Giovedì 11 maggio, presso l’Ateneo di Perugia il premio Nobel per l’economia Amartya Sen ha tenuto una Invited Lecture dal titolo “Etica ed Economia”.
L’intervento di Sen, durato circa mezzora, è stato molto sensibile a temi sociali ed etici, argomenti che hanno contraddistinto tutto il suo immenso lavoro di filosofo-economista e che lo hanno portato nel 1998 a vincere il Nobel per l’Economia.
Sen ha iniziato parlando della questione immigrazione, specificando che esso non può essere affrontata come un problema nazionale visto che nessuno di noi vive in “una scatola chiusa”, ma visto come una sfida globale, riferendosi anche ai flussi migratori dall’Africa all’Europa, che stanno accentuando le già profondissime criticità dell’economia europea.
Ha posto poi l’accento sui motivi della crisi economica in Europa denunciando la, a dir poco miope, gestione della politica economica intrapresa dalle istituzioni europee. Egli ha dichiarato con forza che si sono confusi due aspetti distinti: il controllo dei bilanci pubblici e riforme strutturali che in tutti i paesi devono generalmente affrontare per mettersi al passo con i tempi.
“C’è abbondante evidenza nella storia del mondo del fatto che la miglior via per diminuire i deficit è quella di fronteggiare le recessioni e combinarla con la crescita economica” ha affermato Sen.
Inoltre ha così proseguito: “il perseguimento delle riforme in Europa è stato intralciato, invece che favorito, dal non comprendere la distinzione tra (1) riforma di cattive organizzazioni amministrative e (2) austerità nella forma di tagli indiscriminati ai servizi pubblici e alle più basilari garanzie sociali.”
In sostanza, l’intervento di Sen contiene in una forte critica alle politiche europee per contrastare la crisi economica. Politiche che non sono state assolutamente salutari, anzi, ne hanno accentuato la gravità.
Il professorSen conclude il suo intervento chiarendo che serve un dibattito più chiaro sulle scelte di politica economia applicate e da applicare, dibattito che possa porre le basi per una maggiore unione politica in Europa.
Per quanto riguarda la fattibilità di una maggior unione politica nell’Unione Europea, ricordiamo questo nostro articolo di qualche tempo fa. E ci domandiamo: il Prof Sen crede veramente che questa unione politica sia percorribile allo stato attuale? Non sarebbe meglio riappropriarsi della propria valuta ed democrazia, promuovendo il benessere di tutti i cittadini concependo una futura Unione Europea fondata su basi completamente diverse e più rispettose degli interessi dei cittadini?
E prendendo spunto da quest’ultima domanda, ci permettiamo di muovere una ulteriore osservazione al professor Sen.
Purtroppo, neanche lui ha posto l’accento sullo strumento principale con il quale le istituzioni europee hanno potuto imporre sacrifici ed austerità a milioni di persone, ovvero: la Moneta Unica.
Infatti Sen non ha minimamente parlato dell’architettura dell’Eurozona e della sua struttura sfacciatamente classista verso i mercati finanziari e strutturalmente contraria alla diffusione del benessere fra tutta la popolazione.
Perché l’argomento “moneta” è sempre così trascurato praticamente tutte le personalità di grande rilievo economico?
Come mai sembra sempre che questo tema sia secondario, quando l’evidenza logica della Teoria monetaria moderna dimostra che solo attraverso l’uso corretto delle infinite potenzialità della moneta moderna si possono promuovere politiche di sviluppo e welfare?
Capire la moneta moderna è fondamentale per capire l’Economia e quanto sia importante per un paese godere della piena libertà di deficit. Questa opera di divulgazione tocca evidente ai liberi cittadini.
Visto che neanche chi ha già ottenuto un premio Nobel per l’Economia si arrischia a farlo.