Alcuni economisti, seguiti a ruota dall’attuale presidente del Consiglio Matteo Renzi, affermano che non ridurre il debito pubblico, o addirittura aumentarlo, sarebbe da irresponsabili perché significherebbe lasciare il “peso” di tale debito sulle spalle delle future generazioni.
Rifletti un attimo: immagina che lo Stato da oggi per i prossimi 20 anni aumenti la spesa pubblica per finanziare investimenti pubblici in infrastrutture di cui potranno godere le future generazioni. Investimenti pubblici finalizzati al mantenimento e alla valorizzazione del patrimonio artistico culturale, all’ ammodernamento della reti fognarie, della reti idriche ed elettriche; ospedali pubblici moderni ed efficienti, scuole pubbliche moderne ed efficienti, asili nidi pubblici, moderne illuminazioni stradali, migliori e più efficienti vie di comunicazione con mezzi pubblici ad energie rinnovabili, macchine comunali elettriche, treni a lievitazione magnetica; impianti fotovoltaici sopra ogni edificio pubblico, valorizzazione delle coste, messa in sicurezza degli argini dei fiumi, piste ciclabili, parchi naturali curati e via così. Per lo più infrastrutture ecosostenibili e quindi ad alto utilizzo di energie rinnovabili. Supponiamo che tutto ciò faccia raddoppiare il debito pubblico (anche se tale ipotesi sarebbe tutta da dimostrare, perchè la spesa pubblica produrrebbe redditi che da soli “ripagherebbero” le spese).
Ora chiediti: tuo figlio ed il figlio di tuo figlio ti odieranno perché la tua generazione gli ha lasciato un debito pubblico elevato, oppure ti ringrazieranno perché potranno usufruire di infrastrutture valide, funzionali, ecologiche che migliorano la qualità della loro vita?
“Gli investimenti strutturali lasciano un’eredità di cui beneficeranno le future generazioni” (citazione da Bill Mitchell) le quali non potranno che dirti grazie per questo.
Ora ribaltiamo il ragionamento: immagina che lo Stato, “per ridurre il fardello del debito pubblico che graverà sulle spalle delle future generazioni” decida di tagliare la spesa pubblica e di far deteriorare le infrastrutture, il patrimonio artistico culturale, le strade, gli edifici, il sistema fognario/ idrico / elettrico, le scuole, gli ospedali etc (non serve molta immaginazione vero? E’ esattamente ciò che sta accadendo oggi provocando oltretutto l’aumento del debito pubblico, perchè viene a mancare una delle fonti principali di incremento dei redditi privati).
Di nuovo chiediti: le future generazioni ci ringrazieranno perché gli abbiamo lasciato un debito pubblico basso oppure ci malediranno per non essere stati capaci di lasciargli neanche le infrastrutture e le ricchezze reali che le precedenti generazioni avevano costruito e conservato per noi?
Ed ora ascolta bene: il debito pubblico corrisponde alla quantità di valuta che lo Stato ha immesso nel sistema economico attraverso la spesa pubblica e che non ha ancora ritirato attraverso le tasse. Se lo Stato ha il potere di emettere la valuta nella quale è denominato il debito allora questo sarà un finto debito, cioè un debito fittizio (lo Stato sarà sempre in grado di onorarlo poiché emette la valuta nella quale è denominato il debito). Sotto tale ipotesi infatti il debito pubblico non è altro che un numero su un computer presso la Banca Centrale.
Quel numero presso la banca centrale, il debito pubblico, che è un debito fittizio, nasce e serve in un’economia monetizzata come quella attuale proprio per poter trasformare la realtà che ci circonda. Si spera ovviamente per migliorarla e non per finanziare nuove guerre.
Veniamo all’Eurozona: i singoli Stati non possono emettere la valuta ma la prendono in prestito dai mercati finanziari. Oggi il debito pubblico è stato trasformato in un vero debito perchè denominato in una valuta che lo Stato non può emettere.
Ora immagina che lo Stato voglia utilizzare una nuova tecnologia che permetta di trasformare in meglio la realtà in cui viviamo e che tale scelta comporti necessariamente di aumentare la spesa pubblica per convertire il sistema esistente. Come potrebbe agire lo Stato? Sarebbe necessario che i mercati finanziari decidano di prestargli i soldi per finanziare tale progetto. E se gli investitori non lo reputano profittevole? E se andasse addirittura contro i loro interessi precostituiti? Cosa facciamo? rinunciamo alla tecnologia che abbiamo a disposizione perché ai mercati finanziari non interessa?
Apri gli occhi prima che il futuro di tuo figlio venga distrutto dalla nostra generazione.