“L’unione monetaria europea sanziona in maniera inequivocabile questa saldatura monetaria tra 11 paesi molto diversi per struttura. Noi italiani non avremmo in realtà niente da imparare, perché una cosa simile l’abbiamo vista nel 1860 e dovremmo conoscerne le conseguenze non solo per averle studiate da grandi, ma anche per averle studiate tra i banchi della scuola. Quindi, in realtà, se c’è un paese dove le conseguenze pericolose o deleterie di un’unione monetaria tra paesi strutturalmente diseguali sono note, questo è proprio l’Italia.” (Augusto Graziani, 1999, fonte: qui)
“Dall’altro, c’è un altro problema, cioè che questo ritorno a una politica della svalutazione come protezione delle esportazioni e della politica di sviluppo guidata dalle esportazioni è una politica che, da un lato, ha degli effetti diseguali dal punto di vista territoriale sullo sviluppo del nostro paese perché avvantaggia largamente le regioni della piccola e media impresa esportatrici, mentre penalizza tutte le altre regioni che non sono in grado di trarre vantaggio dalla svalutazione. E poi è, ancora una volta, una politica di sostegno all’industria, attraverso la svalutazione e non attraverso l’avanzamento tecnologico.
Augusto Graziani, “Pragmatismi, disciplina e saggezza convenzionale. L’economia italiana dagli anni ’70 agli anni ’90” organizzato dal Dipartimento di Economia Pubblica della Facolta’ di Economia e Commercio dell’Università “La Sapienza” di Roma – 9 novembre 1994.