Negli ultimi anni, in Germania, i salari nominali per ore lavorate sono aumentati a fatica, e sono persino caduti se si prende in considerazione l’inflazione. Questa constatazione si applica al reddito da lavoro dipendente, ma anche ai salari lordi e netti (vedi Figura 1).[1] In termini di reddito da lavoro dipendente e salari lordi, la tendenza al ribasso è iniziata nel 2003; i salari netti cominciarono a diminuire l’anno successivo.In generale, la salute dell’economia determina l’andamento dei salari. Nei periodi di espansione economica, lavoratori e sindacati godono di una forte posizione negoziale. Questa posizione tende a indebolirsi quando l’economia vacilla. Le prime crisi petrolifere rappresentarono un’eccezione a questa regola — i lavoratori avevano un forte potere durante gli anni settanta, un decennio caratterizzato da una crescita abbastanza elevata dei salari nominali (vedi Figura 2).
In seguito, dall’inizio degli anni ottanta fino alla fine della recessione in Germania nel 2004, l’andamento dei salari seguì un normale schema di ciclo economico[2]. Tuttavia, nell’ultimo periodo di espansione, che si è protratto dal 2004 al 2008, i salari reali non aumentarono come ci si attendeva, ma invece diminuirono.
Nella prima metà degli anni ottanta, in Germania ovest, ci fu un temporaneo calo nei salari orari netti. Questo era principalmente imputabile ad un notevole aumento dei tassi di imposta sul reddito, insieme a piccoli incrementi dei redditi da lavoro dipendente.
A metà degli anni novanta, i salari netti diminuirono nuovamente, affiancati da un aumento significativo del costo del lavoro; anche in questo caso, la causa fu un forte aumento delle trattenute salariali. Nella Germania ovest i salari reali hanno avuto una tendenza generale verso il basso fin dall’inizio degli anni novanta, con una diminuzione crescente negli ultimi anni (vedi Figura 3)[3].
[2] Comunque, negli anni immediatamente successivi alla riunificazione della Germania, fattori particolari alterarono il normale andamento.
Fonte: German Institute for Economic Research
Traduzione di Daniele Della Bona