Da questo semplice modello di circolazione dei debiti bancari, noi possiamo scrivere una prima definizione di moneta. La moneta non può essere, e mai è stata, una merce il cui valore dipendeva dalla sua scarsità. Alcuni circuitisti hanno sostenuto che si trattasse di un puro gettone (Graziani, 1998). Non che io non sia d’accordo, ma è possibile argomentare più accuratamente che si tratta una cosa astratta, di un gettone virtuale, poiché è semplicemente un debito che le banche hanno emesso su se stesse. Il valore di questa moneta, (o il suo potere d’acquisto) non può essere dedotto sulla base di qualche principio neoclassico della scarsità, dal momento in cui la quantità di nuovo debito emesso dalle banche è vincolato solo dalla domanda espressa per la moneta da agenti non bancari. Questi ultimi ne hanno bisogno  per spenderla per acquisire risorse reali. Nella sfera produttiva, la moneta esiste come mezzo di pagamento che da luogo a una catena sequenziale di transazioni che sfociano nella creazione di nuova ricchezza. La moneta non può essere definita, come fatto tradizionalmente dagli economisti, nei termini di una presunta funzione di unità di conto o accumulatore di valore. Un’economia monetaria richiede un’unità di conto, ma in un’economia simile, i conti sono regolati nell’unità monetaria dominante. I debiti che le banche emettono su se stesse sono denominati nell’unità di conto perché è il mezzo di acquisizione che assicura un praticabile processo circolatorio su cui si basa la creazione di ricchezza reale.
Come precedentemente menzionato, le economie sono esistite senza l’utilizzo della moneta, come quelle dell’antico Egitto o quelle in cui la moneta giocava un ruolo insignificante, ma che avevano uno Stato che imponeva l’unità di conto, come nell’Unione Sovietica. Questo dovrebbe suggerire che l’esistenza della moneta non può essere compresa sulla base di questa funzione. Nella stessa maniera, dal momento in cui abbiamo affermato che la moneta è creata da zero per finanziare i prestiti, ed è distrutta solo quando questi prestiti sono ripagati, la sua esistenza non può dipendere dalla funzione di accumulazione del valore. Una funzione simile ha a che fare con la nozione di moneta. Essa esiste e ha un valore solo fino a quando è spesa da agenti non bancari con lo scopo di cercare ricchezza per il futuro. L’accaparramento di moneta nella forma di depositi bancari semplicemente ostruisce il processo di creazione della ricchezza su cui il valore della moneta dipende. Invece, è questa inconsistenza che spiega perché la tradizionale domanda di moneta come una componente di ricchezza ha un ruolo potenzialmente destabilizzante all’interno del circuito monetario.

Fonte: A. Parguez and M. Seccareccia, “The Credit Theory of Money: The Monetary Circuit Approach”, What is Money?, ed. by J. Smithin, London/New York: Routledge, 2000, pp. 101-23. [Monnaie et finance]