«La ripresa? Il prossimo anno». È dal 2008 che sentiamo questo mantra da politici, tecnocrati europei e rappresentanti di organizzazioni quali Ocse, Confindustria, Fmi. Come sappiamo la crisi economica ha toccato l’Europa e l’Eurozona nel 2008. Già allora ecco cosa prevedeva Confindustria: «Italia in recessione, ma nel 2009 la ripresa». Abbiamo visto com’è andata: Pil italiano a -5,5%.

Arriviamo al 2009. Ovviamente della fantomatica ripresa nemmeno l’ombra. Dalle molte dichiarazioni potremmo pescare quella dell’allora premier Silvio Berlusconi che disse: «Ripresa nel 2010, purché tutti siano ottimisti». E perché non aggiungere l’ex-presidente della Bce, Jean Claude Trichet, il quale sempre nel 2009 diceva: «La ripresa solo nel 2010». In questo caso effettivamente il Pil segnò +1,7% ma il tasso di disoccupazione (il principale indicatore sullo stato di salute di un’economia) aumentò dal 7,8 del 2009 all’8,4%.

2010. Altro giro, altra corsa. Visto il positivo risultato del Pil, tutti si esaltarono e dissero, come Unioncamere: «Nel 2011 si consoliderà la ripresa». Il Pil crebbe solo dello 0,4%, ultimo segno positivo del nostro prodotto interno lordo e tasso di disoccupazione stabile all’8,4%. Sulla stessa linea l’ex-premier Berlusconi che alla vigilia di Natale del 2010 dichiarò: «Il 2011 sarà un anno di ripresa» e, attenzione bene, «Non possiamo escludere altre turbolenze dell’area euro ma l’Italia è al riparo da attacchi speculativi».

L’ex-cav si riferiva proprio agli stessi attacchi speculativi («lo spreeeeaaaad!!!») che gli costarono il posto da presidente del consiglio nel novembre 2011, quando fu nominato Mario Monti. Il Pil riniziò ad andare sotto zero, ma il nuovo presidente della Bce, Mario Draghi, disse: «Ripresa graduale nel 2012».

«Monti rassicura: “Ripresa nel 2013”». È un altro dei titoli che apparve sui media italiani nel 2012, quando il Pil precipitò al -2,4% e il tasso di disoccupazione raggiunse le due cifre: +10,7%.

Il 2013 fu un altro annus horribilis per l’economia italiana: Pil a -1,9%, disoccupazione sempre più su a +12,2%. Ma non mancarono gli “ottimisti” come Mario Draghi: «Ripresa nel 2014» e l’allora premier Enrico Letta: «In Italia crescita di almeno l’1% nel 2014». «Almeno».

Da poche ore il 2014 è finito e i dati, ancora non definitivi, non lasciano spazio a dubbi: disoccupazione record al +13,2% e secondo Confindustria (la stessa che diceva «nel 2009 la ripresa») il Pil si attesterà al -0,5%, ma «+0,5 nel 2015 e + 1,1% nel 2016»!

E concludiamo in bellezza con Matteo Renzi che il 29 dicembre 2014 ha dichiarato: «Ripresa nel 2015, altrimenti sarà colpa mia». Ecco, aggiungiamo anche questa perla de “il Bomba” alla lista.

La crescita l'anno prossimo