Traduzione Alessio Tartari

Varoufakis stringe la mano a Schauble

Nella foto, stretta di mano tra Varoufakis e il Ministro delle Finanze tedesco Schauble

Qui prima parte

Qui seconda parte

W.M sono d’accordo sul fatto che il ruolo della BEI possa essere esteso, comunque le difficoltà politiche sono notevoli e i tempi di implementazione saranno probabilmente di anni o anche più, tempo che l’UE non ha.

Così Warren Mosler commenta il punto numero tre di “Una Modesta Proposta” scritta da James Galbraith, economista statunitense di area MMT, e Yanis Varoufakis, attuale ministro delle Finanze greco. Una breve considerazione su un pensiero molto complesso, che mette in evidenza come, a livello politico, ci sia il rischio di un gravoso lavoro di mediazione per un risultato incerto

Politica n.3: Programma di Investimenti per la Convergenza e la Ripresa (PICR)

In principio l’UE aveva già una strategia per la ripresa e la convergenza nel programma European Economic Recovery Programme 2020. In pratica questo è stato demolito dall’austerità. Noi proponiamo che l’Unione Europea lanci un nuovo programma di investimenti per invertire la recessione, rafforzare l’integrazione Europea, ripristinare la fiducia del settore privato e conseguire l’impegno nell’aumentare gli standard di vita nel trattato di Roma e l’atto unico europeo del 1986 per l’economia e la coesione sociale. Il programma di Investimenti per la convergenza e la ripresa (PICR) verrebbe cofinanziato da bond emessi congiuntamente dalla Banca Europea per gli Investimenti (BEI) e il Fondo Europeo per gli Investimenti (FEI). La BEI ha il mandato per investire in salute, educazione, riqualificazione urbana, tecnologie verdi ed energie rinnovabili mentre il FEI può sia co-finanziare i progetti della BEI che un European Venture Capital Fund che era parte della sua progettazione iniziale.L’idea fondante di questa proposta è che l’investimento in ambiti socio-ambientali debba essere europeizzato. I prestiti per questi investimenti non dovrebbero essere più conteggiati nel debito nazionale di quanto fa il Tesoro americano con i debiti della California o del Delaware. Il precedente sottovalutato per ciò è che la maggioranza degli Stati membri europei conteggiano i prestiti della BEI come debito nazionale, e che la BEI ha emesso con successo obbligazioni sin dal 1958 senza nessuna garanzia nazionale. Il finanziamento del PICR da parte di BEI e FEI non ha dunque bisogno di garanzie a livello nazionale o una comune politica fiscale. Invece, le obbligazioni mutuate dai due fondi possono essere direttamente rifinanziate dalle entrate provenienti dai progetti finanziati. Tutto ciò può essere gestito a livello degli Stati membri, senza bisogno di trasferimenti fiscali tra gli stessi.
L’European Venture Capital Fund finanziato dalle obbligazioni del FEI è approvato dai lavoratori e sindacati all’Economic e Social committee nel loro rapporto Restarting Growth del 2012. Le economie dell’ Europa centrale (Germania e Austria) hanno già avuto importanti finanziamenti per piccole e medie imprese attraverso la loro Mittelstandpolitik, ma sono le economie periferiche ad averne bisogno per avviare nuovi settori, favorendo convergenza, coesione e affrontando gli squilibri interni all’Eurozona.

FondamentiIl meccanismo di trasmissione della politica monetaria alle periferie dell’Europa ha fallito come da ammissione del Sig. Mario Draghi. È passato alle cronache suggerendo alla BEI di giocare un ruolo attivo nel far ripartire il flusso di finanziamenti della periferia.
Draghi ha ragione su questo punto, ma per permettere al PICR di invertire la recessione dell’Eurozona e fermare il colpo di grazia del centro verso la periferia, deve essere ampio abbastanza da avere effetti significativi sul PIL dei paesi periferici.
Se le obbligazioni di BEI e FEI saranno emesse in tale scala, qualche timore sui loro rendimenti potrebbe sorgere. Ma che sia chiaro: il mondo è freneticamente alla ricerca di valvole di sfogo che permettano investimenti per il risparmio. L’emissione delle obbligazioni del FEI, cofinanziando progetti di investimento della BEI potrebbe rivolgersi a questa domanda, supportare la stabilità e lavorare per ripristinare la crescita nella periferia europea. Noi dunque sottoscriviamo che l’emissione di bond mutualizzati BEI-FEI possa essere un successo anche senza garanzie formali. Nondimeno, per il raggiungimento del suo mandato nel supportare “la generale politica economica dell’Unione” la BCE può emettere in anticipo o precauzionalmente dichiarazioni che supporterà parzialmente i bond BEI-FEI attraverso un rifinanziamento standard della banca centrale o con operazioni sul mercato secondario. Una tale dichiarazione sarebbe sufficiente a permettere al PICR finanziato da BEI-FEI di essere grande abbastanza per i propri scopi e avviare la ripresa Europea.
Argomenti fuorvianti e alternative irrealizabili:

  • C’è richiesta di prestiti per finanziare le infrastrutture, trascurando il fatto che per più di mezzo secolo è già avvenuto attraverso la Banca Europea per gli Investimenti. Un esempio è una recente proposta della commissione europea per “Bond a progetto” garantiti dagli Stati membri, assicurando l’opposizione di molti degli stessi, non ultima la Germania, mentre si ignora che la BEI ha emesso obbligazioni senza garanzie per progetti sin dal 1958.

  • Non c’è nessuna consapevolezza che i finanziamenti della BEI non appaiono nel debito nazionale di molti dei maggiori stati membri dell’UE e non devono neanche per i più piccoli.

  • C’è una diffusa idea che gli investimenti pubblici ostacolino il settore privato quando nella realtà lo sostengono. Vi sono simili congetture per quanto riguarda il risolvere la crisi “accumulando debiti su debiti” senza distinguere per quale fine e a che tasso lo si accumuli. Il surplus che affluisce in Europa attraverso un programma di ripresa economica di BEI-FEI ad un tasso sulle obbligazioni del 2% o anche meno, è logicamente sostenibile.

  • Vi è poca consapevolezza riguardo al fratello minore della BEI, il Fondo per gli Investimenti Europeo, che ha un’ampia possibilità di finanziamento di piccole-medie imprese, settori ad alta tecnologia e una varietà di altri progetti che possono essere cofinanziati da bond emessi congiuntamente alla Banca Europea per gli Investimenti.

Perché BEI e FEI non lo stanno facendo?
Almeno fino al comparire della crisi dell’Eurozona la BEI ha ricevuto con successo co-finanziamenti delle nazioni o di enti pubblici per questi investimenti. Ma con la crisi e i vincoli al co-finanziamento. L’erogazione di fondi della BEI è scesa dagli 82 miliardi di euro del 2008 a soli 45 miliardi dello scorso anno. Il FEI può affiancarsi e contrapporsi a questa tendenza, in quanto istituzione gemella della BEI ed interna al suo gruppo. Come le obbligazioni della BEI, i bond del FEI non devono necessariamente essere inseriti nel calcolo del debito e non hanno bisogno di garanzie nazionali. La BEI manterrebbe il controllo sui progetti approvabili e la supervisione.

In sintesi, suggeriamo:

  • Il PICR sia finanziato attraverso un emissione congiunta di obbligazioni da parte di BEI e FEI senza nessuna formale garanzia o trasferimento fiscale degli stati membri

  • Le obbligazioni di FEI e BEI siano rifinanziate dal flusso in entrata derivante dagli investimenti

  • Che siano finanziati progetti specifici, come da sempre fa la BEI

  • Se necessario, la BCE debba esporsi per mantenere i rendimenti bassi, attraverso anche un acquisto diretto delle obbligazioni BEI-FEI sul mercato secondario