L’Eurozona non è e non è mai stata una cooperazione tra Stati. La Bce in Grecia ha causato la chiusura degli sportelli.
Di Mario Volpi
La BCE crea 1.160 miliardi di Euro di liquidità bancaria in due anni tramite il Quantitave Easing ma esclude le banche greche da questo meccanismo, e questa decisione è avvenuta cinque mesi fa cioè cinque mesi prima che Tsipras comunicasse il referendum.
Lanciato il referendum da Tsipras, la BCE si rifiuta di aumentare la fornitura di liquidità bancaria d’emergenza alle banche greche (ELA) fissandola a 80 miliardi (euro) circa e non oltre. Sarebbero stati sufficienti altri 5 miliardi circa per evitare che le banche greche chiudessero gli sportelli.
Ma a fronte di 1.160 miliardi regalati alle altre banche dell’Eurozona, la stessa BCE si rifiuta di fornire 5 miliardi in più alle banche greche già escluse dal Quantitative easing.
Come è ormai sotto gli occhi di tutti, l’Eurozona non è, e non è mai stata, una cooperazione tra stati.
Il nocciolo è insomma: bloccare la fornitura di liquidità alle banche greche decisa dalla BCE genera la limitazione dei prelievi in Grecia che sta provocando paura fra i cittadini. Ciò ovviamente è funzionale ad influenzare il voto al referendum inducendo i cittadini a scaricare Tsipras. Speriamo che i greci siano al corrente di chi ha provocato la limitazione dei prelievi bancari in Grecia: non è una decisione del governo Tsipras ma bensì l’ennesima imposizione/ricatto dei poteri sovranazionali che dispongono del monopolio di emissione della valuta che il governo greco utilizza.
Puoi avere la più bella macchina del mondo ma se chi ti dà la benzina decide che non puoi andarci in giro, la macchina sta ferma. A meno che…
ELA, sinteticamente cos’è, come funziona. La BCE ha carta bianca sulla dell’ELA?
Anna Paola:
Ti riporto parte di un articolo:
“I criteri con cui le banche commerciali possono accedere alla liquidità (tassi, durata rifinanziamento, collaterale accettato) sono però decisi in maniera uniforme dall’Eurosistema che anche si assume il rischio solidale delle operazioni. Il ruolo delle banche centrali nazionali è invece meno tecnico (da branca operativa) ma più sostanziale nelle operazioni di Emergency Liquidity Assistence (ELA). In questo caso la banca centrale nazionale pur agendo caso per caso previa autorizzazione della BCE, si assume il rischio dell’operazione.[*] Le operazioni sub ELA non entrano infatti nel bilancio dell’Eurosistema, ma solo in quello della banca centrale nazionale che le ha condotte. L’ELA è diventata nota al pubblico all’inizio del febbraio 2015 quando la BCE sospese le operazioni di rifinanziamento a favore delle banche greche non potendo più accettare titoli del debito sovrano greco come collaterale in quanto essi non rispettavano più almeno uno dei due criteri posti da Francoforte. I criteri sono: una valutazione minimamente positiva da almeno una delle principali agenzie di rating (non rispettata da Atene) o essere in un programma di risanamento concordato con la Troika (UE, BCE, FMI), programma appena ripudiato dal nuovo governo Tsipras. Non potendo far tuttavia fallire le banche greche, che da mesi stavano subendo una fuga di capitali, la BCE incrementò l’ammontare di liquidità che la Banca di Grecia poteva concedere attraverso l’ELA da 60 a 65 miliardi di euro (una decisione soggetta a successiva verifica periodica). Da osservare che, tuttavia, il ricorso all’ELA è assai più costoso per le banche, 1,55% contro 0,05% delle operazioni di rifinanziamento principali. In verità di ELA si era già molto parlato per il grande utilizzo che ne fece l’Irlanda al culmine della sua crisi nel 2011 (si veda http://www.skadden.com/insights/restructuring-ela-liabilities-lessons-ireland)
[*] Il rischio delle normali operazioni di rifinanziamento è invece in solido di tutte le banche centrali nazionali pro quota a seconda della partecipazione al capitale della BCE.
Articolo originale: http://www.economiaepolitica.it/il-pensiero-economico/lorganetto-di-draghi-terza-lezione-ltro-target-2-omt-2011-2012/