di Marc Lavoie
Traduzione di Csepi: qui orginale
Il sistema di compensazione e di regole alla base del TARGET2, che è stato messo in atto nella zona euro, ha diverse analogie con il progetto originario di Keynes (esposto nel ’44, alla fine del conflitto mondiale). In un certo senso questo fatto non è sorprendente dal momento che la zona euro è un esempio peculiare di un tasso a cambio fisso. Naturalmente, le cose sono semplificate nel caso della zona euro poiché, come equivalente del bancor di Keynes, troviamo anche una valuta comune utilizzata per le transazioni private: l’euro. Mentre si parla molto sulla BCE e le sue decisioni nell’impostare il tasso d’interesse di riferimento, così come di fornire vari servizi speciali di prestito alle banche commerciali, in realtà la maggior parte delle operazioni reali si verificano ancora attraverso le banche centrali nazionali dei paesi che fanno parte di questa area. Quando si tratta di transazioni monetarie che coinvolgono sistemi bancari ubicati in diversi paesi della zona, la BCE opera in un modo che è molto simile a quello internazionale del Clearing Bank di Keynes (o nel caso di questa materia specifica, la Davidson’s International Clearing Agency): la BCE lascia le banche centrali nazionali accumulare eccedenze (o scoperti) sui loro conti presso la BCE. Questo può essere mostrato con il seguente esempio.

Supponiamo che qualche società privata spagnola importi auto dalla Germania pagando attraverso la sua banca spagnola, la Santander (SB). Il pagamento passa attraverso il TARGET2, e finisce come un credito sul conto della ditta esportatrice tedesca, nella propria banca commerciale tedesca, in questo caso la Deutsche Bank (DB). In questa fase la banca spagnola ha una posizione debitoria presso il Banco de España (BDE), mentre la banca tedesca ha una posizione di credito verso la Bundesbank (Buba)i. Inoltre, la Bundesbank addebita il conto al Banco de España. Tutto questo avviene ancora senza problemi, così come le banche centrali nazionali della zona euro forniscono linee illimitate e non garantite di credito a vicenda. Tutti questi conti a debito e a credito vengono registrati nella prima riga della tabella n. 2. Tuttavia, entro la fine della giornata, le banche centrali nazionali devono aggiustarsi tra di loro. Tutti i debiti e i crediti sono compensati sui libri contabili della BCE, in cui ciascuna banca centrale nazionale poi acquisisce una posizione netta nei confronti del resto del Sistema europeo e delle sue banche centrali (SEBC). Questo è mostrato nella seconda riga della tabella n. 2. Inoltre, come ci si aspetterebbe entro i confini di una teoria della moneta endogena, secondo il principio di drenaggio (o reflusso), la Deutsche Bank utilizzerà molto probabilmente i suoi saldi positivi (o riserve) per ridurre la sua posizione scoperta nei confronti della Bundesbank. Ciò è dimostrato anche nella seconda fila della tabella.

Non c’è limite alla posizione di debito che una banca centrale nazionale può incorrere sui libri contabili della BCE; cioè, le sue responsabilità per quanto riguarda il resto dell’Eurosistema non sono limitati. Possono essere effettuate indefinitamente. Non c’è tempo prescritto per il regolamento dei saldi Target2. Inoltre, le banche centrali nazionali che sono in debito pagano il tasso ufficiale principale, che è anche il tasso ottenuto da chi detiene crediti verso l’Eurosistema. Così questi squilibri potrebbero continuare all’infinito, come (tornando all’esempio) la banca di Santander avrebbe preso anticipazioni dal Banco de España all’1,5% (se questo è il tasso di rifinanziamento principale); mentre il Banco de España si metterebbe ad accumulare passività entro l’Eurosistema allo stesso ritmo, anche all’1,5% del tasso d’interesse.

TABELLA n. 2

Nell’esempio della tabella n. 2, abbiamo ipotizzato che le banche tedesche non forniscano il prestito overnight (con scadenza di 24 ore), né a lungo termine, a favore delle banche spagnole. Ma se dovessero farlo, come hanno fatto prima del 2007, il disavanzo delle partite correnti della Spagna sarebbe compensato da quello del suo conto finanziario. Non si avrebbe insomma alcun aumento nel bilancio della BCE. Ma se il mercato overnight all’interno della zona euro è parzialmente congelato, come è stato ad esempio il caso a partire dall’estate del 2007, allora il dato che si trova sulla seconda riga della tabella n. 2 sarà il risultato più probabile degli squilibri nei conti correnti. Potranno verificarsi anche modifiche simili al bilancio della BCE, se gli agenti economici perdono fiducia nel sistema bancario spagnolo e decidono di spostare i propri fondi nelle banche tedesche. Anche in questo caso i bilanci saranno modificati come mostrato nella seconda riga della tabella n. 2.

Ci sono quindi grandi somiglianze tra il piano di Keynes e il funzionamento del sistema dei pagamenti nella zona euro, dal momento che entrambe le organizzazioni prevedono una banca internazionale di compensazione che concede anticipi ai paesi in deficit. Ovviamente, i dati della Tabella n. 1 e quelli della seconda riga nella tabella n. 2 sono quasi identici. Entrambe le organizzazioni infatti sono basate su un sistema bancario chiuso, dove gli addebiti sono necessariamente uguali agli accrediti della banca sovranazionale. Infatti, il Target2 è meno vincolante del progetto originario di Keynes, poiché il primo non avrebbe limiti per quanto concerne la misura dei prestiti che possono essere erogati dalle banche centrali nazionali attraverso la Banca Centrale Europea, la quale agisce qui come un’agenzia di compensazione internazionale, considerando che il piano di Keynes, viceversa, aveva imposto un soffitto (limite) sugli importi, che normalmente potevano essere presi in prestito dalle banche centrali nazionali dalla International Clearing Bank oltre ad imporre limiti alla durata del tempo durante la quale poteva essere superato il soffitto.

Eppure, nonostante le caratteristiche così ben congegnate dal sistema del Target2, che soddisfano le condizioni per una fornitura elastica di credito e denaro, o forse a causa di essi, alcuni paesi della zona euro sono stati coinvolti in una crisi finanziaria ed economica straordinaria e devastante a partire dal 2010. Come può essere andata così? La sezione successiva prova a fornire alcune risposte a questa domanda così come una valutazione sul tipo di crisi incontrate dai paesi PIIGS.

Note

Sono entrambe ancora le banche centrali dei due rispettivi paesi.
Questo passaggio è stato interpretato da un noto economista tedesco, nel senso che l’aumento della posizione debitoria dei paesi GIIPS presso la BCE ha comportato una riduzione dei crediti che la Bundesbank concedeva alle banche tedesche, implicando quindi un certo spiazzamento dell’espansione del credito in Germania (Sinn e Wollmershäuser 2012). Inutile dire che questa interpretazione è stata il risultato di una conoscenza veramente confusa dell’economia monetaria e delle implicazioni che ha la moneta endogena, come dimostrano Bindseil e Kronig (2011: 23-4).
Ciò è stato dimostrato in Lavoie (2013). Bindseil e König (2011), Cesaratto (2013) e Febrero e Uxó (2013) fanno anche una chiara esposizione di questo processo.
Fonte: Estratto da: The Eurozone: Similitudes and differences with Keynes’s Plan – di Marc Lavoie
http://www.boeckler.de/pdf/p_imk_wp_145_2015.pdf
Traduzione a cura dell’Area Traduzioni CSEPI