Riflessioni sul voto alle Europee

Siamo ad un giorno dal voto per il Parlamento Europeo.
Ma come si suddivide l’opinione pubblica?
Riprendiamo alcune frasi (quelle virgolettate) dal libro “Salviamo l’Europa dall’Austerità” di Andrea Terzi
Prima suddivisione:
Da una parte c’è “chi sogna un futuro fatto di Stati europei più leggeri, meno invasivi, a bassa imposizione fiscale”. Costoro ritengono che “lo Stato sociale sia un lusso che l’Europa non può più permettersi e sognano un settore pubblico ridimensionato. Tifano per l’austerità, che considerano un mezzo efficace per indurre i politici riluttanti ad intraprendere la strada delle liberalizzazioni, delle privatizzazioni e a dismettere parte del patrimonio pubblico”.
Dall’altra parte ci sono coloro che invece temono “un drastico ridimensionamento dello Stato sociale” ma che comunque “sono critici nei confronti di quei governi che non sono in grado di tagliare le spese inutili, ridurre imposte soffocanti e sopprimere l’evasione fiscale”. Anche costoro considerano l’austerità un mezzo efficace per risolvere queste problematiche.
PER ENTRAMBI GLI SCHIERAMENTI IL RISANAMENTO DEI CONTI PUBBLICI E’ UN OBBIETTIVO CONDIVISO CHE PUO’ SERVIRE SCOPI DIVERSI: ALLEGGERIRE (PER GLI UNI) IL RUOLO DELLO STATO, OPPURE (PER GLI ALTRI) RECUPERARE RISORSE PER SALVAGUARDARE LO STATO SOCIALE, LA SCUOLA, IL PATRIMONIO ARTISTICO E ARCHEOLOGICO , LA SANITA’ PUBBLICA.”
Obbiettivo condiviso: ABBATTERE IL DEBITO PUBBLICO!
Ma c’è qualcosa che non funziona in questa posizione trasversale sulla crisi:
1) La battaglia contro uno Stato inefficiente NON si vince con il contenimento del debito pubblico
2) La crisi dell’euro NON è una crisi di indisciplina fiscale da imputare al malgoverno degli Stati
Seconda suddivisione:
Da una parte c’è chi ritiene che ad aver innescato la crisi sono state le “negligenze di Spagna, Portogallo, Italia, la cui scarsa produttività viene messa a confronto con quella dei virtuosi tedeschi”.
Dall’altra invece “c’è chi se la prende con la Germania che impone” all’Eurozona “le proprie regole e che, grazie all’euro avrebbe fatto grandi affari alle spalle dei paesi del sud Europa, ed aspirerebbe a conquistare economicamente il continente come non le riuscì militarmente il secolo passato”.
ANCHE IN QUESTA ANALISI, DA ENTRAMBE LE PARTI, NON VIENE MESSO IN DISCUSSIONE IL FATTO CHE IL DEFICIT PUBBLICO SIA QUALCOSA DI CATTIVO E CHE IL DEBITO PUBBLICO VADA SEMPRE E COMUNQUE RIDOTTO, ANCHE UNA VOLTA USCITI DALL’EURO!
Sono quasi tre anni che gli attivisti della MMT spiegano che:
– La risposta corretta a questa crisi economica consiste nell’AUMENTARE I DEFICIT PUBBLICI fino al RAGGIUNGIMENTO DELLA PIENA OCCUPAZIONE;
Il DEBITO PUBBLICO nasce come un DEBITO FITTIZIO e tale rimane se denominato in una valuta emessa dallo Stato a tasso di cambio flessibile. Per cui la sua dimensione non costituisce mai un problema di per sé.
Sono quasi 3 anni che spieghiamo cos’ è la moneta, come funzionano i sistemi monetari, e come sia possibile ottenere quanto espresso sopra se ci fosse la volontà politica di farlo.
Risultato?
I partiti politici critici (o PRESUNTI TALI) nei confronti dell’euro e nei confronti delle politiche imposte nell’ Eurozona, non solo sono suddivisi in 4 / 5 partiti, disperdendo al massimo il voto di protesta, MA RIMANGONO TUTTI CONCORDI SUL FATTO CHE FUORI O DENTRO L’EURO , IL DEBITO PUBBLICO VA RIDOTTO E NON RICONOSCONO LA VIRTUOSITA’ DEL DEFICIT PUBBLICO! Ovviamente di “perseguimento della piena occupazione” sembra quasi reato parlarne!
Ci sentiamo come dei pazzi che urlano in un mondo di sordi. Ma non smetteremo mai di urlare!
E te che hai compreso tutto questo ricorda che la RADICALIZZAZIONE DELLE IDEE E DEI COMPORTAMENTI E’ L’UNICA COSA CHE PUO’ SALVARCI!
Buon voto a tutti, ma tenete ben presente che IL PARLAMENTO EUROPEO E’ L’UNICO PARLAMENTO AL MONDO CHE NON HA POTERE LEGISLATIVO!
P.S.
Dopo che il PARTITO DEMOCRATICO ha effettuato il record delle privatizzazioni in Europa durante gli anni ’90 e continua oggi su questa strada strozzando e svendendo l’Italia per ridurre il debito pubblico, De Benedetti, proprietario del gruppo l’Espresso, intervistato recentemente da Minoli dichiara < I debiti pubblici gli Stati non li hanno mai ripagati…>.
E’ proprio vero, come afferma Barnard: “hanno reso plausibile l’inimmaginabile”.