Egregio Direttore de “La Famiglia Riccionese”,
Sono un membro dell’associazione culturale ME-MMT Rimini – Economia per la Gente; cittadini informati, impegnati a portare nelle mani delle persone la macroeconomia, spiegandone quei concetti base elaborati dai più grandi economisti della storia come Keynes, Minsky, Lerner, Knapp. L’associazione aderisce al circuito nazionale ME-MMT ITALIA.
Qualche giorno fa gli attivisti ME-MMT di Riccione mi hanno segnalato, sul Suo giornale (Famija Arciunesa) di giugno, l’articolo di Giovanni Cioria “Seduti su una bomba a orologeria”. In esso ho riscontrato alcune imprecisioni fuorvianti.
Cito dall’articolo: “La bomba delle bombe è il debito pubblico… il debito dello Stato, che è poi dei cittadini, ammonta a circa… 2000 miliardi di euro… Su tale montagna di denaro preso in prestito, gli italiani pagano ogni anno interessi per… circa 85 miliardi di euro. Una cifra che paralizza ogni investimento strutturale”.
Non è questo il punto. Chiediamoci: l’alto debito pubblico è sempre un problema? Risposta: dipende dal tipo di sistema monetario. Lo Stato emette la propria valuta e ne ha il pieno controllo? 1) Se sì, il debito pubblico è semplicemente una scrittura contabile e soprattutto non è il debito dei cittadini; lo Stato non può mai essere costretto a fallire e, se vuole fare investimenti strutturali, ha sempre le risorse necessarie senza doversi finanziare dalle tasche dei cittadini attraverso le tasse. In un sistema del genere lo Stato non ha bisogno di tenere un’elevata pressione fiscale per pagare i suoi debiti; anzi, in una situazione come la nostra, sarebbe ben libero di abbassarle a livelli ragionevoli. Stati con sistemi monetari di questo tipo sono per esempio gli Stati Uniti, il Giappone, il Canada, la Norvegia, la Svezia ecc… E lo era anche l’Italia della Lira. 2) Tutta un’altra storia quando viene a mancare il monopolio di emissione della propria valuta (Eurozona): lo stato non controlla pienamente lo strumento monetario che di fatto può diventare una coperta corta e prima o poi avrà problemi di debito e/o di finanziamento.
“Va detto che, almeno la metà del debito, lo Stato lo ha contratto con i propri cittadini. Insomma, Stato povero cittadini ricchi (in Germania è l’esatto opposto, Stato ricco, cittadini poveri)”. Ancora una volta, non è questo il punto. A monte c’è sempre il tipo di sistema monetario adottato che ha “privatizzato” il debito pubblico rendendoci schiavi dei mercati. Sulla Germania (non è oro tutto quel che luccica) necessiterebbe un capitolo di approfondimento a parte perché non si può parlare di Germania senza parlare di riforme Hartz, di Kfw, di stagnazione del Pil, dello stato in cui si trova il mercato interno e dei salari reali tedeschi e molto altro.
Deve essere chiaro a tutti che in questo momento di depressione economica il problema tecnico, comune ai paesi dell’eurozona (Germania compresa), è che i deficit dello Stato sono troppo bassi. Senza l’intervento dello Stato che spende e investe nel sistema per creare occupazione e infrastrutture la vera ripresa economica non ci sarà. Non ci sono alternative, tanto meno lo sono le ricette-purga di austerity che stanno perpetrando un vero e proprio economicidio o le cosiddette “giuste terapie”, basate sulle logiche mercantilistiche e sul sacrificio individuale a espiazione di ipotetiche colpe, argomenti senza fondamento accademico e ampiamente confutati da economisti e premi Nobel.
Oggi tra lo Stato italiano e la sua popolazione si frappone una rete di vincoli e di parametri contabili in conseguenza dell’adesione ai trattati europei. Così artificiosamente separato da noi, lo Stato non può più intervenire in nostro sostegno. È accettabile tutto ciò? Questi e altri sono i temi trattati dettagliatamente nei nostri incontri pubblici dove forniamo un quadro molto più coerente e credibile di quello proposto dai media, sfrondato da falsi luoghi comuni e superstizioni. Sarei lieto d’invitarla, con il sig. Cioria e con la redazione economica del giornale, al ciclo di conferenze che la nostra associazione terrà a Riccione nel prossimo autunno. Grazie per l’attenzione, cordiali saluti.
Dott. Simone Portaluri,
(Referente economico ME-MMT per la Romagna)