Per avere più Europa ci vuole più donna
Mai come in questo periodo le donne sono presenti nell’attualità politica e ancora di più nel lessico politico. La nomina della Boldrini è stata salutata come segnale positivo nel restituire un posto di rilievo alle donne nelle Istituzioni, nella questione Saggi il problema non erano i saggi ma l’assenza della componente femminile, circola con insistenza la candidatura femminile per il Quirinale, le esponenti “formato tv” dei partiti sono sempre più donne. Poteva essere un segnale positivo… ma non lo è, è solo un gioco di prestigio di grande efficacia, un abile trucco comunicativo in tempi di antipatia per la politica e per l’Unione Europea. Ci vuole più Europa e ci vuole più donna. È il “mezzo” migliore per distrarre le persone, farle restare sul segno e non sul significato: il concetto “donna” è come “il bene del Paese”, è di sinistra ma anche della destra moderna, unisce, fa digerire meglio la crudeltà della crisi e austerità perché fa molto “sacrifici della mamma”. Quando una donna del mondo delle istituzioni è intervistata il giornalista si sofferma sul “ruolo della donna nel…” piuttosto che sul contenuto delle politiche che sta appoggiando. La donna carina ma sobria nelle istituzioni non ha oggi un ruolo molto diverso dalla donna in bikini appoggiata su una macchina sportiva; fa vendere meglio il prodotto. La Bonino renderebbe il prodotto “liberista ed europeista” più digeribile alla massa, la Boldrini fa dimenticare la totale sottomissione del Parlamento ai diktat europei, l’assenza delle donne nella commissione dei saggi fa passare in secondo piano come ancora una volta viene calpestata la democrazia.
Ma come, diranno i miei amici radical chic, ma non sei contenta? Finalmente riconosciamo il valore della presenza femminile e giù le critiche? E ma allora cosa vuoi?!
…Vogliamo una donna che si sottragga ai diktat europei, una donna che abbia ben chiaro che lo Stato ha il dovere di generare una spesa pubblica a deficit positivo per non lasciare alcun disoccupato per strada, che sappia stare dalla parte dell’economia reale e non da quella finanziaria. Quel tipo di donna è chiaro che non sarebbe funzionale alla manovre di distrazione di massa. Vogliamo una donna e un uomo che abbiano questo coraggio, uno dei due, è uguale.
Poderoso! un articolo veramente poderoso! Sbriciolato fino alle fondamenta il castello dei luoghi comuni politicoquoterosafemministi.
ok perfettamente d’accordo
completamente assolutamente sempre d’accordo
Sono molto deluso da Emma Bonino e dai radicali.
Chi si batte per i diritti umani non può avvallare il progetto UE che è tutto fuorchè democratico e a favore dei diritti dei popoli.
Vogliamo donne che abbiamo la sensibiliatà della donna, e non facciano di tutto per essere come, e peggio, degli uomini! Brava Deanna!
Condivido ogni singola parola. Non si poteva esprimere meglio il concetto.
Brava Dea! Hai smascherato chi vuole farci credere che cambiare l’etichetta incida anche sul cambiamento del contenuto. Invece il contenuto purtroppo è sempre uguale! Hai reso l’idea…
Acuta analisi. Brava!
E’ lo stesso che porre l’accento e catalizzare l’attenzione sui “costi della politica” e lo “stipendio dei parlamnetari” (vero M5S?).
Inezie di fronte alla tragedia del Fiscal Compact, per non parlare della perdita di sovranità.
Deanna For President!
Sottoscrivo completamente!!! Grazie per aver messo le parole nero su bianco.
Devono cambiare continuamente pedine per incantare il pubblico: si sono bruciati malamente la figura del tecnico competente che nell’immaginario collettivo doveva salvare l’Italia e ora si giocano la figura della donna che maternamente dovrà tirarci fuori dai guai. La prossima figura tirata fuori dall’immaginario collettivo quale sarà? Un nuovo Gesù Cristo che cammina sulle acque?