Io e i miei colleghi da tempo denunciamo incessantemente che il concetto di riduzione della spesa pubblica in questo periodo di stallo economico si fonda sull’ignoranza. La disoccupazione ristagna intorno al 8%; più di 12 milioni di Americani sono alla ricerca di un’occupazione – si noti che le statistiche non includono coloro che hanno smesso di cercare lavoro , lavoratori che accettano un lavoro con competenze al di sotto delle propria specializzazione, o che si accontentano di un part-time sebbene economicamente avrebbero bisogno di lavorare a tempo pieno (se si prendessero in considerazione questi elementi bisognerebbe aggiungere all’incirca altri 10 milioni di Americani). É comprensibile che le aziende siano caute ad intraprendere la strada dell’espansione in un contesto economico dove l’indebitamento dei nuclei famigliari é elevato e la corsa al profitto veloce da parte del settore finanziario va a discapito della concessione di crediti per la produzione di beni e servizi. Sia nel breve che a lungo termine, abbiamo ancora molta strada da fare per uscire da questo tunnel. É proprio in questo contesto che gli appartenenti ad entrambe le fazioni politiche fanno a gara per dimostrare di essere fiscalmente ‘responsabili’. Nell’ultimo trimestre del 2012, questo meraviglioso traguardo é stato raggiunto, grazie alla riduzione del 15% della spesa pubblica da parte del governo federale. Il Risultato? Il PIL reale é crollato dello 0.1% (Fonte: BEA).
Sono stati gli acquisti di beni durevoli che hanno evitato un crollo più drammatico: chiaramente questo trend non é sostenibile, visto che il nuovo televisore a schermo gigante lo compri questo Natale e per un bel po’ te lo godrai senza comprarne altri.
Sebbene questo dato sulla crescita sia provvisorio, esso é in netto contrasto con il +3.1% del terzo trimestre, quando, guarda caso, la spesa pubblica del governo federale era cresciuta del 9.5%. Un’altra recessione é alle porte.
É sbagliato avere un debito e deficit troppo basso. Bisognerebbe incrementare la spesa del governo federale, non ridurla. Ma in nome di Dio, che cosa balena per la testa dei nostri politici? Che cosa credono, che con già 20 milioni di Americani senza lavoro o sottoccupati, un impiegato statale che si venisse a trovare sul lastrico tutt’ad un tratto sarebbe inondato di offerte di lavoro? E il settore privato come potrà rimpiazzare la mancanza di entrate provenienti dagli acquisti da parte di impiegati pubblici, scienziati NASA, guardiani dei parchi, soldati, etc.? In poche parole, non si rimpiazza. Tagliando la spesa pubblica, l’economia – compresa quella del settore privato – si contrae , così come si contrarrebbe tagliando qualunque altro tipo di spesa.
Nemmeno sopportando una pillola amara ora, poi potremmo sperare in prosperità a lungo termine. Non é possibile che gli USA siano costretti all’inadempienza del loro debito denominato nella moneta di loro proprietà. L’inflazione é un problema solo se si é in piena occupazione (nulla che ci possa preoccupare per ora). Grossi deficit e debiti non sono la causa di alti tassi d’interesse (vai alla tua banca a controllare il tasso di riferimento corrente). I deficit creati dal governo creano i surplus nel settore privato.
Ciò che per Washinton é debito, per me e per te é un bene finanziario. La spesa di governo stimola il settore privato e crea reddito attraverso la produzione di beni e servizi da parte di aziende inattive. Questo non vuol dire che non esistono voci di spesa del governo che non sono uno spreco. Ma gli sprechi di spesa pubblica ci sono sempre anche se fossimo in surplus. Perciò non mi sembra che la soluzione legittima ed efficiente a questo problema sia quella di controllare i nostri politici creando disoccupazione.
Baratri fiscali, tetti massimi di indebitamento e minacce di confisca ci fanno vacillare. Per i Repubblicani, il partito che tradizionalmente é sempre stato poco preoccupato dal debito e dal deficit, i tagli alla spesa rappresentano semplicemente una strategia per demolire quei programmi che a loro non piacciono. I Democratici, dall’altro canto, non sembrano avere un secondo fine – sono semplicemente ignoranti. Disperatamente continuano a voler usare il surplus dei Clinton (il risultato, non la causa, di una lunga espansione degli anni 90) come strategia di marketing per mantenere la credibilità di partito della responsabilità.
Di certo non si dimostra responsabilità nel lasciar crescere la disoccupazione. La nostra economia é debole e l’ultima mossa da fare é quella di ridurre ancora un’altra voce di spesa. Il peggio deve ancora venire. E per aggiungere al danno la beffa, ci stiamo dando la zappa sui piedi da soli.
FONTE:  The Coming Recession: How Fiscal Responsibility is Economic Suicide
Traduzione a cura di Anna Rondina