A proposito del Nepal, che tutti sembrano aver dimenticato dopo l’emozione iniziale dopo il tragico e recente terremoto che ha provocato migliaia di vittime: se oggi il governo nepalese non può, esattamente come quello italiano, provvedere all’immediata ricostruzione dei propri centri urbani e all’immediata messa in sicurezza del proprio territorio, dovendo dipendere invece dalla carità (assolutamente apprezzabile) del resto del mondo, è semplicemente perché tale Paese non possiede una moneta sovrana, in quanto la Rupia Nepalese è legata ad un tasso di cambio fisso alla Rupia Indiana (precisamente 1 a 0,625).
E questo ancoraggio della propria valuta pone un vincolo alla politica di spesa del governo nepalese, il quale non può spendere nemmeno un centesimo in più, perché ciò provocherebbe una crisi valutaria. Proprio come l’Italia, che ha dovuto lasciare L’Aquila sotto le macerie disonorando le trecento e più anime che vi hanno perso la vita perché impossibilitata di adoperare la propria moneta sulla base dell’interesse pubblico, anche il Nepal ha le mani legate per mera scelta politica.