fatto. A Castiglion del Lago, qualche settimana fa.
      Presenti Mario Volpi e Filippo Abbate (autori di questo articolo), il Prof. Sergio Cesaratto (post-keynesiano) e il Prof. Ernesto Screpani (marxista).
      Gli ultimi due professori di Economia all’università di Siena.
      Risultato? I due Prof. si sono limitati a dire che la nostra proposta non è fattibile, senza mai argomentare veramente nello specifico, senza mai scendere nel tecnico come stiamo provando a fare noi con i nostri studi.
      Abbiamo esortato il Prof. Cesaratto a scrivere un documento tecnico, approfondito, di risposta alla nostra proposta.
      Lo stiamo ancora aspettando.
      Se questi sono i teorici della conversione forzosa, e se l’alba si vede dal mattino, direi che per ora da quelle parti è ancora notte fonda.

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  5. ANNA PAOLA USAI
    ANNA PAOLA USAI dice:

    La MMT insegna che le esportazioni sono un costo e le importazioni un bene. Quindi avere la bilancia commerciale in deficit non è un problema, o non sarebbe un problema……ma Screpanti afferma, in ORA Costituente, che in una politica di piena occupazione i salari possono essere influenzati dai mercati internazionali…..parlando poi di “vincolo esterno”. Non capisco il senso di questa affermazione ne la validità.

    Rispondi
    • Marco Cavedon
      Marco Cavedon dice:

      Forse si riferisce al fatto che le aziende per essere competitive nei mercati internazionali possono essere indotte ad abbassare i salari. Ma con la spesa a deficit da parte dello stato si produce una maggiore domanda locale che favorisce la produzione e il consumo di bei nazionali (bisogna mettere in conto che le esportazioni in paesi stranieri sono comunque svantaggiate da un maggiore costo dei trasporti), oppure è sempre possibile creare più lavoro in settori meno soggetti alla competitività, quali la cultura, l’arte, la ricerca e la tutela ambientale.

      Rispondi
    • Domenico
      Domenico dice:

      Il Vincolo Esterno è una delle principali critiche che vengono mosse alla MMT. In sintesi si afferma che non è possibile spingere la domanda interna fino alla piena occupazione in quanto questo attribuisce troppo potere di acquisto al mercato interno. Questo potere di acquisto provoca l’aumento delle importazioni e quindi un deficit della bilancia commerciale che alla lunga fa svalutare la valuta nazionale rendendo le importazioni insostenibili.
      Tuttavia questo assunto non è dimostrato. Ci sono paesi che importano da 40 anni senza vedere la propria valuta deprezzata in maniera problematica, Australia e Nuova Zelanda sono esempi (escludendo USA e Gran Bretagna per ovvi motivi).
      Secondo Mosler in realtà anche questo discorso del vincolo esterno, come tanti altri, sono un retaggio del Gold Standard, ma ora non hanno più senso di esistere.
      Infatti contano i termini reali di scambio, cioè se il tuo export è abbastanza domandato da permetterti di approvvigionare le importazioni di cui la tua economia ha bisogno. Punto.
      Anche questo, quindi, ci sembra un concetto anacronistico.

      Rispondi
    • Luigi Del Giovane
      Luigi Del Giovane dice:

      Le variabili da considerare per prevedere l’andamento della bilancia commerciale italiana in caso di politiche di piena occupazione sono molte ma a me sembra che l’obiezione di screpanti sia un po strumentale ad una posizione pregiudiziale! Infatti da una parte si paventa il timore di una svalutazione eccessiva e dall’altra quello di una eccessiva crescita delle importazioni ,le due cose sono abbastanza incompatibili tenuto conto che l’indice di marshall-lerner (elasticità delle esportazioni rispetto alla svalutazione) per l’italia è stato stimato da uno studio tedesco intorno ad un valore di 1.70 cioé molto alto! Bisogna inoltre tenere presente che la bilancia commerciale è una componente minoritaria (10% circa) della più importante bilancia dei pagamenti che tiene conto anche dei movimenti di capitali! Quindi pronosticare in modo così ineluttabile una insostenibilità assoluta di politiche di piena occupazione a causa del bincolo estero mi sembra quantomeno azzardato!

      Rispondi
  6. Maurizio Sbrana
    Maurizio Sbrana dice:

    Complimenti per il documento.
    Mi chiedo soltanto cosa potrebbe accadere ai depositi delle banche italiane nelle settimane PRIMA del ‘momento X’…Non credo assolutamente infatti che non ci possano essere fughe di notizie sui tempi di tale operazione.
    Inoltre temo da sempre gli effetti delle svalutazioni competitive, già patiti precedentemente all’introduzioni dell’euro, avvenute in Italia, causa prima della mancata modernizzazione del nostro impianto produttivo….

    Rispondi
    • Filippo
      Filippo dice:

      E’ sufficiente chiarire sin da subito che i depositi dei cittadini NON SARANNO CONVERTITI PER LEGGE, resteranno in euro.
      Se resteranno in euro, che motivo avrei di spostarli fuori dall’Italia, euro sono su un conto corrente in una banca italiana ed euro sono in una banca tedesca, o no?

      Rispondi
  7. Luca PERZAN
    Luca PERZAN dice:

    La conversione ex lege dei depositi da euro a NL non solo non è auspicabile, ma è impossibile dal punto di vista legale a mio parere. Se il governo italiano convertisse, determinerebbe una distruzione di euro a fronte di una creazione di lire. Questo è con ogni probabilità del tutto illegale perché il governo italiano non ha alcuna autorità sull’euro, non può né creare euro ne’ distruggerli. Queste azioni sono prerogative esclusive della BCE in base ai trattati internazionali. È come se i depositi in dollari americani dei cittadini per esempio svizzeri venissero convertiti in franchi dal governo svizzero. Ciò non sarebbe possibile. Quindi se il governo italiano volesse convertire i depositi, l’unica possibilità legale sarebbe una operazione obbligatoria di scambio di euro con NL. Ovvero la BCI preleverebbe forzosamente gli euro dai depositi e in cambio verserebbe NL. Gli euro che prima erano nei depositi dei correntisti ora sarebbero tutti nei depositi della BCI presso le varie banche commerciali. In questo modo gli euro non verrebbero distrutti, verrebbero solo “confiscati” dalla BCI. Ciò significa che la BCI avrebbe un’enorme quantità di riserve in euro con le quali potrebbe influenzare il tasso di cambio della NL se ciò risultasse opportuno.
    Questo solo a titolo di chiarimento. Non auspico che tale “confisca” di euro effettivamente si verifichi.

    Rispondi
    • Luca Perzan
      Luca Perzan dice:

      Mi auto correggo. La creazione di euro è prerogativa esclusiva della BCE e delle banche commerciali. La distruzione di euro avviene quotidianamente da parte di chiunque. Quindi non si può dire che la conversione sarebbe illegale su questa base. Rimane interessante osservare come la BCI potrebbe scambiare euro per NL e così facendo accumulare riserve valutarie.

      Rispondi
      • Chiara
        Chiara dice:

        La normativa internazionale ha stabilito il principio per cui uno Stato Sovrano può decidere la moneta a corso legale nel suo territorio, si chiama Lex Monetae.
        Nel caso dei depositi e dei titoli di stato e di alcuni contratti può – sottolineo la possibilità di scelta – decidere di convertirli forzosamente nella sua moneta perché sotto giurisdizione legale nazionale.
        Per quanto riguarda contratti internazionali e strumenti finanziari posti sotto la giurisdizione estera, la conversione non può essere forzata, va mantenuta nella moneta con cui è stato stipulato oppure, se proprio si vuole tentare la conversione, cosa che la proposta di Mosler infatti non prevede, si va in causa nel tribunale indicato nelle note legali del contratto.
        Il punto sollevato sulla legalità di tale conversione è quindi fonte di dispute laddove il principio di giurisdizione estero su quell’importo in euro dovesse prevalere o essere ambiguo, cioè non specificato, rispetto a quello nazionale. Ricordo qui brevemente quali sono: i derivati (legge inglese o New York), i contributi versati ai fondi europei (EFSF – corte di giustizia del Lussemburgo, MES – corte di giustizia europea) e i Target 2 (sotto giurisdizione del paese creditore).

        Rispondi
    • Sergio Ferrero
      Sergio Ferrero dice:

      Luca, pensare ad una ‘confisca’ o ad un ‘prelievo’ di euro può essere fuorviante. In realtà si tratterebbe di un acquisto di euro a fronte di un pagamento in NL ( ricorda che la MMT ci spiega che la moneta deve essere prima spesa dal monopolista per essere poi disponibile nell’economia).
      Gli euro non verrebbero affatto distrutti (come avviene solo quando una moneta viene usata per il pagamento delle tasse al monopolista della stessa) ma acquistati, mentre le lire usate per il pagamento sarebbero, queste sì, create ad hoc.

      Rispondi
    • redazione
      redazione dice:

      Nella proposta Mosler i titoli inizialmente vengono lasciati in Euro. Questo sempre per garantire i risparmiatori che non potranno così temere in nessun modo la propaganda sui rischi di svalutazione. Alle scadenze potranno essere pagati con gli euro accumulati nella fase di transito alla nuova lira (chi chiede nuove lire vende euro che vanno nelle riserve della Bce). Nel caso in cui si renda necessario o conveniente tornare ad avere i Tds in lire, questo potrà avvenire immediatamente. http://mmtitalia.info/da-euro-a-nuova-lira-si-fa-cosi/

      Rispondi
  8. Eduardo Pozio
    Eduardo Pozio dice:

    Peccato che ti sei dimenticato di parlare di cosa succede al debito pubblico. rimane in euro quindi lo stato dovrà comprare miliardi di euro per ripagare le scadenze usando una NL svalutata e le emissioni di debito in nuove lire che sostituiranno i debiti in scadenza avranno interessi da capogiro, meglio dichiarare bancarotta subito

    Rispondi
    • redazione
      redazione dice:

      Sei sicuro che l’euro si apprezzi.
      La NL non può svalutare nel brevissimo, semplicemente perché non è sul mercato e quindi per averla bisogna acquistarla, nessuno può venderla.
      Dimentichi appunto che la Banca Centrale Italiana venderà lire in cambio degli euro, quindi accumulerà euro che potranno essere utili per sostenere il cambio nel caso di svalutazione.

      Rispondi

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