Capitolo 6

La crisi economica spiegata al cittadino che nulla sa di economia e finanza e il ruolo nefasto giocato dall’Euro, dall’Unione Europea e dal Professore
Le tasse erano una spina nel fianco che tormentava il Principe da anni. Era stato espropriato del diritto di riscuoterle e obbligato invece a versarle, Lui allo Stato. Aveva ceduto il Governo della Nazione, ma conservato, sotto mentite spoglie, tramite prestanome e società off-shore, enormi partecipazioni in decine di Società, Multinazionali, Banche e via dicendo. Immaginate il suo disappunto quando scoprì che i suoi immensi guadagni inducevano enormi dazioni tributarie. Il solo pensiero bastava a tenerlo sveglio notti intere, nel tentativo di escogitare la maniera di non pagarle;
Che cosa centrano le tasse? A parte il fatto che le detesto da quando non sono più io a riscuoterle. Sa quanti commercialisti mi tocca foraggiare per eluderne la maggior parte?
Si lo so, mi occupo io di pagare le loro parcelle. Vede Eccellentissimo, le tasse, per legge, si pagano solo con la Moneta di Stato. Nessun’altra Moneta va bene.
E perché, di grazia, hanno fatto una cosa tanto strana?
Perché se è obbligatorio usare la Moneta di stato per le tasse la si userà anche per tutto il resto.
Che cosa bizzarra! Io pensavo servissero soprattutto a drenare denaro dalle mie nobilissime tasche per riempire quelle dello Stato.
Vede Santità, e mi perdoni se questo adesso potrebbe sconvolgerla, le tasse, con la Moneta Sovrana, non servono affatto a procacciarsi il denaro per finanziare lo Stato.
Il Principe, in verità, sebbene fosse incline a dare ascolto al suo fedele servitore, riteneva sbagliato avvallare teorie tanto strampalate solo perché, al momento, non trovava argomenti sufficienti a confutarle. Continuò quindi a mantenere un atteggiamento di cauta diffidenza;
Più la ascolto, Gran Ciambellano, e più mi convinco che uno di noi due ha bisogno di urgenti cure psichiatriche. Adesso mi sta dicendo che le tasse non servono a finanziare lo Stato? Le ha dato di volta il cervello? E come le facevo io tutte le guerre che ho fatto se non imponevo tasse e balzelli ai miei sudditi?

Il Gran Ciambellano ormai sentiva di avere aperto una breccia e proseguì calmo il suo racconto, distillando parole e concetti delicatamente, per lasciargli il tempo di decantarsi nella mente del Principe, sicuramente sconvolta, a quel punto, almeno quanto lo era stata la sua la prima volta che aveva compreso la portata dei concetti che adesso andava dottamente enunciando;
Adesso le spiego Illustrissimo. Se lo Stato Democratico può creare il denaro dal nulla, che bisogno ha di venirlo a prendere dalle sue tasche? Sarebbe solo una perdita di tempo.
Mi gira la testa. Se può crearne quanto vuole, che bisogno ha di prelevarlo con le tasse? Cacchio ha ragione, non ci avevo pensato!
Già e quindi?
E quindi le tasse non servono per finanziare lo Stato ma solo per imporre l’uso della Moneta di Stato!
Ecco, finalmente c’era riuscito. Il Principe aveva colto il succo del ragionamento, iniziava a intravedere la tragedia di cui, aimè, lui era solo lo sventurato ambasciatore;
Lo sapevo che avrebbe capito. Lei è un genio!
No, sono uno stupido! Com’è possibile che non mi sia mai accorto di nulla? Si sono inventati, a mia insaputa, uno Stato, che impone autonomamente le leggi con il consenso del Popolo, stabilisce per legge che un pezzo di carta, con la sua firma, vale come mezzo di pagamento e impone le tasse col solo scopo di obbligare tutti a usare quei pezzi di carta.
E’ così eccellenza, e lo Stato ne è l’unico proprietario, l’unico che li può stampare e l’unico cui non mancheranno mai, perchè non potrà mai esaurire la sua firma!
Freni, Freni!
Ancora una volta il pregiudizio gli faceva dubitare di quanto la ragione, invece, gli suggeriva fosse giusto;
Il suo ragionamento sembra sensato, ma non mi ha ancora convinto.
Seguì una pausa teatrale. Poi il Principe continuò con tono deciso;
Se lo Stato crea il denaro a suo piacimento, genererà un’enorme ondata d’inflazione che precipiterà l’economia, velocemente e ineluttabilmente, al collasso.
Ecco, finalmente, aveva trovato come zittire quel consigliere tanto saccente e presuntuoso.

Il principe delle monete  – Cap .5