Capitolo 3
All’indomani dell’esilio il Principe aveva inviato il Gran Ciambellano, sotto mentite spoglie, a spiare cosa accadeva nelle città, un tempo sotto il suo dominio e oggi tristemente preda di biechi rivoluzionari.
Molto tempo dopo, quando aveva ormai perso la speranza di rivederlo vivo, ricevette la sua visita. Visibilmente dimagrito ed emotivamente provato, si presentò una sera all’uscio della villa, dimora segreta del Principe;
Sono felice di rivederla Gran Ciambellano. Temevo che quei farabutti l’avessero riconosciuta e la sua testa penzolasse rinsecchita sulle mura di qualche città.
C’è mancato poco, Maestà. C’è mancato poco.
Mangi qualcosa, si rifocilli e mi racconti.
Cosa sta facendo il popolo?
Il popolo è in rivolta. Ha istituito, tramite libere elezioni, un’assemblea di suoi rappresentanti, il Parlamento.
Davvero? E come funzionerebbe questo Parlamento?
Il Parlamento è un’assemblea rappresentativa i cui membri sono eletti facendo esprimere un voto a tutti i cittadini sopra i diciotto anni. Poi gli eletti, i Parlamentari appunto, fanno le leggi per disciplinare lo Stato e tutti le rispettano.
Ma chi comanda?
Nessuno! Nel senso che tutti sono obbligati a rispettare le Leggi.
Anch’io?
Sì Padrone.
E se mi rifiuto?
La arrestano. Il nuovo ordinamento della Nazione prevede che il Popolo tramite il Parlamento è sovrano!
Felloni. E come lo chiamano questo nuovo ordinamento?
Democrazia! Lo chiamano Democrazia.
Non può funzionare! Presto si scanneranno per un tozzo di pane. Nessuno lavorerà senza essere obbligato da un Padrone. Gran Ciambellano, finisca di mangiare e torni là fuori. Deve continuare a sorvegliarli e avvertirmi quando non riusciranno più a sfamare i loro figli. A quel punto darò loro abbastanza da sopravvivere e torneranno tutti all’ovile come agnellini.
Da allora passò ancora molto tempo prima che il fido consigliere tornasse a far visita al Principe. Stavolta lo trovò irritato e stanco nella villa a picco sul mare. Aveva trasferito la famiglia all’estero in una località segreta, non sopportando oltre le continue lamentele per le privazioni e gli stenti sofferti a causa dell’esilio. La moglie, in particolare, odiava avere solo poche decine di servi a sua disposizione e tormentava il marito affinché le restituisse gli antichi agi. Fino a quando fosse riuscito a tenerla lontana, si sarebbe almeno risparmiato le quotidiane lagnanze. Ma questo non aveva migliorato di molto l’umore, né il suo aspetto.
Le guance erano smunte, dal colorito grigiastro, tendente al nero in corrispondenza delle orbite degli occhi, incavati, lugubri, al centro le pupille lucide, febbrili, mai ferme, come se fossero immerse nell’oscurità, in perenne ricerca di uno spiraglio di luce. Neppure le numerose concubine, discinte e scarmigliate, ospitate nella villa, riuscivano a risollevare l’umore del Padrone e, anzi, ne acuivano l’immagine di decadenza e abbandono;
Che notizie porta mio fedele amico?
Nulla di buono maestà, nulla di buono.
Non ripeta sempre le frasi due volte, mi irrita! Perché nulla di buono? Ho notizie di disordini in molte città. Credevo che avessero iniziato a scannarsi l’un l’altro senza un Padrone alla guida.
In realtà, quei disordini, ahimè, non sono preannuncio di guerra, Signore.
A no?
No! Stanno solo discutendo. Lo fanno spesso. A volte litigano, ci sono scontri e manifestazioni ma poi, stranamente, tutto va a posto.
Nessuno viene ucciso?
No, in genere no. Nei casi più gravi, le controversie sono portate innanzi a un Giudice che decide secondo le leggi approvate dal Parlamento.
Ho capito tutto allora. Il nuovo Padrone è il Giudice!
No, Signore! Anche il Giudice deve rispettare la legge. Se la infrange, viene arrestato.
Caspita!
In realtà, Maestà è come se fossero tutti un po’ Padroni.
E chi fa il suddito allora? E, soprattutto, come fa il Padrone ad arricchirsi? A ogni ricco devono corrispondere sempre molti poveri! Io sono stato il più ricco perché avevo molti sudditi e tutti erano sufficientemente poveri.
Certo, Padrone, sono perfettamente d’accordo con lei ed è questa la cosa più strana.
Perché? Si spieghi meglio.
Da qualche tempo a questa parte, sembra che tutti si stiano arricchendo, almeno un po’.
Non è possibile! Gran Ciambellano si sta sbagliando!
Eppure è proprio così Maestà. Tutto il Popolo, con lo Stato Democratico, sta diventando più ricco.
E’ impossibile! Le dico che si sbaglia!
E invece è vero, Santità. E’ dovuto alla nuova Moneta, la “Moneta Sovrana”!
Quale Moneta? La mia non andava più bene?
Sì certo, ma quella, prima o poi, finiva. Questa nuova Moneta, invece, non finisce mai!
Gran Ciambellano ha di nuovo cambiato spacciatore? Guardi che alla lunga quelle sostanze finiranno col danneggiarle il cervello!
Non esiste una Moneta che non finisce mai? Non stiamo mica parlando di conchiglie!
Aspetti Eminenza, adesso le spiego meglio.
Il Principe, avvezzo fin dall’infanzia al dominio assoluto, mal sopportava idee e iniziative indipendenti dalla sua volontà.
Peraltro, e questa era un’aggravante in una condizione di per sé già estrema, si trattava d’idee partorite da soggetti certamente inferiori a lui per rango e intelletto. Dal racconto del Gran Ciambellano stava facendo capolino una realtà inimmaginabile solo pochi anni prima. Piccole intuizioni, fantasticherie, del tutto inoffensive se prese singolarmente, per una serie d’inopinate coincidenze, si erano combinate, generando un mostro teoretico d’inaudita potenza e di ancor più straordinaria applicazione pratica Gli tornavano alla mente le parole del suo allenatore di Polo. La forza di una squadra, egli diceva, è sempre superiore alla somma di quella dei singoli giocatori.
Ecco, questa era l’unica spiegazione del perché una massa di mediocri subumani fosse riuscita in pochi anni a rovesciare secoli di dominio incontrastato delle Elite. E adesso anche questa storia della Moneta che non finiva mai;
Come le dicevo…
Continuò il Gran Ciambellano;
Hanno iniziato dicendo che gli uomini nascono tutti uguali, con gli stessi diritti e gli stessi doveri e che il potere è del Popolo.
Sì me n’ero accorto! Ho dovuto nascondermi in una delle mie duecento residenze estive per non farmi acchiappare da quegli scalmanati.
Appunto. Poi si sono dati una Costituzione e delle leggi!
Cos’è la “Costituzione”?
La Costituzione è un insieme di leggi fondamentali valide sempre, chiunque sia al Governo.
E allora?
Ecco, a tutto questo, alle leggi e alla Costituzione, hanno aggiunto la Moneta Sovrana, quella usata da tutti per gli scambi commerciali.
Detta così non sembrerebbe una cosa tanto sconvolgente. Perché tutti starebbero diventando più ricchi?
Adesso le spiego. Prima, quando qualcuno si arricchiva, qualcun altro, necessariamente, era diventato più povero. Ma, se consideriamo tutta la società, nulla era cambiato in termini di ricchezza complessiva. Mi segue?
Perché? Mi ha preso per deficiente? La quantità di ricchezza totale non cambia. Semmai cambia solo di mano.
Bene, Signore, vedo che capisce al volo.
Certo e perché adesso tutti si arricchiscono e nessuno diventa più povero?
Perché ora qualcuno versa ricchezza nelle loro tasche dall’esterno, senza prelevarla da quelle degli altri cittadini.
Adesso ho capito Gran Ciambellano, lei non sta bene! Ma non deve preoccuparsi conosco medici bravissimi. Un paio di sedute di elettroshock la rimetteranno immediatamente in sesto.
Lo so che sembra assurdo, Padrone, e capisco la sua incredulità, ma la cosa funziona proprio così!
E chi ce li metterebbe i soldi dall’esterno, dannazione? Babbo Natale?
Beh, non proprio. I soldi ce li mette lo Stato!
Il Principe delle Monete (capitolo 1)
Il Principe delle Monete (capitolo 2)