TRENTO – Nel pomeriggio del 17 maggio, l’aula Kessler, presso il dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’ateneo tridentino, ha ospitato il dibattito sul tema “L’inclinazione recessiva dell’Unione Monetaria Europea”. Invitati al dibattito erano il prof. Riccardo Bellofiore dell’Università di Bergamo, il prof. L. Randall Wray dell’Università del Missouri-Kansas City e Warren Mosler, economista statunitense principale divulgatore della Teoria della Moneta Moderna, attualmente a Trento in qualità di visiting professor del Dipartimento di Economia e Management. A moderare il dibattito, il prof. Jack Birner, del locale ateneo.
È stato proprio il prof. Birner a introdurre il dibattito evidenziando come l’enorme crisi che stiamo vivendo ci possa dare l’opportunità di studiarla a fondo in modo da non commettere più gli stessi errori in futuro. Ha aggiunto che la recessività intrinseca dell’eurozona stia mettendo a rischio tutto ciò che l’Unione Europea ha conquistato ma che, a suo parere, non sarebbe opportuno uscirne.
Il primo intervento è stato quello del prof. L. Randall Wray, che ha descritto i difetti strutturali dell’Unione Monetaria Europea. Suffragando le proprie posizioni con una significativa quantità di dati, il prof. Wray ha evidenziato come a causare la crisi sia stato un cocktail micidiale di deregulation del settore finanziario e aumento smisurato del debito privato. Tutto questo, ha creato uno scompenso che gli stati dell’Eurozona non sono stati in grado di arginare con una adeguata spesa a deficit visto che l’euro non è una valuta sovrana e la sua adozione ha ridotto l’Italia a uno stato simile a quello di un paese colonizzato. Il prof. Wray ha anche mostrato come l’Italia della liretta, grazie a deficit di spesa pubblica e surplus della bilancia commerciale, sia stata in grado di realizzare un “fenomenale” risparmio da parte di famiglie e imprese.
È toccato di seguito a Warren Mosler che ha rivisitato il rapporto che c’è tra la ricchezza del settore privato, la disoccupazione e i tassi di interesse all’interno dell’Eurozona mostrando, dati alla mano, come la politica monetaria della BCE sia stata del tutto inutile per risolvere il problema della disoccupazione. La proposta di Mosler è quella di agire sulla leva fiscale: ridurre la tassazione o aumentare la spesa pubblica per fino ad arrivare a un deficit pari all’8% del PIL, come primo obiettivo, dando vita a un piano di lavoro garantito che faciliti il passaggio della condizione di disoccupazione all’impiego nel settore privato. Un’ultima nota è stata sulla nocività del modello di sviluppo basato sull’aumento dell’export imposto dalla UE che genera contrazione salariale al fine di ridurre i costi di produzione.
L’ultimo intervento è stato quello del prof. Bellofiore. Il tono è stato leggermente diverso da quello degli interventi precedenti in quanto il problema è stato focalizzato secondo l’ottica della teoria monetaria della produzione capitalistica. La tesi espressa dal prof. Bellofiore è che abbandonare l’Eurozona sarebbe un errore perché il cuore del problema è l’assenza di un centro fiscale che ridistribuisca la ricchezza e che non permetta disavanzi di bilancio.
Largo spazio è stato quindi lasciato alle numerose domande del pubblico che ha interrogato i relatori su vari temi. L’iniziativa – realizzata dall’associazione Trentino MMT e dal Dipartimento di Economia e Management dell’Università di Trento grazie alla prof.ssa Elisabetta De Antoni e al prof. Geremia Gios – ha visto la partecipazione di un pubblico nutrito e variegato: cittadini, attivisti, rappresentanti delle istituzioni e tanti studenti desiderosi di cogliere l’occasione per un confronto qualificato con personalità di rilievo del mondo accademico e non.
Nella foto: un momento della conferenza con Mosler, Wray e Bellofiore