Mi trovavo a colloquio con una persona intellettualmente vivace, con competenze culturali vaste e anche conoscenze economiche. Ad un certo punto mi domanda meglio in cosa consista la Mmt, Teoria della Moneta Moderna. Devo far capire meglio di cosa si tratti senza essere tecnico e senza entrare eccessivamente nei dettagli: ho pochi secondi, non perché l’interlocutore non sia interessato, ma perché c’è la necessità di inquadrare subito la concretezza della Mmt (a dispetto del suo essere “teoria”, cosa che spesso inganna) in chi, magari, ne ha avuto una comunicazione superficiale.
Dico questo: “Essenzialmente si tratta di ribadire che di fronte ad una crisi, che si esprime poi nella realtà come disoccupazione, lo Stato può agire in due modi essenziali, ovvero o ridurre le tasse, o aumentare gli investimenti pubblici: in ogni caso può sempre riassorbire la disoccupazione e dunque attuare pienamente la Costituzione Italiana che aveva l’obiettivo della piena occupazione“.
L’interlocutore comprende facilmente. A quel punto mi domanda, ovviamente: “E con la questione del debito pubblico?”
Rispondo: “Solo uno stato pienamente sovrano* a livello monetario può agire senza vincoli finanziari: se è l’emittente della moneta e non un utilizzatore come adesso, non deve restituire il denaro più gli interessi ai mercati finanziari“.
Il mio interlocutore capisce perfettamente: “Esattamente come avveniva prima degli anni ’80“.
“Esattamente” rispondo.
In trenta secondi spiegato il cuore della Modern Money Theory.
*uno stato si dice con moneta sovrana quando la moneta non è garantita da oro o altri beni, quando lo Stato né è il monopolista e quando la moneta viene liberamente scambiata nei mercati internazionali. Nell’Eurozona viene a mancare la seconda condizione.