Il Presidente della Repubblica Italiana deve conoscerla, la nostra costituzione e, soprattutto,

DIFENDERLA!

Articolo 54 Costituzione Italiana

Art. 1

L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.

Fondata sul Lavoro!

Dalla relazione al progetto Costituzionale:

Commento dell’onorevole La Pira 18/10/1946

“Come i muri maestri di una casa poggiano sulle fondazioni, così la struttura sociale della democrazia italiana poggia sul fondamento del lavoro

Art. 4

La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.

Se la “stabilità dei prezzi” e la “competitività” e le richieste del “libero mercato” si frappongono a questo diritto inalienabile, vanno rimosse

Art. 3

E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

Art. 11

L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.

pace e giustizia? Nell’Unione Europea?

Dove il peso decisionale è proporzionale al Pil?

Art. 35.

La Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni.

Promuove e favorisce gli accordi e le organizzazioni internazionali intesi ad affermare e regolare i diritti del lavoro.

La politica economica della Ue è chiaramente di matrice neoclassica e monetarista. Le politiche Ue sono contrarie alle provvisioni costituzionali e sono quindi illegali nella nostra Repubblica.

Art. 41.

L’iniziativa economica privata è libera.

Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.

La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali.

Dalla relazione al progetto Costituzionale su questo articolo:

Corbi, Relatore. […] Osserva che taluno si inalbera e protesta ogni qual volta sente parlare di ordine, di coordinamento, di controllo, di pianificazione economica, ancora sollecito nell’esaltare la concezione individualistica del liberismo economico; il che in ultima analisi altro non è che un tentativo di giustificare e difendere, con formule dottrinarie, l’egoismo dei privilegiati. Ma ciò non può distogliere il legislatore dall’esame obiettivo dei fatti, i quali lo convincono che solo un’azione decisiva ed accorta, capace di valorizzare tutte le energie e di scoprirne delle nuove e di unificare e guidare tutte le risorse nazionali, può dare inizio ad un nuovo corso economico per la ricostruzione e la rinascita del Paese.

La Pira rileva che, data l’attuale situazione di fatto, nella quale esistono larghe crisi periodiche di disoccupazione mentre non è attuata una effettiva e consapevole partecipazione della massa lavoratrice al meccanismo produttivo, sorge il problema: l’ordinamento economico liberale, che ha creato questi due fatti, ha una virtù interna tale da poterli superare? La risposta non può essere che negativa. Di qui la domanda: qual è lo strumento economico nuovo e quindi la nuova struttura economica capace di superare questi due fatti? Respinto l’ordinamento liberale, occorre creare una struttura economica nuova, la quale realizzi quella dignità della persona umana sulla quale tutti sono d’accordo.

Articolo 139

La forma repubblicana non può essere oggetto di revisione costituzionale.

Cari concittadini, vi sembra che l’Unione Europea, per aderire alla quale abbiamo ceduto e non “limitato” la parte maggiore della nostra sovranità, abbia le caratteristiche di una Repubblica? Almeno una?

Possiamo noi avere modificato la nostra costituzione e violato i nostri principi fondamentali per aderire a questa forma istituzionale e politica?

In coscienza, possiamo noi continuare ad ignorare l’articolo 54?

Articolo 54

Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi.

I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge.

APPELLO AL FUTURO PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA

Ci siamo già passati da questa strada. Sappiamo dove porta. La costituente del ’48 era già la risposta ai problemi di oggi.

Sarai il  Presidente di questa Repubblica se avrai consapevolezza dei doveri costituzionali, altrimenti

NO

non sarai il nostro Presidente.