In questi anni tanti studenti si sono avvicinati alla MMT, teoria economica post-keynesiana che mette al centro della sua riflessione la capacità dei sistemi monetari e finanziari di raggiungere la Piena Occupazione con stabilità dei prezzi e la limitazione (annullamento) della speculazione finanziaria rispetto alle legittime decisioni democratiche di uno Stato.
Democrazia, dunque, prima di tutto; e pari condizioni per tutti i cittadini, con un lavoro sicuro per tutti, come secondo pilastro. La Costituzione Italiana come faro.
Gli studenti universitari che ci contattano, che studiano con noi, che hanno scritto tesi universitarie sulla MMT, lamentano la difficoltà di parlare e studiare certi temi nelle facoltà italiane. Per i professori, abituati al trito e funereo oramai cerimoniale del neoliberismo, i nostri ragazzi e gli economisti di riferimento della MMT (tra cui anche grandi italiani del passato, pur se non ascrivibili al movimento della “moneta moderna”, ma sicuramente attigui e ispiratori, come Federico Caffè e Augusto Graziani), sono, nella migliore delle ipotesi, degli “apprendisti stregoni” (la provincia è triste, chissà cosa ne pensano della Kelton economista capo della Commissione Bilancio U.s.a. per la minoranza…).
Nella foto, tratta da un libro di diritto civile, vi è espresso il crudo e spietato Pensiero Unico del Neoliberismo: una (qualsiasi) scelta democratica di un governo non è tale perché i “mercati” sono più forti della legislazione nazionale, non è tale perché se la Banca Centrale Europea la contrasta, non può essere attuata. La Borsa vince, il mercato domina: nessuna scappatoia.
La Costituzione è carta straccia. Il lavoro sicuro per tutti, rinviato alle decisioni di un Ceo di Merril Lynch o Ubs. La democrazia non appartiene al popolo, ma ai “mercati”.
I Presidenti della Repubblica Italiana obbediscono servilmente. I Presidenti del Consiglio affondano senza colpo ferire. La classe imprenditoriale sbraita contro problemi secondari mentre viene dilaniata da conquistadores d’Oltralpe. I lavoratori scioperano e piangono senza che nessuno gli spieghi perché. Roberto Benigni fa i suoi show televisivi. Nanni Moretti ha accantonato il girotondo nel conto corrente.
Gli studenti universitari, invece, studiano, passano gli esami, si laureano, trovano un lavoro sottopagato, vanno all’estero. Non hanno né i diritti dei loro nonni, né quelli dei loro padri. Hanno studiato che il mondo è questo, e non può essere modificato. Accettano, obbediscono, tra uno spritz e una rata del finanziamento da pagare.
Se non avranno la pensione. Se non avranno le ferie. Se non avranno diritto alla malattia. Se non avranno un asilo per i loro bambini. Se non avranno un ospedale dove curare i propri cari malati. Se non avranno di che vivere degnamente, far crescere i loro figli, risparmiare.
E’ tutto scritto nero su bianco sui libri del funereo Pensiero Unico: “Una legge attinente alla politica nazionale può essere vanificata da una decisa speculazione internazionale che svaluti i titoli di Stato o semplicemente dalla sfiducia o dal mancato gradimento degli operatori che investono in Borsa. Una scelta di politica economica attuata con legge può perdere ogni efficacia se è contrastata dalla Banca Centrale Europea che ha una autonoma incidenza nel governo del credito. Il potere economico-finanziario diffuso su un mercato mondiale non è controllabile dal potere politico nazionale”.*
Chi conosce la Mosler Economics MMT sa che tutto questo non è vero.
Studenti universitari, quando vi ribellerete, con lo studio e la conoscenza, contro il futuro avverso che vi hanno costruito?
* “Manuale di Diritto Civile” di Pietro Perlingieri, Anno 2014, Edizioni Scientifiche Italiane