QUESTA E’ LA REPUBBLICA
Perché agire.
Perché crediamo di essere deboli quando invece siamo al vertice della piramide del potere? Partecipare è un dovere in democrazia. Delegare continuamente l’esercizio dei nostri diritti a chi ha dimostrato di non volerli garantire è stato il più grande errore che abbiamo commesso.
Ma possiamo rimediare.
La Piramide del Potere
Il potere ha livelli gerarchici precisi, il piano più in alto governa quello sottostante. Si parla continuamente di economia, come se governasse ogni cosa. In realtà quest’ultima determina in modo preciso la realtà fisica, ma non la governa. L’economia è il livello base di una società. La vita di tutti i giorni, quella che sperimentiamo, tocchiamo, sentiamo, mangiamo. Ma non si auto-realizza. Che l’economia sembri onnipotente è il risultato di un inganno veicolato dai mass media. In realtà è all’ultimo livello della gerarchia del potere. L’economia è regolata dalle leggi. Le leggi vengono prodotte dall’attività parlamentare, dalla politica, il livello più importante di tutti perché è il cuore del corpo sociale, della democrazia. La politica non può produrre qualsiasi legge, ma è vincolata al rispetto della Carta Costituzionale, che limita e impone determinati indirizzi. La Costituzione può essere modificata, entro certi limiti stabiliti dalla Costituzione stessa, attraverso uno specifico processo parlamentare. Cioè sempre Politico. Sopra ogni cosa, il sovrano, in una Repubblica, è il popolo: Articolo 1 L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.
Sua Altezza, il Popolo Sovrano, è pregato di scendere al piano di sotto, quello della Politica, per intervenire a sistemare il caos prodotto ai piani inferiori.
LA REPUBBLICA RINGRAZIA
E aggiunge: “Cari cittadini, vi ho fatto studiare gratis. Gratis. Adesso quelle competenze vi servono a difendere i vostri diritti. Leggete, studiate, confrontatevi e poi fuori! Assediate i vostri rappresentanti istituzionali, sindaci, presidenti di regione, giudici, magistrati, segretari di partito, associazioni di categoria, sindacati, perché venga immediatamente ripristinata la società disegnata dalla Carta Costituzionale, la società per cui i vostri nonni sono morti, i vostri genitori hanno lavorato e che a voi spettava godere pienamente.
La politica è far pesare le proprie istanze, i propri interessi con fermezza. Assumetevi le vostre responsabilità. Smettetela di giustificarvi accusando chi è entrato in casa vostra quando avete lasciato la porta aperta e un cartello con scritto “i soldi e i gioielli li tengo qui”. Loro sono dei ladri, ma voi siete dei fessi. Dove eravate? La politica è la fabbrica che produce i vostri giorni futuri. Vi conviene sedere nel consiglio di amministrazione o avere lì chi vi rappresenta sul serio. Tornate alla politica. Amatela. Parlatene ovunque! Al pub, sul lavoro, a scuola, in autobus, in fila alla posta, al supermercato… deve tornare ad essere il centro della vostra vita, perché lo è davvero.”