Le radici antidemocratiche dell’Euro nelle parole dei suoi stessi padri fondatori
L’Euro è diventato oggi l’incarnazione di un vero e proprio strumento di governo (“means of structural transformation”, un mezzo di trasformazione strutturale lo definì Mario Monti nel 2011) con cui si stanno imponendo a interi popoli – sotto l’egida dell’emergenza, dello stato di necessità e con la mannaia dello spread pronta ad abbattere i governi poco graditi ai mercati – decisioni altrimenti improponibili e inaccettabili da parte dei cittadini.
Questo fatto, lungi dall’essere una mia idea o una mia opinione, è stato placidamente ammesso dai padri nobili della moneta unica a più riprese. Pertanto, faccio qui una breve rassegna per gli smemorati, utile (e questa è una mia opinione) a mostrare a quelli che parlano di “Unione politica europea”, di “Stati Uniti d’Europa”, di “Sogno europeo” e in generale di uno sforzo politico per un’Europa più democratica, che la natura politica di fondo dei tecnocrati europei è incompatibile con qualsiasi disegno di matrice veramente democratica.
Ecco le prove (con tutte le fonti liberamente consultabili), nelle parole dei padri fondatori dell’Euro e dell’Eurozona:
1) Mario Monti, 1998, dal libro Intervista sull’Italia in Europa di Federico Rampini (p. 40 e 50-51):
Federico Rampini: «Perché la Commissione europea ha accettato di diventare il capro espiatorio su cui scaricare l’impopolarità dei sacrifici?».
Risposta di Monti: «Perché, tutto sommato, alle istituzioni europee interessava che i Paesi facessero politiche di risanamento. E hanno accettato l’onere dell’impopolarità ESSENDO PIU’ LONTANE, PIU’ AL RIPARO, DAL PROCESSO ELETTORALE. Solo che questo un po’ per volta ha reso grigia e poi nera l’immagine dell’Europa presso i cittadini».
Federico Rampini: «Con uno sguardo storico all’integrazione dal 1957 in poi, si è spesso sostenuto che la Comunità europea ha fatto progressi prodigiosi perché era cementata dalla paura di un aggressore esterno, cioè l’impero sovietico. Si può andare avanti verso l’Europa unita […] senza una minaccia esterna?»
Risposta di Monti: «Ma secondo me il peso delle minacce esterne è ancora uno dei motori dell’integrazione europea. Anche se la minaccia cambia natura: la minaccia esterna di oggi si chiama concorrenza. Questo è un fattore potente di spinta per l’integrazione, anche se l’Europa reagisce troppo lentamente a questa minaccia. […] Un altro fenomeno che viene percepito come minaccia esterna, e che sta spingendo l’Europa verso una maggiore integrazione, è la “minaccia immigrazione”. […] QUINDI LE PAURE SONO STATE ALL’ORIGINE DELL’INTEGRAZIONE, LE PAURE HANNO CAMBIATO NATURA, PERÒ RIMANGONO TRA I MOTORI DELL’INTEGRAZIONE».
2) Jean Claude Juncker (ex presidente dell’Eurogruppo), 21 dicembre 1999, Der Spiegel, sul modus operandi della Commissione Europea:
«Prendiamo una decisione, poi la mettiamo sul tavolo e aspettiamo un po’ per vedere cosa succede. Se non provoca proteste né rivolte, perché LA MAGGIOR PARTE DELLA GENTE NON CAPISCE NIENTE DI COSA E’ STATO DECISO, andiamo avanti passo dopo passo fino al PUNTO DI NON RITORNO».
Nota: si tratta dello stesso Juncker che ha detto questa cosaqui lo scorso gennaio. Proseguiamo:
3) Tommaso Padoa Schioppa, autunno 1999, Commenataire n. 27 (estratto qui), sulla nascita dell’Unione Europea:
«La costruzione europea è una rivoluzione, anche se i rivoluzionari non sono dei cospiratori pallidi e magri, ma degli impiegati, dei funzionari, dei banchieri e dei professori. […] L’EUROPA NON NASCE DA UN MOVIMENTO DEMOCRATICO. […] Tra il polo del consenso popolare e quello della leadership di alcuni governanti, l’Europa è nata seguendo un metodo che potremmo definire con il termine di DISPOTISMO ILLUMINATO».
4) Romano Prodi, 4 dicembre 2001, Financial Times (citato qui), sui futuri problemi che l’Euro avrebbe causato:
«Sono sicuro che l’Euro ci costringerà a introdurre un nuovo insieme di strumenti di politica economica. Proporli adesso è politicamente impossibile. MA UN BEL GIORNO CI SARÀ UNA CRISI e si creeranno i nuovi strumenti».
5) Giuliano Amato, 12 luglio 2007,EuObserver, sulle modalità con cui fu scritto il Trattato Lisbona:
«Essi [i leader Europei] hanno deciso che il documento avrebbe dovuto essere illeggibile. Essendo illeggibile allora non sarebbe stato costituzionale […] Se fosse stato comprensibile, ci sarebbero state ragioni per sottoporlo a referendum, perché avrebbe significato che c’era qualcosa di nuovo [il riferimento qui è alla Costituzione Europea bocciata nel 2005, nda]. I primi ministri non produrranno niente direttamente perché si sentono più al sicuro con la cosa illeggibile. Essi possono presentarla meglio, in modo da EVITARE PERICOLOSI REFERENDUM».
6) Jacques Attali (uno dei padri fondatori dell’Unione europea e dei Trattati europei), 24 gennaio 2011, all’Università partecipativa:
«Abbiamo minuziosamente “dimenticato” di includere l’articolo per uscire da Maastricht.. In primo luogo, tutti coloro, e io ho il privilegio di averne fatto parte, che hanno partecipato alla stesura delle prime bozze del Trattato di Maastricht, hanno…o meglio ci siamo incoraggiati a fare in modo che uscirne … sia impossibile. Abbiamo attentamente “dimenticato” di scrivere l’articolo che permetta di uscirne. NON È STATO MOLTO DEMOCRATICO, naturalmente, ma è stata un’ottima garanzia per rendere le cose più difficili, per costringerci ad andare avanti».
7) Mario Monti, 22 febbraio 2011, convegno Finanza: comportamenti, regole istituzioni, Università Liuss Guido Carli, sul bisogno crisi come strumento di governo. Intervista video disponibile qui (dal minuto 5 e 16 secondi):
«Non dobbiamo sorprenderci che L’EUROPA ABBIA BISOGNO DI CRISI E DI GRAVI CRISI PER FARE PASSI AVANTI. I passi avanti dell’Europa sono per definizione cessioni di parti delle sovranità nazionali a un livello comunitario. È chiaro che il potere politico ma anche il senso di appartenenza dei cittadini a una collettività nazionale possono essere pronti a queste cessioni solo quando il costo politico e psicologico del non farle diventa superiore al costo del farle perché c’è una crisi in atto visibile, conclamata».
8) Helmuth Kohl, 9 aprile 2013, Telegraph (traduzione qui) sull’ingresso nell’Euro da parte della Germania:
«Sapevo che non avrei mai potuto vincere un referendum in Germania. Avremmo perso il referendum sull’introduzione dell’euro. Questo è abbastanza chiaro. Avrei perso sette a tre. […] NEL CASO DELL’EURO, SONO STATO COME UN DITTATORE».
E adesso, chi vuole continuare a sognare continui pure a farlo.
FONTE: http://memmttoscana.wordpress.com/
grazie..per la preziosa raccolta.
Ottimo articolo.
Costoro di fondo condividono la stessa ideologia di Europa (e del mondo perchè non si fermeranno con l’Europa) del sig. Adolf Hitler. Pertanto una nuova Norimberga è necessaria.
Tutto il contrario . . . il nazismo si era opposto e aveva vinto l’usura e la plutocrazia cosmopolita transnazionale . . . . “Il peccato imperdonabile della Germania Nazista è stato quello di aver nazionalizzato la Deutch Bank ” winston churchill
Credo che non si tratti di moderazione, ma di censura. Io ho riportato dei fatti concreti e verificabili senza alcuna connotazione politica.
Ce ne sono altre:
Theo Weigel, ministro delle finanze tedesco, ha dichiarato PUBBLICAMENTE di aver voluto l’Euro in questo modo e senza salvaguardie per nessuno
Mario Monti intervista a piazza pulita.La Germania è un grande beneficiario dell’integrazione europea, hanno un grande mercato europeo a disposizione nel quale i singoli paesi non possono più svalutare. Io non voglio neanche citare questi scenari, ma se per esempio l’Italia dovesse uscire dall’euro e riacquistare libertà sul proprio tasso di cambio e la lira si svalutasse, sarebbe un grosso problema per le esportazioni tedesche
commento di Vincenzo Visco sui conti truccati affinché l’Italia entrasse nell’Euro….. “Un’Italia fuori dall’euro, visto il nostro apparato industriale, poteva fare paura a molti, incluse Francia e Germania che temevano le nostre esportazioni prezzate in lire. Ma Berlino ha consapevolmente gestito la globalizzazione: le serviva un euro deprezzato, così oggi è in surplus nei confronti di tutti i paesi.Era un disegno razionale, serviva l’Italia dentro la moneta unica proprio perché era debole. In cambio di questo vantaggio sull’export la Germania avrebbe dovuto pensare al bene della zona euro nel suo complesso…non mi pare lo abbia fatto”
Attali, ha anche lui partecipato, in quota Mitterand, alla costruzione di questa catastrofe annunciata,Non sense economico dotato però di un ben preciso senso politico: la rivincita del capitale sul lavoro, con la compressione dei salari e l’espansione della disuguaglianza, come ci indicano i dati e tanti studi scientifici
Lui che ha scritto il Trattato di Maastricht, ci dice che in effetti il metodo seguito non è stato democratico, ma che questo era essenziale per costringere gli elettori ad andare verso il famoso “più Europa”.
DER SPIEGEL (13/06/2012):
Con un’uscita dall’Euro e un taglio netto dei debiti la crisi interna italiana finirebbe di colpo. La nostra invece inizierebbe proprio allora. Una gran parte del settore bancario europeo si troverebbe a collassare immediatamente. Il debito pubblico tedesco aumenterebbe massicciamente perché si dovrebbe ricapitalizzare il settore bancario e investire ancora centinaia di miliardi per le perdite dovute al sistema dei pagamenti target 2 intraeuropei. E chi crede che non vi saranno allora dei rifiuti tra i paesi europei, non s’immagina neanche cosa possa accadere durante una crisi economica così profonda. Un’uscita dall’euro da parte dell’Italia danneggerebbe probabilmente molto più noi che non l’Italia stessa e questo indebolisce indubbiamente la posizione della Germania nelle trattative. Non riesco ad immaginarmi che in Germania a parte alcuni professori di economia statali e in pensione qualcuno possa avere un Interesse a un crollo dell’euro.
http://www.spiegel.de/wirtschaft/soziales/euro-krise-der-euro-zone-droht-der-kollaps-a-838581.html
le parole dell’ex cancelliere tedesco Helmut Kohl , colui che si adoperò con tutte le sue forze affinché l’Italia entrasse nella prima tranche dell’euro. Egli,nel 1996 affermò: “un’Italia fuori dall’euro farebbe una concorrenza rovinosa all’industria tedesca. L’Italia deve quindi essere subito parte dell’euro, alle stesse condizioni degli altri partner”.
http://icebergfinanza.finanza.com/2012/02/29/germania-grazie-di-tutto-quello-che-fai-per-noi/
Il ministro delle Finanze Wolfgang Schaeuble in un’intervista afferma a chiare lettere che “la Germania trae vantaggio dalla moneta comune più di ogni altro paese”.
http://pubblicogiornale.it/la-germania-comincia-a-fare-i-conti-con-la-fine-delleuro/2012-07-29
L’ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga ammetteva in un’intervista, poco prima della sua morte, che “l’organizzazione politica più antidemocratica che esiste oggi al mondo è l’Unione Europea. (…) se uno stato sovrano si fosse dato un’organizzazione istituzionale come quella dell’UE saremmo scesi tutti quanti in piazza. Armati.”
Jacques Attali(CONSIGLIERE DI MITTERRAND E UNO DEI PADRI FONDATORI DELL’EURO:
“Era evidente, e tutti coloro che hanno partecipato a questa storia lo sanno, quando abbiamo fatto l’euro, sapevamo che sarebbe scomparso entro 10 anni senza un federalismo buggettario. Vale a dire con eurobond, ma anche con una tassa europea, e il controllo del deficit. Noi lo sapevamo. Perché la storia lo dimostra. Perché non c’è nessuna zona monetaria che sopravviva senza un governo federale … Tutti sapevamo che questa crisi sarebbe arrivata.”
http://www.youtube.com/watch?v=OK169nietfk&feature=player_embedded
I paesi che desiderano esercitare una pressione verso il basso sui salari per ragioni interne (ndr.riferito alla Germania) non dovrebbero entrare in una unione monetaria se non vogliono o non riescono a convincere gli altri membri a fare la stessa cosa.
I dirigenti europei hanno torto nel credere che ci sarà un’uscita dalla crisi greca, spagnola, portoghese o una qualsiasi soluzione nazionale all’interno della UME. Se la Germania continua a stringere la cinta, e tutto lo fa credere, questi paesi e la Francia saranno costretti ad abbassare i loro salari in termini assoluti. Ne risulterà una deflazione e una depressione in tutta l’Europa che non potrà rinascere dalle sue ceneri fintanto che la sopravvalutazione delle monete non sarà corretta da una svalutazione.
Heiner Flassbeck.
Ex viceministro delle finanze tedesco e Direttore della divisione sulla globalizzazione e le strategie di sviluppo alla Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo a Ginevra.
http://documentazione.altervista.org/le_monde_Flassbeck_Grecia_UME.htm
Grazie George.
…bella George!
“E cosa credeva la plebaglia europea, che l’Euro fosse stato fatto per la loro felicità?”
Jacques Attali in un colloquio personale con Alain Parguez.
…sarebbe una buona idea divulgarlo distribuendo dei volantini con quanto riportato qui sopra!
Qui sopra e’ ben definito che queati signori hanno fatto i loro sporchi interessi e non quelli della comunita’
Mancano questi:
“Abbiamo bisogno di una legge europea, di una Corte di Cassazione Europea, di un sistema monetario unico, di pesi e di misure uguali, abbiamo bisogno delle stesse leggi per tutta Europa. Voglio fare di tutti i popoli europei un unico popolo. Ecco l’unica soluzione che mi piace.”
Napoleone Bonaparte
« L’anno 1941 sarà, ne sono convinto, l’anno storico per un grande Nuovo Ordine Europeo. »
Adolf Hitler