In questi anni abbiamo fornito tantissimi grafici, tabelle, commenti, testimonianze, a partire dagli studi della Modern Money Theory, per far comprendere in che modo la struttura dell’euro fosse fortemente antidemocratica.
Qui inseriamo un grafico a tutti comprensibile. A sinistra, in verde, la piramide della moneta in uno stato con moneta sovrana, a destra, in rosso, la piramide della moneta di un paese che adotta l’euro.
A sinistra, al vertice della piramide della moneta vi è lo Stato, monopolista della moneta, quindi la Banca Centrale che è un istituto pubblico e che agisce su indicazione del Parlamento; dalla Banca Centrale derivano i flussi monetari verso le banche (moneta verticale) a seguito del pagamento di stipendi, forniture, investimenti, e di qui al sistema privato di cittadini e imprese (moneta orizzontale). Le tasse non servono a ripagare la spesa pubblica, come noto.
A destra, al vertice della piramide della moneta vi è la Banca Centrale Europea, la quale immette denaro nel sistema economico soltanto attraverso le banche. Al di sotto, troviamo lo Stato, retrocesso a mero utilizzatore della moneta che è costretto quindi a prendere in prestito al tasso di interesse deciso dalle banche. Ne deriva che imprese e famiglie devono subire la tassazione da parte dello Stato impegnato a recuperare centesimo per centesimo l’ammontare della spesa pubblica più gli interessi passivi.
Nel primo caso lo Stato può lasciare a famiglie e imprese il surplus finanziario necessario a pagare le tasse, vivere decentemente e risparmiare quanto necessario. Nel secondo caso, che è quello che stiamo vivendo, lo Stato drena i risparmi privati e li gira al settore finanziario.
Se cessa di farlo – se cioè cessa di tassare più di quanto spende per intascare il bottino da girare alle banche, come avviene da decenni in Italia – rischia il default, il fallimento.