Molti economisti italiani sostennero negli anni ’90 che l’euro sarebbe stato un disastro per il nostro Paese ed oggi sostengono che l’Italia dovrebbe uscire dall’euro il più presto possibile.
Ovviamente si tratta di profeti inascoltati che vengono mantenuti rigorosamente nell’ombra per l’ovvio motivo che ci sono interessi molto potenti che non tollerano che si parli di uscita dall’euro (si tratta, ovviamente, di interessi non certamente popolari ma finanziari, ben rappresentati e tutelati, nel nostro Paese, da Mario Monti e Romano Prodi, i quali non a caso sono i politici italiani più graditi nell’eurozona).
Molto amplificati dai media (nazionali e locali) sono invece gli zelanti sostenitori dell’euro: taluni lo sono per evidenti interessi personali; altri più semplicemente perché recitano a memoria (senza conoscerne, ovviamente, il significato) la lezione preconfezionata che è stata loro imposta.
In realtà ci sono moltissimi motivi che dovrebbero spingere rapidamente tutti i Paesi europei ad abbandonare l’euro prima che sia troppo tardi.
Il motivo più ovvio ce lo insegna la storia ed è, a mio avviso, il seguente.
Le funzioni tipiche dello Stato sono quattro: la politica estera (bandiera); la difesa (spada); la giustizia (bilancia); il conio (moneta).
Così come non possono esistere un esercito o una politica estera senza uno Stato, allo stesso modo non può esistere una moneta.
L’Europa non è uno Stato: dal punto di vista politico è un’entità del tutto eterea, ectoplasmica, inesistente. Ed infatti non ha né un esercito, né una politica estera.
Tutti gli Stati membri conservano i loro eserciti e le loro politiche estere. Non si capisce dunque perché non abbiano conservato le loro monete.
Ripeto: poiché l’Europa, in quanto Stato, non esiste, non può esistere una moneta europea. L’euro è una pura follia partorita da menti tutt’altro che interessate al bene dei popoli e invece molto interessate al bene dei grandi gruppi finanziari internazionali.
Post di Claudio Bizzozero, sindaco di Cantù