Articolo originale http://www.forbes.com/sites/stevekeen/2015/02/10/nobody-understands-debt-including-paul-krugman/
Traduzione di Alessio Tartari
Paul Krugman ha pubblicato tre articoli dal suo blog la scorsa settimana, riguardo la questione del debito: “Il debito sono soldi che dobbiamo a noi stessi”; “Debito: un esperimento mentale” “Nessuno capisce il debito”.
C’è solo una cosa degna di nota tra tutti e tre gli articoli: nessuno di loro contiene la parola “banche”. Ora, potrete pensare che è ridicolo che un economista possa discutere di macroeconomia del debito, non una volta ma ben tre, e non prendere mai in considerazione il ruolo delle banche. Eppure Krugman vi direbbe che non avete bisogno di considerare le banche quando parlate di debito e chiamarvi un “Mistico delle banche” se insistete.
Ebbene Krugman avrebbe torto e voi ragione. Questa è una delle tante volte dove gli “esperti” dell’economia sbagliano praticamente tutto ed il sentimento del pubblico in genere verso le banche, il debito e la moneta sono più vicini alla realtà. I prestiti bancari sono importantissimi per la performance di un’economia ed i prestiti sono anche fondamentalmente diversi a seconda degli individui. Ciononostante l’economia mainstream si è auto-convinta dell’assioma opposto, ovvero che i prestiti (il più delle volte) hanno un impatto e implicazioni macroeconomicamente irrilevanti (ad eccezione della “trappola della liquidità”) e che i prestiti bancari ai singoli sono in realtà non molto diversi da quelli tra individui.
Sciocchezze, ed è veramente facile dimostrarlo usando quel noioso ma vitale strumento della contabilità che è la partita doppia.
Immaginate di voler comprare un cellulare, ma non avete i soldi necessari a farlo. Ci sono due modi con cui potete procurarvi i soldi: potete prenderli in prestito da un amico (che trasferisce i soldi dalla sua banca al vostro conto corrente) definibile prestito “tra pari”, o potete aggiungerli alla vostra carta di debito presso la vostra banca (che è ovviamente un prestito bancario).
Le due operazioni possono essere macroeconomicamente equivalenti? E se non lo sono, le regole che vincolano il prestito bancario sono fatte in modo che sia praticamente lo stesso di un prestito “tra pari”? Nella prima parte prenderò in esame il primo punto e nel prossimo il secondo.
Se prendi in prestito da un amico (chiamiamoti “l’impaziente” dal tuo amico “il paziente”, parafrasando Krugman) questa situazione, come visto prima, dal punto di vista delle banche è mostrato nella Tabella 1. Quando prendi in prestito del denaro, il deposito del “Paziente” si riduce di un certo ammontare, mentre il vostro aumenterà dello stesso. Dunque quando acquisterete il cellulare, il vostro conto diminuirà di un ammontare pari al prezzo del telefono così come l’azienda avrà una uguale somma extra in entrata, ma dato che la banca di “il Paziente” è diminuita dello stesso ammontare il vostro amico dovrà spendere meno per un certo periodo, il che ha ridotto il reddito di qualcuno mentre quello del negozio è aumentato.
Sopratutto, le passività delle banche (i conti di deposito dei suoi clienti) non cambiano nell’aggregato, così come le attività della banca.
Tabella 1 Prestito da pari
Attività Passività
Riserve Prestiti bancari Il Paziente L’Impaziente Azienda
Prestito da pari -$299 +$299
Acquisto telefono -$299 +$299
Cosa accade invece se addebiti la tua carta di debito? In questo caso la situazione è mostrata nella Tabella 2. Il Paziente è qui fuori dallo schema: il tuo prestito dalla banca non ha effetto sul conto del Paziente (o sulla sua capacità di spesa). Il tuo potere d’acquisto aumenta lo stesso del prezzo per l’acquisto, che spenderai per il negozio, facendo sì che la tua spesa e il reddito dell’impresa aumentino della stessa cifra, ma non implicando la diminuzione della capacità d’acquisto di nessun altro.
Nel complesso, le passività bancarie e le attività sono entrambe aumentate dello stesso ammontare: una differenza cruciale rispetto al prestito tra Paziente ed Impaziente. Nuovo denaro, reddito e nuova domanda sono stati creati. Una cosa completamente diversa da quel che succede in un prestito “tra pari”.
Tabella 2: prestito bancario
Attività Passività
Riserve Prestiti bancari Il Paziente L’Impaziente Azienda
Prestito bancario +$299 +$299
Acquisto telefono -$299 +$299
Comunque questa è solo metà del processo: l’altra parte è il pagamento del debito. Ovviamente per l’estinzione del debito L’Impaziente risparmierà denaro spendendo meno dopo l’eccezione dell’acquisto del suo nuovo telefono a debito. Ma quando ripagherà, l’impatto macroeconomico dell’acquisto “tra pari” è zero: il conto dell’Impaziente diminuirà di 299 dollari e quello del Paziente aumenterà dello stesso ammontare (ad ogni modo non sto ignorando il pagamento degli interessi, ma solo separando il pagamento della somma imprestata da quello degli interessi). Di nuovo non vi è nessun cambiamento nelle attività o passività della banca (vedi Tabella 3).
Tabella 3: restituzione del prestito tra individui
Attività Passività
Riserve Prestiti bancari Il Paziente L’Impaziente Azienda
Restituzione -$299 +$299
La situazione è completamente diversa quando si ripaga un debito bancario. Come mostrato dalla Tabella 4, le attività e le passività della banca, diminuiscono entrambe di 299 dollari. L’estinzione di un debito ha ridotto l’ammontare di denaro in circolazione (in quanto il l’offerta di denaro nella nostra moderna economia è soprattutto la somma dei conti bancari). In tal senso, il ripagamento del debito ha distrutto moneta.
Tabella 4: estinzione di un debito
Attività Passività
Riserve Prestiti bancari Il Paziente L’Impaziente Azienda
Estinzione -$299 -$299
Questa è la differenza sostanziale tra un prestito bancario ed uno tra individui, rispetto alla visione dell’economia ortodossa come quella di Krugman, e che persiste nonostante le prove e le ammonizioni di istituzioni come la Bank of England, portando avanti un’idea di meccanismo del prestito bancario totalmente fallace, ed ignorando il vero funzionamento del prestito bancario, ignorano i fattori determinanti della macroeconomia.
Ben Bernanke ha messo da parte la teoria di Irving Fisher della deflazione da debiti nella Grande Depressione, con la dichiarazione chiave: “Mancando implausibili ampie differenze nella propensione marginale alla spesa tra gruppi, è consigliato, che la redistribuzione pura non abbia importanza negli effetti macro-economici”, condividendo dunque con Krugman, la deludente idea che il prestito bancario sia lo stesso di quello “tra pari”. Una veloce occhiata ai dati della Figura 1 è sufficiente a mostrare quanto siano in errore: la correlazione tra la variazione del debito privato e il livello di disoccupazione tra dal 1990 è del -0,93, e penso sia un dato significativo, aumentando poi quando la crisi è iniziata ad un incontrovertibile -0,975, che una mente semplice può interpretarlo come prova della trappola della liquidità, ma tra il 1990 e l’agosto del 2007 era ancora a -0,81).
Figura 1: le variazioni nell’indebitamento privato guidano l’economia (coefficiente di correlazione = -0,93)
Krugman ha ragione su un punto: la preoccupazione dell’impatto intergenerazionale del debito governativo è, per usare una delle mie parole australiane preferite, un furphy [bidone, ndt]. I prestiti bancari restano fondamentali, e Krugman mostra (assieme alla sua teoria) di capire meno sul debito di quanti non economisti capiscano quando lo tiene fuori dai sui discorsi.
Steve Keen: Nessuno capisce il debito, incluso Paul Krugman.
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