Fonte: http://www.monetazione.it/blog/defaultEconomia.php?topicGroupID=1&idr=123581118#123581118
“Varoufakis spiega gli enormi costi dell’uscita dall’euro” Keynesblog il 27 febbraio 2015
(keynesblog) Nel 2011, rispondendo ad una proposta di Warren Mosler e Philip Pilkington, l’attuale Ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis spiegava perché la rottura dell’eurozona sarebbe un disastro e perché le proposte di Mosler e Pilkington sarebbero una mossa della disperazione. Secondo Mosler e Pilkington, basterebbe ridenominare le tasse e i pagamenti dello stato nella nuova valuta, lasciando invece i depositi e i mutui in euro . Varoufakis smonta in modo garbato (come si usa fare tra colleghi, infilando qua e là qualche frase di circostanza) ma deciso tale idea, e soprattutto mette in guardia sui costi sociali ed economici che avrebbe l’uscita unilaterale dall’euro. Riportiamo qui alcuni passaggi significativi con un nostro commento:
(Varoufakis)
… Le banche rimarranno a corto di liquidità e non saranno mantenute attive dalla BCE. Il che significa che l’unico modo in cui l’Irlanda o la Grecia o chiunque adotti questo piano possono mantenere le proprie banche attive è che esse siano ricapitalizzate nella nuova valuta nazionale da parte della Banca Centrale. Ma questo significa che i depositi nei conti bancari, di fatto, saranno convertiti dall’euro nella nuova valuta; annullando così la misura benefica dell’assenza di conversioni obbligatorie dei depositi bancari nella nuova valuta…
(keynesblog) Ovviamente è così e negarlo vuol dire non rendersi conto o ignorare volutamente l’ovvietà che un sistema bancario deve usare prevalentemente la valuta in cui sono denominate le riserve emesse dalla sua banca centrale (altrimenti si è di fronte ad una “eurizzazione” di fatto). A ciò va aggiunto, come abbiamo spiegato qui e qui, che lasciare sia i depositi e i prestiti in euro significa far fallire le famiglie e le imprese indebitate, mentre lasciare solo i depositi in euro significa far fallire le banche. La partita doppia, banalmente.
Ovviamente non è così nel sistema finanziario moderno.
Quello che dice Varoufakis è naive, non sa di cosa parla il nostro uomo ad Atene e sembra che anche a Keynesblog non abbiamo chiaro che le banche SONO SEMPRE GARANTITE DALLO STATO, NON SONO AZIENDE NORMALI, OPERANO QUASI SENZA CAPITALE PER CUI VANNO IN CRISI DI CONTINUO E TUTTI GLI STATI STAMPANO MONETA PERIODICAMENTE PER RIMETTERLE IN PIEDI. (lettura consigliata per mettersi in pari velocemente: “The Bankers’ New Clothes” Anat Admati e Martin Hellwig)
‘azz, ma non avete visto che la crisi globale è stata dovuta al fatto che metà delle banche occidentali erano praticamente fallite nel 2009 e senza che nessuno fosse uscito dall’euro eh.. .Se torni alla Lira sai cosa dovrai fare? Stamperai Lire per rimettere in piedi le banche che soffrano perdite, è una manovra di contabilità tra la Banca Centrale e le Banche e il resto dell’economia non se ne accorge più di tanto, come gli americani e inglesi hanno stampato dollari e sterline per rimetterle in sesto nel 2009, i giapponesi hanno stampato yen negli anni ’90, i cinesi hanno stampato yuan ogni volta che le hanno dovuto ricapitalizzare ….
Sai cosa hanno fatto tutti ? Hanno stampato yen, yuan, dollari, sterline e hanno comprato attività incagliate delle banche mettendole a carico del bilancio della Banca Centrale… Hanno usato il QE per questo. L’Italia farà lo stesso, che problema c’è?
(Ok, a essere esatti questa manovra farà svalutare la lira più di quello che dice Bagnai che questi problemini pratici li ignora beatamente, ma a parte quello?)
Ragazzi, la partita doppia ce l’ha anche una Srl che gestisce una birreria, ma le banche sono bestie diverse, perché innanzitutto creano il 96% del denaro che circola (come debito) e poi perché operano praticamente senza capitale (fino a poco fa in media 3-5% capitale e 95-97% debito). Di conseguenza, quando rimangono “senza capitale” glielo rimette lo stato, utilizzando tre o quattro modi indiretti che la gente non capisce (tra i quali c’è anche il QE, yes…).
Nessuno stato moderno lascia che le banche falliscano (che sarebbe la definizione di mangiarsi il capitale) e automaticamente stampa moneta e le rimette in sesto. E’ la prassi.
MA NON OCCORRE TOCCARE I DEPOSITI DEI CLIENTI E NON SUCCEDE PRATICAMENTE MAI (ok, a Cipro, ma lì volevano fregare i russi che avevano parecchi soldi nelle banche cipriote…e appunto Cipro stato l’eccezione…).
Ogni volta che le banche sono nei guai, e succede periodicamente in tutto il mondo da quando si è deregolamentato il sistema finanziario negli anni ’80, gli stati sono costretti periodicamente a “stampare moneta”, sostanzialmente per ricapitalizzarle. In alcuni casi fanno anche pagare qualcosa direttamente ai contribuenti, ma in genere stampano moneta e “ripuliscono” i bilanci delle banche. Questo è la norma e succede di continuo, ci sono state qualcosa come trenta crisi bancarie da metà anni ’70 nel mondo, tutte risolte prevalentemente con “stampa di moneta”. Persino la Svezia a inizio anni ’90. E l’unica conseguenza è che in genere questo indebolisce il cambio, ma se guardi neanche troppo.
(alert! sto semplificando e sintetizzando un discorso molto grosso, a voler essere esatti nei paesi in cui si era accumulato molto debito estero, in dollari ad esempio, come nella crisi asiatica del ’97 e quelle sudamericane pre-1994 e in Argentina ci sono stati anche problemi di default…Ma nessuno ha avuto il sistema bancario paralizzato per mancanza di soldi alla fine e i depositanti hanno sofferto solo in caso di conversione forzosa, da dollari a pesos come in Argentina….Qui però si sta parlando della soluzione di Mosler DI EVITARE LA CONVERSIONE FORZOSA. Fatto questo inciso si prega di continuare fino alla fine perchè il filo del discorso è quello che importa e se si complica troppo poi lo si perde e si lascia la gente confusa, come fanno quasi tutti in Italia…)
La Cina ad esempio è la quarta volta adesso che ricapitalizza in modo silenzioso le sue banche e non lo fa aumentando le tasse, stampa moneta e gli compra il debito marcio… gli USA e la Gran Bretagna lo hanno fatto per migliaia di miliardi nel 2009 (il primo “QE” non è stato rivolto a comprare titoli di stato eh… nel 2009 hanno stampato dollari e sterline per ricomprare le perdite delle banche sotto forma di ABS e altri derivati di mutui tossici… La Germania stessa ha avuto perdite di 700 mld nel 2009 con WestLB e altre banche, ma mica ha aumentato di 700 mld le tasse… L’Irlanda ha avuto perdite superiori al PIL o quasi nel 2009-2011 a causa delle sue banche. Ma nessuno ha toccato i depositi. E tra parentesi l’aumento del debito pubblico in eurozona dal 2009 ad oggi è stato dovuto largamente alle perdite delle banche e però adesso se noti con il QE si stampa moneta e lo si ricompra…
Varoufakis non sembra capire come funzionano i meccanismi bancari e monetari quando parla di uscita dall’Euro. Ma andiamo con ordine perché le banche sono il cuore del problema e il bau bau che viene sempre agitato per far paralizzare dalla paura la gente (le banche !… saranno fallite!”… i bancomat spenti!…”)
Innanzitutto, se passi alla Lira (o dracma), ma NON CONVERTI FORZOSAMENTE i depositi da Euro a Lire, come suggerisce Mosler , devi però imporre alle banche di convertire su richiesta del cliente i mutui e debiti da Euro a Lire, altrimenti famiglie e imprese ne possono venire schiacciate (giusto? uno riceve stipendio in lire ora, ma ha il mutuo in euro…).
Questo stesso problema lo hanno avuto (su scala ridotta) in Ungheria, Polonia e altri paesi dell’Est con i mutui in franchi (ci sono notizie fresche questo mese dalla Polonia se vuoi controllare). Bene, la soluzione che hanno applicato è stata appunto lo Stato imponeva alle banche di coprire il rischio di cambio dei clienti, cioè se il cliente lo chiede gli convertivano il mutuo in zloty o fiorini dai franchi. Questo causa perdite alle banche, yes. Nel caso dell’Italia e della Grecia si imporrà che convertano in lire o dracme. Le banche però sono in grado di farlo, come anche le multinazionali molto meglio di una famiglia o di una piccola azienda perché hanno gli strumenti per coprire il rischio di cambio.
Dato infatti che le banche sapranno che il giorno X si comincerà ad usare lire da parte dello Stato e questo farà anche una legge per la quale i clienti possono chiedere di convertire miliardi di mutui e crediti da Euro in Lire, le banche prenderanno in anticipo posizioni di copertura (“hedge”, “short”…), cioè venderanno short Lire sul forex. In questo modo quando gli toccherà comprare lire e poi girarle ai clienti convertendo i loro euro, compenseranno in buona parte la perdita. Questo Varoufakis sembra che non lo sappia… Le banche (e le multinazionali) non sono come le famiglie, operano sui cambi e coprono l’esposizione in cambi quando sanno la direzione e la tempistica (come sarebbe in questo caso di ritorno alla lira).
Se quindi le banche italiane sanno che il 1 gennaio 2016 lo stato inizia a pagare e incassare in lire e ha intenzione di imporre per legge il diritto dei clienti di avere la conversione 1 a 1 di euro in lire, bene… le banche faranno delle stime e venderanno short miliardi di lire corrispondenti ai loro mutui per coprirsi dalle perdite di una certa svalutazione della lira.
Se però queste politiche di copertura del cambio non sono sufficienti (come è probabile che sia perchè sono importi enormi e non è una scienza quella dell'”hedge”), le banche italiane o greche avranno perdite, non come quelle che immagina Varoufakis, ma forse tali che ridurrano il loro capitale sotto la soglia minima legale. E allora devi ricapitalizzarle. Sicuro.
Qui arriviamo a quello che dice Varoufakis, che se passi alla lira gradualmente come suggerisce Mosler senza convertire i depositi in euro, avendo la banca delle perdite :”…i depositi nei conti bancari, di fatto, saranno convertiti dall’euro…”
Ma perchè Yanis?
Una volta che sei tornato di nuovo ad essere un Stato come tutti gli altri e non sei più soggetto ai vincoli della UE, ricapitalizzi le banche come vuoi, con le lire o le dracme, senza toccare i depositi, perché NON C’ENTRA LA RICAPITALIZZAZIONE CON LE PASSIVITA’ cioè i depositi, come sembra dire Varoufakis.
Nel bilancio di una banca a destra ci sono le passività, composte dai depositi dei clienti, da bonds e altri debiti bancari vari e poi ci sono i mezzi propri (il “capitale” o equity). Le passività tipicamente sono il 95% e il capitale il 5% (e solo ora stanno alzando le percentuali, ma in realtà anche con Basilea III resta molto bassa, leggi sempre Admati e Hellwig). Se devi allora “ricapitalizzarle” perchè le perdite hanno fatto sparire il capitale o mezzi propri hai diverse opzioni NESSUNA DELLE QUALI RICHIEDE CHE TOCCHI I DEPOSITI:
a) nazionalizzare brutalmente, metterci qualche miliardo di capitale da parte dello Stato, azzerare azionisti e creditori della banca e poi dopo qualche anno, quando tutto si è calmato, torni a privatizzare. Una volta che sono statali come si sa si fa quello che si vuole. Ok, questo è un metodo un poco comunista che è passato in disuso, ma in passato lo si è fatto e funziona.
b) crei una “bad bank” in cui scarichi tutte le perdite, come ad esempio stanno pensando Renzi e Padoan ora dove però la banca originale resta in piedi e salvi anche con soldi pubblici i creditori della banca (la soluzione USA e UK del 2009 per intenderci) e dove poi con un bel QE la Banca Centrale appunto compra tutte le perdite e le tiene lei (e se le cose migliorano le rivende, se non migliorano fa finta di niente e le attività comprate risiedono per decenni nel suo bilancio, vedi Cile, Messico, Brasile, Cina, Thailandia….leggere Peter Stella ad esempio a riguardo)
c) dividere in “good bank” e” bad bank” spostando nella seconda i crediti incagliati o tossici o le perdite da conversione in lire, togliendole però la licenza bancaria e trasformandola in un veicolo finanziario morto che deve “digerire” questi attivi incagliati nel corso del tempo. Questo è il metodo asiatico, la Cina fa sempre più o meno così. Nella prima, “good bank”, crei una banca nuova di zezcca in pratica, vi sposti la parte buona dell’attivo e i depositi. Con questo sistema, hai spazzato via i creditori “secured” e “unsecured”, cioè i detentori di bonds della banca e altri crediti verso la banca…). Questa è la soluzione migliore tra parentesi), ma anche se gli esperti tipo Wilem Buiter la suggeriscono i politici, comprati dalla lobby finanziaria, non la vogliono mai applicare. Perchè costa alle istituzioni finanziarie e non ai contribuenti…
In tutte queste opzioni di ricapitalizzazione NON OCCORRE TOCCARE I DEPOSITI DEI CLIENTI. Stamperai moneta sostanzialmente, quello che fanno tutti. La Cina è la quarta volta adesso che ricapitalizza in modo silenzioso le sue banche, USA e UK lo hanno fatto per migliaia di miliardi nel 2009. La Germania stessa ha avuto perdite di 700 mld nel 2009 a causa delle sue banche… L’Irlanda ha avuto perdite superiori al PIL o quasi nel 2009-2011 a causa delle sue banche. Ma nessuno ha toccato i depositi.
Si ha tanta simpatia e solidarietà con Varoufakis e tutti quelli che sono contro l’austerità, ma qui con le buone intenzioni non si va lontano. Purtroppo si tratta di trappole finanziarie e di cortine fumogene che confondo la gente e fanno sì che rimanga intrappolata.
Nota 1
Per i più esigenti: ovviamente esiste una differenza tra Grecia e Italia a riguardo, noi abbiamo banche che sono ora strapiene di depositi e in cui se gli porti 100mila euro e non gli compri polizze o prodotti strutturati quasi ti mandano via e i greci hanno perso ormai un terzo dei loro depositi scappati all’estero (Target2 della Germania in gennaio è esploso a causa dei greci..). Di conseguenza, nel caso della Grecia non è così semplice come la faccio qui sopra, per sintetizzare il nocciolo del discorso. Avendo la Grecia lasciato uscire una quantità enorme di depositi ha problemi seri, ma li ha ADESSO. Quando Varoufakis scriveva l’articolo citato da Keynesblog criticando Mosler era nel 2011 e allora era diverso, i soldi non erano ancora (quasi) usciti dalle banche greche
Nota 2
Nel caso di ritorno alla lira “secco” come viene predicato, per ora, da Lega, Meloni, Grillo, Borghi, Bagnai, Rinaldi e così via, il problema delle banche è molto più serio. Perchè appunto avresti una mega fuga di capitali, anzi la madre di tutte le fughe di capitali e qui però si parla di “depositi” (si confondono i due termini nel linguaggio, “depositi” e “capitale”). Se escono 1,000 mld di depositi dalle banche italiane hai un enorme problema. Come in Grecia oggi appunto. Ma questo non va confuso invece con il problema della ricapitalizzazione che riguarda i mezzi propri della banca. Il motivo per cui qui si propone l’uscita dall’Euro graduale, emettendo prima crediti fiscali, poi facendo incassare e pagare in lire da parte dello stato MA SENZA MAI CONVERTIRE PER FORZA I CONTI BANCARI è questo. Perchè la fuga dei depositanti ti mette in crisi.
Per ora però Lega, Meloni, Grillo, Borghi, Bagnai, Rinaldi nella foga della polemica non vogliono ammettere il problema e fanno quindi una campagna debole e destinata alla sconfitta.
Perchè Lega, Meloni, Grillo, Borghi, Bagnai, Rinaldi ecc.. dicono alla gente che gli convertiranno a forza i conti in euro in lire. E la gente, giustamente, appena avrà anche solo sentore che possano vincere porterà i suoi soldi all’estero, come hanno fatto i greci.
L’unica uscita dall’Euro che funzionerà è un uscita graduale, implementata a tappe, senza mai convertire per decreto gli Euro che gli italiani hanno in banca. Altrimenti scappano via con i soldi (e lo fanno con molto anticipo)
(per adesso la predichiamo in due o tre, ma bisogna dare tempo al tempo….)
Nota 3
Quando si parla del funzionamento delle banche hai da una parte Mosler che ha lavorato in banche da Bankers Trust negli anni ’70 in giù per 30 anni, una sua banca (piccola) in Florida l’ha venduta due anni fa con profitto dopo averla comprata nel 2009 e ed è stato il più grosso compratore di BTP nel 1994-1997 forse al mondo… e dall’altra il Varoufakis, un accademico specializzato in qualcosa di astratto (game theory) che come campo di studio suo si è occupato molto di economia monetaria, banche e mercati finanziari senza contare che non ha nessuna esperienza pratica. I ministri delle Finanze andrebbero affittati dall’estero, come si fa con i calciatori.