Da Italia Oggi
Grande partecipazione per l’evento con Warren Mosler, Economista di fama mondiale, ospite d’onore al Think Tank Trinità dei Monti sul tema: “Creazione di moneta e sostenibilità della crescita”. Il Fondatore della Teoria della Moneta Moderna “Mosler Economics”, definito dalla Cnbc “One of the brightest minds in finance” è stato accolto nella sala stracolma del Giardino Segreto, in una delle cornici più belle e simboliche della Capitale, la Scalinata di Trinità de’ Monti, che ha ospitato la tappa romana del Tour MMT in Italia.
Il presidente Pierluigi Testa, che ha presentato il tema e introdotto l’ospite, ha richiamato anche alcuni passaggi della Relazione del Governatore della Banca d’Italia, tenutasi nella stessa mattinata, in riferimento all’Asset Purchase Programme operato dalla Banca Centrale Europea per determinare un’espansione dei Mercati. Il pensiero di Mosler è stato quindi introdotto dal consigliere Roberto Venturini che, dopo aver chiarito i punti di divergenza tra teorie ortodosse ed eterodosse, ha avvicinato, per alcuni aspetti, la teoria di Mosler allo stream post-keynesiano, seppure con evidenti distinzioni. Mosler infatti è uno dei più rivoluzionari e progressisti nel panorama del pensiero economico odierno, difficile da inquadrare in una cornice teorica. In estrema sintesi, la MMT basa il processo di creazione di moneta da parte dello Stato attraverso il deficit, e sostiene che interventi di politica fiscale espansiva abbiano effetti positivi sull’economia reale.
Prima di giungere alle soluzioni proposte dalla propria scuola di pensiero, il Prof. Mosler ripercorre alcuni concetti fondamentali per il Capitalismo occidentale, a cominciare dalle vendite di beni reali. Secondo la MMT le vendite sono l’oggetto fondamentale di un’economia virtuosa. I livelli di occupazione e produzione non sono altro che variabili di una funzione determinata dalle vendite e oggi in Europa il problema principale è proprio l’elevato livello di disoccupazione medio, che si attesta intorno all’11%.
La disoccupazione deriva da redditi non spesi: la disoccupazione è indice di redditi non spesi. Nell’economia reale, la presenza di attori con queste caratteristiche è bilanciata dalla presenza di attori che spendono più delle proprie possibilità e che quindi contraggono debiti: cittadini con mutui a carico, aziende con elevati livelli di indebitamento e Stati sovrani. Tutte le differenti tipologie di debito rappresentano il reddito speso al di sopra delle possibilità di tali attori. Uno Stato che accumula debito è uno Stato che sta alimentando la domanda e l’economia.
Quando anche i soggetti in deficit hanno smesso di spendere a causa delle politiche di austerity, la disoccupazione è aumentata, le vendite sono calate e la disoccupazione è aumentata ancora, in un pericoloso circolo vizioso. Mosler si è interrogato insieme alla platea sulle possibili soluzioni ad una situazione di tale natura. Tagliare i tassi di interesse al credito è ormai chiaro che non è una proposta valida. Teoricamente potrebbe contribuire a far riprendere gli investimenti e aumentare vendite e occupazione ma finora le politiche di taglio di tassi di interesse e quantitative easing non hanno generato progressivi miglioramenti dell’economia. Nonostante il taglio dei tassi di interesse, il livello di credito medio concesso non è aumentato e invece dell’ inflazione si è manifestata la deflazione e la riduzione del P.I.L.
Per quanto riguarda le manovre commerciali, si può certamente affermare che la politica di crescita improntata sull’esportazione dell’UE sia fondamentalmente improntata sulla competitività del sistema economico. Secondo il Prof. Mosler una politica basata sulle esportazioni come quella dell’UE provoca un apprezzamento della valuta, che genera successivamente l’ annullamento dei vantaggi ottenuti attraverso la politica commerciale. Oggi in Europa le importazioni sono state sostituite dall’austerità. Dopo questa interessante analisi economica, prima di arrivare alle soluzioni proposte, il Prof. Mosler si avvicina al cuore della sua teoria, dichiarando che il debito pubblico rappresenta la registrazione contabile di tutta la quantità di risparmio che viene accumulato dall’economia privata. Questo potrebbe voler dire che sotto le garanzie offerte da Draghi in Europa, il deficit pubblico potrebbe essere utilizzato come strumenti di policy per far ripartire l’economia.
Quali sono le proposte del Prof. Mosler e della MMT per superare l’attuale crisi in Europa?
La prima soluzione consiste nell’innalzamento del limite del deficit pubblico da 3% a 8% e nell’utilizzo del debito come leva per risollevare l’economia nel breve periodo, in modo da consentire la messa in campo di riforme strutturali che sostengano i livelli di vendite e occupazione. La seconda soluzione, più provocatoria, consiste nell’uscita dall’Euro, attraverso un sistema di conversione intelligente che sia mirato a mantenere il valore nominale della moneta e evitare una perdita di valore dei risparmi e delle riserve. Secondo Mosler, i Governi potrebbero vendere valuta locale in cambio di Euro con un piccolo sovrapprezzo, in modo da convincere gli attori del sistema economico ad acquistare moneta locale. Questa manovra manterrebbe sostenuta la domanda di moneta locale senza compromettere la ripresa dei consumi, dell’occupazione e dei livelli di vendite. In questo periodo di transizione, anch’esso di breve periodo, i Governi potrebbero contare su un’economia stabile. Warren Mosler conclude l’intervento lasciando spazio ad una sessione di dibattito con la variegata platea composta da imprenditori, esperti di settore, manager d’azienda e personalità del mondo istituzionale, ma anche da giovani studenti e professionisti. Estremamente interessanti i contributi del pubblico riguardo le possibili politiche da mettere in campo per rendere il mercato del lavoro stabile e garantire i livelli di massima occupazione. Il Mosler coglie l’occasione per ribadire quanto il mercato del lavoro sia asimmetrico e come non sia possibile garantire un aumento dei livelli di occupazioni semplicemente attraverso riforme strutturali.